lunedì 19 aprile 2021
Sei provengono dal Pontificio Seminario Romano Maggiore, due dal Collegio diocesano Redemptoris Mater e uno dal Seminario della Madonna del Divino Amore. Il rito nella Basilica di San Pietro
Ordinazioni sacerdotali in San Pietro l'11 maggio 2014

Ordinazioni sacerdotali in San Pietro l'11 maggio 2014 - Siciliani

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Il Papa torna a ordinare i sacerdoti per la sua diocesi. Lo scorso anno per via della pandemia le ordinazioni erano state posticipate e celebrate dal cardinale vicario Angelo De Donatis nella Basilica di San Giovanni in Laterano; domenica invece, alle ore 9, sarà nuovamente Francesco a presiedere il rito nella Basilica di San Pietro e nella domenica del Buon Pastore. Nove i diaconi che saranno consacrati e che si sono formati nei diversi seminari diocesani: sei al Pontificio Seminario Romano Maggiore (Georg Marius Bogdan, Salvatore Marco Montone, Manuel Secci, Diego Armando Barrera Parra, Salvatore Lucchesi e Giorgio De Iuri), due al Collegio diocesano Redemptoris Mater, del Cammino Neocatecumenale (Riccardo Cendamo e Samuel Piermarini), uno al Seminario della Madonna del Divino Amore (Mateus Henrique Ataide Da Cruz).

Racconta Goerg Marius Bogdan, originario della Romania, che ha frequentato prima il Pontificio Seminario Minore e poi il Maggiore: «Il mio desiderio di diventare sacerdote è nato fin da bambino, da quando avevo 9 anni e stavo leggendo un libro intitolato Vita di san Giovanni Bosco. Sognavo di diventare come lui». Dice Salvatore Marco Montone, trentaduenne calabrese, trasferitosi a Roma per gli studi universitari: «Sono nato nel giorno del Venerdì Santo del 1989 e il giorno del mio Battesimo, qualche mese dopo, erano finite le vestine bianche per i bambini, così il sacerdote mi coprì con una stola. Non ho ricordi, naturalmente, ma i miei genitori me lo raccontano sempre». Ricorda Diego Armando Barrera, ventisettenne colombiano: «Una volta finito il liceo, in Colombia, facevo volontariato nel carcere minorile e in una fondazione per tossicodipendenti. Lì è nato il mio desiderio di poter aiutare e servire il prossimo per sempre».

Il più giovane dei nove diaconi è Manuel Secci, ventiseienne romano, cresciuto a Torre Angela nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo, «dove il senso di comunità e le belle esperienze hanno nutrito la mia vocazione». Al Seminario Maggiore ha studiato anche Salvatore Lucchesi, siciliano di 43 anni: «Rendo grazie a Dio con la mia vita per tutta la misericordia che ha avuto per me». Arrivato da Brindisi a Roma per studiare medicina, 29 anni, Giorgio De Iuri spiega: «Il desiderio della vocazione è nato in me quando avevo circa 15 anni, ma lo avevo un po’ accantonato. Si è poi riacceso nei primi anni che ho vissuto qui a Roma da studente fuori sede, grazie all’accoglienza che ho ricevuto nella parrocchia di Santa Galla». Mateus Enrique Ataide Da Cruz, 29 anni, è nato in Brasile, ad Afogados da Ingazeiras: «Quando avevo 15 iniziai a lavorare per un uomo anziano, lo aiutavo con il computer. Nel contratto di lavoro era scritto chiaramente che ogni giorno avrei anche dovuto pregare insieme a lui e recitare il Rosario. Quella che nei primi tempi ho vissuto come un’imposizione, è diventata poi per me una necessità».

Riccardo Cendamo, quarantenne, sognava invece di diventare regista, e per qualche anno lo ha anche fatto. Poi ha capito che non era quella la sua strada: «Se adesso mi guardo indietro mi rendo conto che la chiamata alla vocazione sacerdotale c’era da sempre, quell’amore doveva maturare». Samuel Piermarini, 28 anni, è l’ultimo di quattro fratelli, con una grande passione per il calcio: «Giocavo ad alti livelli, la Roma mi chiamò per fare un provino. Alla fine dell’allenamento mi chiamò Stramaccioni e mi disse: “Allora Piermarini, puoi firmare con noi!”. Ma io risposi che non me la sentivo». Quindi entrò al Redemptoris Mater.

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