lunedì 19 dicembre 2022
Un pensiero anche per l’Ucraina: "La Vergine Maria tocchi i cuori di chi può fermare la guerra. Non dimentichiamo la sofferenza di quel popolo"
 Papa Francesco: nelle crisi non cedere alla rabbia, aprirsi alle sorprese

Ansa

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Che cosa dice oggi a noi la figura di San Giuseppe? E cosa ci insegna il fatto che accoglie "Maria e suo figlio in modo completamente diverso da come si aspettava, diverso da come si era sempre fatto", e "di fronte a Dio, che scombina i piani e chiede di fidarsi, risponde sì" e "sceglie la via della misericordia"?

Se lo è chiesto domenica papa Francesco all'Angelus, sottolineando che "noi pure abbiamo i nostri sogni, e forse a Natale ci pensiamo di più, ne parliamo insieme. Magari rimpiangiamo alcuni sogni infranti e vediamo che le migliori attese devono spesso confrontarsi con situazioni inattese, sconcertanti".
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"Quando questo accade, Giuseppe ci indica la via - ha osservato il Papa -: non bisogna cedere a sentimenti negativi, come la rabbia e la chiusura, questa è la via sbagliata!". Secondo il Pontefice, "occorre invece accogliere le sorprese della vita, anche le crisi, con un'attenzione: quando si è in crisi non bisogna scegliere di fretta secondo l'istinto, ma, come Giuseppe, 'considerare tutte le cose' e fondarsi sul criterio di fondo: la misericordia di Dio".


"Quando si abita la crisi senza cedere alla chiusura, alla rabbia e alla paura, ma tenendo aperta la porta a Dio, Lui può intervenire - ha spiegato Francesco -. Lui è esperto nel trasformare le crisi in sogni: sì, Dio apre le crisi a prospettive nuove, magari non come noi ci aspettiamo, ma come Lui sa. Sono gli orizzonti di Dio: sorprendenti, ma infinitamente più ampi e belli dei nostri!".
"La Vergine Maria ci aiuti a vivere aperti alle sorprese di Dio", ha quindi concluso il Papa introducendo la preghiera mariana.


Al termine dell’Angelus, papa Francesco esprime preoccupazione per la situazione umanitaria nel Nagorno-Karabakh, dove dal 12 dicembre gli azeri hanno bloccato il Corridoio di Lachin, unico collegamento con l’Armenia, isolando migliaia di persone e impedendo la fornitura di cibo e medicine. A seguire l’appello mondiale del Papa dalla finestra del Palazzo Apostolico, da dove non ha mancato – come in ogni Angelus dal 24 febbraio – di esprimere un pensiero per l’Ucraina piagata dal conflitto. Il Pontefice si affida alla Vergine Maria: a Lei, dice, "chiediamo di toccare i cuori di quanti possono fermare la guerra in Ucraina". "Non dimentichiamo la sofferenza di quel popolo, specialmente dei bambini, degli anziani, delle persone malate. Preghiamo, preghiamo!"



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