sabato 25 maggio 2024
L'emozione dei piccoli arrivati dal Medio Oriente: «Che colpa abbiamo noi che siamo nati a Betlemme e Gaza?». I regali speciali di Paolo, Joseph e Larissa
Il Papa circondato dai bambini all'Olimpico

Il Papa circondato dai bambini all'Olimpico - Ansa

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Una marea colorata di cappelli, magliette, bandiere e tanto entusiasmo. Con unico filo a legare il tutto. Incontrare Papa Francesco e pregare insieme per la pace nel mondo. La giornata che ha avuto come suo culmine l’incontro con il Pontefice, accolto nello stadio Olimpico da 50.000 persone è stata una vera propria festa mondiale. «Come facciamo anche noi a diventare santi?», chiede un gruppo di bambini arrivati da Padova ad Antonia Salzano, la mamma di Carlo Acutis. «Mio figlio diceva sempre che siamo tutti unici e irripetibili. Dio chiama ognuno di noi a rimanere nella nostra originalità e a non diventare fotocopie. Questa è la strada della santità, che voi tutti potete intraprendere». Come loro, sono in tanti quelli che stanno aspettando impazienti di entrare nello stadio. «Un’ondata di bellezza, di gioia, di innocenza. Un concentrato di amore. Spero che davvero possa contaminare l’umanità e coloro che ci governano. Qui c’è il futuro e non dobbiamo disperderlo», dice padre Enzo Fortunato, mentre alle sue spalle una decina di bambini stanno colorando un lungo striscione con la frase dell’Apocalisse che ha dato il tema alla giornata: “Ecco io faccio nuove tutte le cose”.

C’è poi chi inganna l’attesa giocando con i propri amici, chi invece, come Paolo che disegna. «Se il genio della lampada mi chiedesse di esprimere un desiderio, direi la pace nel mondo», scrive su un foglio bianco in compagnia di Alessandro, un bambino che arriva direttamente da Capo Verde. Il suo disegno è una colomba bianca in volo con un ramoscello di ulivo. «Il nostro motto è “pace, pace, colori per la pace!”», spiega Mario Gallo dell’Associazione Colors for Peace, nata nel Marzo 2015 a sostegno del Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema con lo scopo di sviluppare un progetto di propedeutica alla pace per i bambini di tutto il mondo. «In dieci anni abbiamo fatto interagire migliaia di ragazzi attraverso i loro disegni». Dietro di loro, intanto, continuano ad arrivare gruppi, mentre su un palco allestito all’ingresso si esibiscono a turno bimbi di ogni Paese. Sulle note di una canzone argentina, cominciano a ballare tutti. L’entusiasmo contagia anche i 70 bambini provenienti dal Medio Oriente. Lo striscione che alcuni di loro portano è emblematico. «Che colpa abbiamo noi che siamo nati a Betlemme, Gerusalemme e Gaza. Noi vogliamo solo giocare». Con loro padre Ibrahim Faltas, vicario della custodia francescana di Terra Santa, che li ha accompagnati. «Siamo qua a chiedere a papa Francesco di pregare per noi. Basta guerra, basta odio, basta distruzione. Vogliamo la pace, è il momento che il mondo ascolti gli appelli del Santo Padre».

A portare allegria e spensieratezza anche l’associazione di clownterapia Cuore@cuore, che regala sorrisi in situazioni di disagio socio-sanitario negli ospedali e nelle case di riposo. «Oggi per noi è facile perché è un giorno di festa, ma ci sono luoghi dove non c’è spensieratezza. Cerchiamo di portare la leggerezza in contesti difficili», spiegano i responsabili. Vicino al palco ci sono gli stand provenienti da numerosi Paesi. C’è quello del Bangladesh, del Paraguay, del Senegal, della Costa d’Avorio, della Lituania, della Polonia, della comunità cattolica cinese di Roma, di Capo Verde e della Nigeria. Larissa viene dal Senegal ed è orgogliosa di mostrare agli altri bambini i prodotti del suo Paese, come una tartaruga in legno che ha realizzato insieme a sua mamma. Che cosa chiederebbe al Papa? «Innanzitutto, come sta – risponde -. E poi quanto è contento di vederci qui oggi tutti insieme». Joseph ha 10 anni e arriva dalla Νigeria. È molto emozionato perché è la prima volta che vedrà Francesco. «Spero che ci benedirà tutti» dice, mentre mostra sorridente tre regali che gli hanno portato tre bambini. «Uno sticker, un quaderno e un marshmallow». La Gmb è anche questo. Una marea colorata di nuovi legami e amicizie che si è riversata all’interno dello stadio. Tra le canzoni di Renato Zero, Orietta Βerti e una partitella tra bambini e campioni. “Pace, pace, pace”, hanno gridato. Per tutti, tutti, tutti, come dice papa Francesco.

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