
. - Ansa
L’elezione di Leone XIV e i suoi primi giorni di pontificato hanno acceso la fantasia del web, scatenando un’ondata virale di meme e ironie che hanno invaso i social network, le chat private e persino le vignette sui quotidiani. La creatività digitale non ha tardato a manifestarsi, trasformando dapprima il comignolo della Cappella Sistina, i gabbiani vaticani e poi il neoeletto Pontefice in protagonisti indiscussi dell’umorismo collettivo.
Qualcuno potrebbe riprovare questa deriva ritenendola poco opportuna, se non addirittura dissacrante. Scherza coi fanti... Ma come ricordava papa Francesco nel giugno scorso, incontrando comici e artisti in Vaticano, si può ridere anche di Dio: «E non è bestemmia questo, si può ridere, come si gioca e si scherza con le persone che amiamo». L’importante, sottolineava, è non offendere i sentimenti religiosi dei credenti, soprattutto dei più semplici.
Così, con papa Leone il popolo della rete ha dato sfogo a tutta la sua vena satirica. Già prima dell’inizio del Conclave, un meme mostrava una doppia colonna di fumo nerazzurro levarsi dal camino della Sistina dopo la semifinale di Champions League tra Inter e Barcellona, vinta non senza una forte carica emotiva dei tifosi interisti. Immancabili anche le incursioni calcistiche romane: su un fotomontaggio, un adesivo irridente verso la Lazio campeggiava ironico sulla canna fumaria, presumibilmente affisso da qualche leone di tastiera, ovviamente tifoso romanista. C’è chi aveva giocato sulla questione di genere, immaginando un fumo rosa accompagnato dalla didascalia “È femmina!”. E ancora, chi ha inserito Greta Thunberg sulla scena: in uno dei meme più riusciti, la giovane attivista è ritratta aggrappata al camino con espressione contrariata mentre esclama in romanesco: “Finalmente posso smontà sto camino che inquina abbestia!”. Protagonisti inattesi ma amatissimi nei giorni dell’attesa i gabbiani, presenza fissa sui tetti del Vaticano. La loro costante sorveglianza del comignolo ha alimentato suggestioni e ironie. In molti li hanno incoronati “nuovo Papa” con scarso senso del limite, altri li hanno descritti come “comparse ingaggiate” per mantenere alta la suspense. Solo dopo si è scoperto che si trattava di una coppia (rigorosamente monogama), immortalata mentre la madre nutriva il piccolo proprio nei momenti che precedevano la fumata. Un video virale mostra persino un gatto domestico, ipnotizzato davanti alla tv, fissare l’“esibizione” del gabbiano.
Ma è con l’annuncio del nuovo Papa che l’estro social ha raggiunto il suo picco. Leone XIV è stato subito ritratto con aureola a Led e sandali Birkenstock, accompagnato dallo slogan: “Finalmente un Papa sinodale, ma comodo”. Essendo nato a Chicago, Robert Francis Prevost ha ispirato immagini in cui appare con la maglia dei Bulls e la tonaca svolazzante mentre schiaccia a canestro come Michael Jordan. In un altro meme posa al fianco dei Blues Brothers, “in missione per conto di Dio”, con l’inevitabile hashtag #HabemusPapam.
L’ironia ha investito anche la politica. Crozza ha definito il Pontefice americano un vero e proprio «impacchettatore di politici», e i meme si sono moltiplicati: dalla tiara papale con la scritta “Make Vatican Great Again” in stile anti-Trump, fino a una parodia del Ponte sullo Stretto: Leone XIV auspica sì che si costruiscano ponti di dialogo fra popoli e nazioni, ma tutt’altra cosa è il collegamento tra Reggio Calabria e Messina. Il sogno vagheggiato dal ministro italiano delle Infrastrutture Salvini in un meme è demolito dal nuovo Pontefice ricorrendo a complicatissimi calcoli algoritmici, nonché adducendo prove che si appoggiano su normative antisismiche e questioni di statica per l’ancoraggio dei pilastri. Il tutto, naturalmente, in riferimento alla laurea in matematica del Papa, altro tema gettonatissimo. Alla classica domanda “A cosa può mai servire una laurea in matematica?”, un meme risponde mostrando la figura del Pontefice affacciato alla Loggia. In un’altra vignetta molto raffinata, Leone XIV annuncia solennemente la formula y = ax² + bx + c , spiegando con aplomb agostiniano che si tratta di una parabola.
Non mancano i meme più scontati: dalla somiglianza fisica con l’allenatore Claudio Ranieri o addirittura il presidente Sergio Mattarella, fino a chi associa il nome Leone al figlio di Fedez e Chiara Ferragni (Leone, appunto), scadendo in trovate già viste e poco brillanti.
Dietro l’esplosione di creatività c’è forse un bisogno più profondo. La rete sembra cercare leggerezza, evasione, una risata liberatoria di fronte al bombardamento quotidiano di notizie su guerre, femminicidi, crisi politiche e disillusioni sociali, che creano nell’opinione pubblica reazioni di ripulsa, disagio e financo di disinteresse per la politica e di chiusura in un individualismo esasperato. Forse ridere – anche del sacro – non è irriverente, ma umano. Un piccolo gesto di resistenza e di speranza, un modo per affrontare la complessità del presente con lo spirito di chi non ha smesso di cercare senso, anche tra un meme e l’altro.
Del resto, anche nella Bibbia non mancano tracce di umorismo, spesso sottile e sapienziale. L’ironia attraversa i racconti veterotestamentari, come quando il profeta Elia sfida i sacerdoti di Baal suggerendo provocatoriamente che la loro divinità – inefficace – sia forse “in viaggio” o “assonnata”. Il libro di Giona, con il suo profeta riluttante e testardo, è quasi una parabola comica sull’inadeguatezza umana di fronte alla misericordia divina. Nei Vangeli Gesù stesso ricorre talvolta a immagini volutamente paradossali e iperboliche per smascherare le incoerenze, come nella celebre battuta della trave e della pagliuzza.
Ridere o sorridere – anche di ciò che è sacro, purché con rispetto – è allora forse una forma alta di confidenza spirituale, un modo per umanizzare il divino senza sminuirlo, per tenere insieme fede e leggerezza. Proprio come insegnano le Scritture.