
Papa Leone XIV in Aula Paolo VI per l'udienza con le delegazioni delle Chiese Orientali - Vatican Media
Con l’elezione di Leone XIV non è terminata la moltiplicazione di testi falsamente attribuiti al Pontefice, che avevano punteggiato il pontificato di papa Francesco. Le “bufale di Chiesa” e i loro inventori sono infatti duri a morire, come dimostrano vari testi che circolano di post in post, copincollati, tradotti e condivisi perlopiù acriticamente. A essi si sono aggiunti i video realizzati con l’intelligenza artificiale: un’ulteriore sfida per i mezzi di comunicazione vaticani, chiamati a una nuova modalità di risposta rispetto a questi contenuti.
Dal 10 maggio, secondo quanto indica l’autore Shadow Ranger su Bufale.net, è comparso un testo in lingua inglese, che ha le tipiche caratteristiche di questi falsi pronunciamenti papali: punta all’emotività, fa vaghi riferimenti a Dio, si ammanta di autorevolezza facendo collegamenti con l’esperienza missionaria da vescovo; in effetti, la presunta citazione si conclude con la firma “Robert Prevost”. Nel giro di una settimana è stato tradotto almeno in spagnolo, francese e italiano, ed è spesso accompagnato dal primo ritratto fotografico diffuso dai media vaticani; soprattutto nel web ispanofono ha avuto un’eco notevole, riferendosi alla vita nella diocesi di Chiclayo del futuro papa.
I commenti a questo appello che in italiano inizia con «Fratelli, sorelle… Parlo a voi, soprattutto a coloro che non credono più, non sperano più, non pregano più, perché pensano che Dio se ne sia andato» sono generalmente di persone commosse, sia credenti sia che non si dichiarano tali, o di utenti che rendono grazie a Dio per un papa che parla al cuore della gente, per non parlare dei classici “Amen” da tastiera.
Un’altra di queste fake news rientra nel filone dei racconti motivazionali come quello sul peso di una preghiera ricondotto, erroneamente, a un episodio della vita di san Giovanni Paolo II. Riguarda un incontro che Leone XIV avrebbe avuto nella Sala Clementina con le Guardie Svizzere alla fine della giornata di sabato 10, quindi due giorni dopo l’elezione. In questo appuntamento avrebbe raccomandato alle Guardie di recitare la preghiera a san Michele arcangelo (quella voluta da papa Leone XIII) e di non aver paura di annunciare il Vangelo perché «essere cattolico oggi significa accettare la croce», rifacendosi anche alle esortazioni di papa Francesco; infine, avrebbe benedetto le alabarde e conversato con alcune delle guardie. Tra l’altro, la traduzione italiana, palesemente realizzata in automatico e non rivista tipograficamente, indica il nome del papa come “Leon” sia con la “ó” accentata, sia senza.
Per dare autorevolezza, il post è corredato da una fotografia, in cui il papa passa davanti a una guardia svizzera; è evidentemente presa dall’incontro con i rappresentanti dei media, svolto in Aula Paolo VI il 12 maggio. Neanche di questo racconto il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede, al pari di nessun altro mezzo di comunicazione vaticano, ha fatto alcuna menzione.
Il sito specializzato snopes.com presenta poi un intero filone dedicato a Leone XIV: dalle notizie palesemente inventate per far ridere, come quella secondo cui il Papa ha anche trascorsi da jazzista (con tanto di nome d’arte, Bobby Prev), a quelle più marcatamente politicizzate, come del resto il video che ha suscitato la risposta di Vatican Media.
In esso, le immagini filmate dell’incontro del 12 maggio sono state ritoccate tramite la tecnica del morphing, per far pronunciare al Papa un discorso a sostegno di Ibrahim Traoré, militare e attuale presidente del Burkina Faso: lungo circa 36 minuti, è stato caricato su YouTube dall’account “Pan African dreams”. Si sta però creando un vero e proprio filone di pseudo-racconti vaticani, con protagonisti i Papi e i cardinali, spesso mediante animazioni realizzate con l’AI.
La replica vaticana si è resa necessaria: «Vale la pena di ricordare, vista la circolazione su diversi social media di testi attribuiti al nuovo Papa senza l’indicazione della fonte, che tutti i discorsi, gli interventi, i testi di Leone XIV sono consultabili integralmente sul sito Vatican.va. Mentre le notizie sulla sua attività e i suoi videomessaggi sono consultabili in tempo reale sul sito del portale Vatican News, disponibili nelle diverse lingue, come pure sul sito del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano».
Di fronte a una disinformazione tale, sorgono numerose domande: su chi la attua, sul perché agisce così, su chi accetta di condividere questi contenuti e non quelli prodotti dai media vaticani o comunque dai media cattolici, anzi, a volte li mette sullo stesso piano. Interrogativi che momentaneamente restano senza risposta, anche se non mancano quanti, accorgendosi dell’errore, cancellano il post o pubblicano una rettifica. Resta quindi fondamentale il «mandato di educare al senso critico» a cui il Papa faceva riferimento nel discorso – questo invece autentico – pronunciato nell’udienza del 17 maggio ai Membri della Fondazione «Centesimus Annus Pro Pontifice».