Siria, restituite case e terreni ai cristiani di Ghassanieh

L'ha annunciato il custode di Terra Santa, padre Ielpo. Il villaggio cristiano della Valle dell'Oronte era stato occupato, 14 anni fa, dalle milizie islamiste
November 12, 2025
Dopo 14 anni di assenza forzata per via dell'occupazione delle milizie islamiste, le famiglie cristiane del villaggio di Ghassanieh, in Siria, hanno riavuto le loro case e le loro terre. Quello che sta avvenendo, spiega padre Francesco Ielpo, Custode di Terra Santa, ai media vaticani, "rappresenta un segno di rinascita comunitaria, della forza della fede e della potenza del perdono, su cui si fonda ogni autentica ricostruzione". In una lettera indirizzata ai frati, padre Ielpo scrive: "Desidero condividere con tutti voi una grande gioia che riguarda non solo la nostra fraternità di Siria, ma l'intera Custodia di Terra Santa. Un segno di riconciliazione che si colloca provvidenzialmente nel Giubileo della speranza". La comunità cristiana di Ghassanieh è una delle storiche della Valle dell'Oronte, luoghi dove la Chiesa ha radici antichissime: i cristiani qui amano definirsi i discendenti di san Paolo, perché l'apostolo deve per forza essere passato da queste colline nel suo tragitto da Gerusalemme ad Antiochia. Ma sono anche le comunità, ricorda Asianews, che hanno più sofferto la persecuzione dopo il 2011, quando in queste aree si insediarono le milizie islamiste nella lunga guerra contro il regime di Bashar al Assad. Il convento di Ghassanieh, in particolare, è stato il luogo del martirio di padre Francois Mourad, religioso siriano ucciso il 23 giugno 2013 mentre con i frati della Custodia francescana di Terra Santa prestava servizio pastorale e assistenza ai profughi.

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