lunedì 8 maggio 2017
A pochi giorni dalla sua visita per il centenario delle apparizioni mariane, Francesco parla del suo prossimo viaggio a Fatima
L'omaggio di papa Francesco alla statua della Madonna di Fatima, pellegrina a Roma

L'omaggio di papa Francesco alla statua della Madonna di Fatima, pellegrina a Roma

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A pochi giorni dal suo viaggio apostolico a Fatima per il centenario delle apparizioni mariane ai tre pastorelli, papa Francesco è tornato a parlare della sua visita ricevendo la comunità del Pontificio Collegio portoghese di Roma. Il Papa sarà a Fatima nel pomeriggio di venerdì 12 maggio, dopo essere atterrato in una base area a 45 chilometri da Fatima attorno alle 16,20. Dopo aver incontrato il presidente della Repubblica portoghese, il Papa raggiungerà la Cova di Iria, luogo delle apparizioni cento anni fa, attorno alle 18,15.

Maria una tenera e brava Maestra

Dopo aver sottolineato che "l’incontro con la Madonna è stata per i pastorelli un’esperienza di grazia che li ha fatti innamorare di Gesù", il Papa ha esortato i sacerdoti del Pontificio Collegio Portoghese di Roma ad avere “al di sopra di ogni altro obiettivo”, proprio, il “conoscere e amare Cristo” cercando di “conformarsi sempre più a Lui fino al dono totale di sé”. Si tratta di fare l’esperienza della presenza d’amore di Dio". E in questo la devozione alla Madonna ci aiuta "ad assaporare Dio come la realtà più bella dell’esistenza umana”, perchè Maria è una "tenera e brava Maestra". “Guardate Lei e lasciatevi guardare da Lei, perché è vostra Madre e vi ama tanto - ha continuato il Papa nell'udienza - lasciatevi guardare da Lei, per imparare a essere più umili e anche più coraggiosi nel seguire la Parola di Dio”. Inoltre la devozione verso Maria "ci aiuta ad avere un buon rapporto con la Chiesa: tutte e due sono Madri”.


L'arrivo in Portogallo il 12 maggio

E proprio a Maria, il Papa affida anche questo suo viaggio chiedendo il dono della pace e della speranza per tutti gli uomini. Occorre cercare rifugio sotto il manto di Maria, perchè Lei, ricorda ancora il Papa, è “una Madre che ci prende per mano e ci insegna a crescere nell’amore di Cristo e nella comunione fraterna”. “Un Dio vicino e fedele, come Lo sentirono i beati Francesco e Giacinta e la serva di Dio Lucia. Oggi, contemplando la loro vita umile eppure gloriosa, ci sentiamo spinti ad affidarci, anche noi, alle premure della stessa Maestra”.

Francesco e Giacinta Marto saranno santi

E proprio durante il prossimo viaggio a Fatima, papa Francesco canonizzerà i fratellini Francesco e Giacinta Marto, i due pastorelli che morirono pochi anni dopo le apparizioni della Vergine. La celebrazione avverrà la mattina del 13 maggio durante la Messa alle 10. Saranno proclamati santi proprio nel giorno centenario della prima apparizione della Vergine. I due pastorelli erano stati beatificati sempre a Fatima da Giovanni Paolo II durante il suo viaggio nella località portoghese nel 2000, sempre il 13 maggio. Quel giorno venne anche reso pubblico il testo del terzo segreto di Fatima che suor Lucia, la terza veggente vissuta fino al 2005, aveva consegnato al suo vescovo diocesano e poi fatto consegnare al Papa, che nel periodo in questione - era l'inizio degli anni Sessanta - era Giovanni XXIII.

Il Pontificio Collegio portoghese

Il rettore del Pontificio Collegio portoghese di Roma, don Don José Fernando Caldas Estevez, nel suo saluto a papa Francesco, ha ricordato che Paolo VI, nella sua visita a Fatima in occasione del cinquantenario delle apparizioni, nel 1967, benedisse la prima pietra dell'edificio romano in cui ha attualmente sede il Collegio. Don Caldas ha inoltre raccontato che i primi seminaristi del Collegio, viaggiando dall'Italia al Portogallo, si fermavano a Lourdes, "intanto a Fatima - ha commentato il rettore - si realizzava l'apparizione, come visione di pace e luce speranza per la Chiesa e il mondo, scegliendosi 3 piccoli grandi testimoni per ricordare agli uomini distratti i misteriosi disegni di Dio". Nei suoi 117 anni di vita il Collegio portoghese di Roma ha ospitato più di mille sacerdoti di oltre 50 nazionalità diverse, attualmente ne accoglie 31 da 22 diocesi e 10 paesi diversi.

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