giovedì 8 maggio 2025
I minuti interminabili tra la fumata bianca e l'apparizione del Pontefice sulla Loggia di San Pietro: le misure degli abiti, il “peso” della responsabilità per la decisione presa dai cardinali
La stanza delle lacrime coi vestiti delle diverse misure pronte per il nuovo Papa

La stanza delle lacrime coi vestiti delle diverse misure pronte per il nuovo Papa - Ansa

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Fumata bianca. Il Conclave ha dunque eletto il nuovo Papa, che ha già espresso il suo consenso all’elezione e ha indicato il nome con il quale intende essere chiamato. In questi minuti il nuovo Pontefice dopo l’applauso che sicuramente ha accompagnato l’accettazione, si reca in una stanza attigua alla Cappella Sistina. Qui lascerà la veste rossa da cardinale e indosserà quella bianca da Papa. Non sapendo chi sarebbe stato eletto, la sartoria ha fornito tre vesti bianche di diversa misura. Ma questa è detta anche la “stanza delle lacrime”, perché_per la prima volta il nuovo Papa si troverà quasi da solo e, in tanti casi, cederanno all’emozione del momento. Mentre il nuovo Papa indossa la veste bianca, il cardinale protodiacono, Dominique Mamberti (se non è lui l’eletto), si appresta a recarsi alla Loggia Centrale della Basilica Vaticana, dove darà l’atteso annuncio: “Habemus Papam”.

La formula prevede che dopo aver detto «vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa» il protodiacono – creando ancora qualche attimo di suspense - prosegue annunciando «eminentissimum ac reverendissimus domino, domino» («l’eminentissimo e reverendissimo signore, signor») seguito dal nome di battesimo dell’eletto (che a volte basta ai fedeli riuniti in piazza per capire chi è: accadde così per Eugenio Pacelli nel 1939 e per Giovanni Battista Montini nel 1963), seguito dalla formula «Sanctae Romanae Ecclesiae, cardinalem...». Ed ecco il cognome del nuovo Papa.

Resta solo l’ultima curiosità: il nome con cui lo chiameremo: «Qui sibi nomen imposuit...» (ovvero: «il quale si è dato nome di...»), ma anche questo lo sapremo tra qualche minuto. A questo punto conosciuto il nome dell’eletto e quello scelto come nuovo Papa, l’attesa sarà tutta per la prima apparizione del nuovo Vescovo di Roma dalla stessa Loggia centrale della Basilica Vaticana durante la quale darà la sua prima benedizione Urbi et Orbi.

Fino al Conclave dell’ottobre 1978 non era previsto che il Papa rivolgesse qualche parola ai fedeli, ma solo che li benedicesse. Fu Giovanni Paolo II a infrangere le regole parlando e presentandosi alla folla, concludendo con la fase rimasta famosa: «Non so se potrò esprimermi bene nella vostra, la nostra lingua italiana. Se mi sbaglio mi corrigerete». Anche Benedetto XVI nel 2005 spiegò che era stato scelto «un umile servitore della vigna del Signore». E poi Francesco nel 2013, con un discorso che ancora risuona nella nostra mente, iniziato con un saluto, «Fratelli e sorelle, buonasera!». Terminata la benedizione Urbi et Orbi con molta probabilità il Pontefice torna in Conclave, che, almeno nelle precedenti occasioni, proseguirà fino a domani mattina, quando il nuovo Papa celebrerà assieme ai cardinali elettori la sua prima Messa da Pontefice.

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