sabato 22 maggio 2021
Secondo AsiaNews sarebbero stati arrestati il vescovo monsignor Zhang Weizhu, sette sacerdoti e 10 seminaristi.
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Foto di archivio - Ansa

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In soli due giorni, secondo quanto riportato da AsiaNews, «quasi tutto il personale ecclesiastico della prefettura apostolica di Xinxiang è stato azzerato con un’operazione delle forze di polizia della provincia dell’Hebei». Giovedì sono stati arrestati sette sacerdoti e 10 seminaristi presenti nell’edificio – una piccola manifattura di proprietà di un fedele cattolico che lo ha messo a disposizione – utilizzato come seminario diocesano.

L’azione avvenuta nel primo pomeriggio avrebbe coinvolto, ricostruisce l’agenzia, «cento poliziotti di Cangzhou, Hejian e Shaheqiao» che hanno proceduto all’arresto di quattro sacerdoti, insegnanti del seminario, e altri tre sacerdoti che svolgono lavoro pastorale. «Insieme a loro – hanno aggiunto le fonti locali contattate dall’agenzia AsiaNews – sono stati arrestati 10 seminaristi che ricevevano lezioni nella fabbrica». Secondo le fonti locali dell’agenzia, venerdì ad essere arrestato sarebbe stato invece il vescovo, monsignor Giuseppe Zhang Weizhu, 63enne e dal 1991 a capo della prefettura apostolica che accoglie circa 100mila fedeli ma non è riconosciuta dalle autorità cinesi preposte al controllo delle attività religiose.

In passato, ricorda l’agenzia d’informazione, monsignor Zhang era stato più volte arrestato e imprigionato per la sua attività pastorale considerata illegittima perché attuata senza l’approvazione ufficiale.

L’azione delle autorità non è stata motivata ufficialmente e sembra contrastare con i lenti passi compiuti nel dialogo e andare controcorrente rispetto al percorso intrapreso tra governo di Pechino e Santa Sede per un riconoscimento congiunto dei pastori cattolici a partire dall’Accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese riguardante la nomina dei vescovi del 22 settembre 2018, rinnovato alla scadenza biennale fino al 22 ottobre 2022.

Un cammino non certo facile, come peraltro riconosciuto dalle stesse autorità vaticane, ma che, nell’ottica di favorire la libertà religiosa e una distensione anche internazionale, cerca di superare ostacoli che per lungo tempo hanno segnato la Chiesa e la comunità cattolica della Repubblica popolare cinese che conterebbe attualmente fino a 16 milioni di fedeli.

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