lunedì 4 febbraio 2019
Scaduto l'ultimatum dato a Maduro per nuove elezioni. Svezia, Spagna, Portogallo, Francia, Gran Bretagna, Austria, Danimarca, Germania, Olanda, Lettonia, Lituania e Repubblica Ceca riconoscono Guaidó
Juan Guaidó, il leader dell'opposizione e presidente del Parlamento autoproclamatosi presidente ad interim per guidare il Venezuela a libere elezioni (Ansa)

Juan Guaidó, il leader dell'opposizione e presidente del Parlamento autoproclamatosi presidente ad interim per guidare il Venezuela a libere elezioni (Ansa)

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L'ultimatum è scaduto, Maduro non ha indetto le elezioni e oggi dall'Europa arriva l'annunciato riconoscimento di Guaidó come presidente ad interim del Venezuela. Fioccano le dichiarazioni (concertate) in tal senso: Svezia, Spagna, Portogallo, Francia, Gran Bretagna, Austria, Danimarca, Germania, Olanda, Lettonia, Lituania e Repubblica Ceca. È scaduto ieri l'ultimatum di 8 giorni che il 26 gennaio numerosi Paesi europei, sostenuti dall'Alto commissionario Ue Federica Mogherini, avevano dato al contestato presidente venezuelano Nicolas Maduro affinché cedesse il passo alla volontà popolare con nuove e libere elezioni. Dal 23 gennaio Juan Guaidó, presidente del Parlamento, si è autoproclamato presidente ad interim del Venezuela.

Le dichiarazioni dei leader europei

«Nicolas Maduro non ha convocato elezioni presidenziali entro il limite di otto giorni che avevamo deciso. Quindi il Regno Unito a fianco degli alleati europei ora riconosce Juan Guaidó come presidente costituzionale ad interim sino a quando potranno tenersi elezioni credibili. Speriamo questo ci avvicini alla fine della crisi umanitaria» ha twittato il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt.

«I venezuelani hanno il diritto di esprimersi liberamente e democraticamente. La Francia riconosce Juan Guaidó come "presidente incaricato" per attuare un processo elettorale. Sosteniamo il gruppo di contatto, creato con l'Ue, in questo periodo di transizione» scrive in un tweet il presidente francese Emmanuel Macron.

«È Juan Guaidó adesso la persona con la quale parliamo e dalla quale ci aspettiamo che al più presto dia l'avvio ad un processo elettorale» ha detto da Tokyo dove si trova in visita la cancelliera tedesca Angela Merkel. «Dal punto di vista tedesca edal punto di vista di molti partner europei è Guaidó illegittimo presidente ad interim», ha ribadito.

Il premier spagnolo, Pedro Sanchez ha sottolineato che il riconoscimento di Guaidó ha «un obiettivo chiaro», che è «convocare elezioni nel minor tempo possibile, elezioni libere, democratiche, con garanzie e senza esclusioni, in cui i venezuelani decidano il loro futuro senza paura, senza pressioni, senza minaccia». «Nelle prossime ore entreremo in contatto con le principali istituzioni europee, e con i vari governi europei latinoamericani, che vogliano unire gli sforzi per la causa della democrazia in Venezuela», ha aggiunto Sanchez ha anche sottolineato che il suo Paese appoggia il gruppo di contatto creato dall'Unione europea e «promuoverà all'Ue e all'Onu un piano di aiuti umanitari per affrontare con urgenza la grave situazione che vive il Venezuela».

Il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, su Twitter annunciando il riconoscimento di Guaidó aggiunge: «Conta sul nostro pieno appoggio negli sforzi per riportare la democrazia in Venezuela, che da troppo tempo soffre di una cattiva gestione socialista e di un'assenza di stato di diritto».

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L'appello di Guaidó: «L'Italia segua l'Europa»

«L'Italia segua l'Europa: non c'è tempo» ha detto Guaidó in un colloquio con il Corriere della sera in cui chiede di «ascoltare la voce degli italiani che vivono in Venezuela» e avverte: «La via del dialogo è esaurita». «Non c'è stallo - spiega Guaidó - e non c'è alcuna possibilità che l'attuale situazione in Venezuela si stabilizzi. Da qui possiamo andare soltanto a un cambiamento radicale».

«Non è facile per noi - prosegue - capire la politica italiana o le difficoltà interne del vostro governo ad assumere certe posizioni. Immagino che anche il resto del mondo non possa capire fino in fondo come funzionano le cose da noi. Ma qui ci sono alcuni fatti evidenti che in Italia si devono conoscere. In Venezuela - ricorda - negli ultimi quindici anni sono morte a causa della violenza 250 mila persone. Nel nostro Paese c'è stato un bagno di sangue a causa dell'esplosione della criminalità, alla quale vanno aggiunte le azioni delle forze di repressione di Maduro che hanno commesso innumerevoli violazioni dei diritti umani comprese vere e proprie esecuzioni. Questa è la triste realtà del nostro Paese, sono fatti».

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Mattarella: non si esiti tra democrazia e violenza

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto con chiare parole sul dossier Venezuela, che divide la politica italiana. Il capo dello Stato ha esortato alla responsabilità e a una chiarezza condivisa con l'Unione Europea, mettendo in guarda dall'esitare nella scelta tra schierarsi con la democrazia o con la violenza. La situazione in Venezuela, ha detto a margine dell'inaugurazione del centro rifugiati Astalli a Roma, «richiede senso di responsabilità e chiarezza su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e i nostri partner l'Ue. Non ci può essere incertezza né esitazione: la scelta tra la volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall'altro la violenza della forza».

Una fonte della Farnesina ha precisato che la posizione italiana è in linea con quella dei partner Ue, eccetto che «per ora non riconosciamo Guaido come presidente ad interim». Questo, ha spiegato, non significa che l'Italia sostenga Maduro: «Anche noi vogliamo che siano indette le elezioni presidenziali». Roma non è l'unica capitale europea a opporsi al riconoscimento di Guaido. Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, a chi gli chiedeva se l'Irlanda seguisse i principali Paesi dell'Unione nel riconoscere Guaido presidente, ha risposto: «No, la nostra posizione è chiara. Vogliamo vedere elezioni libere e corrette che consentano ai cittadini venezuelani di prendere una decisione democratica».

L'appoggio di Canada e Usa, il niet di Mosca

Già all'indomani dell'autoproclamazione a presidente ad interim, Guaidó aveva incassato il sostegno degli Stati Uniti e del Canada. Oggi Il premier canadese Justin Trudeau ha parlato al telefono con il leader dell'opposizione venezuelana Guaidó, elogiandone «il coraggio e la leadership». La telefonata arriva un giorno prima dell'incontro a Ottawa dei ministri degli Affari esteri del Gruppo di Lima, di cui 11 su 14 membri hanno riconosciuto Guaidó.Una fonte della Farnesina ha precisato che la posizione italiana è in linea con quella dei partner Ue, eccetto che "per ora non riconosciamo Guaido come presidente ad interim".Questo, ha spiegato la fonte, non significa che l'Italia sostenga Maduro: "Anche noi vogliamo che siano indette le elezioni presidenziali".Roma non è l'unica capitale europea a opporsi al riconoscimento di Guaido.Il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, a chi gli chiedeva se l'Irlanda seguisse i principali Paesi dell'Unione nel riconoscere Guaido presidente, ha risposto: "No, la nostra posizione è chiara. Vogliamo vedere elezioni libere e corrette che consentano ai cittadini venezuelani di prendere una decisione democratica".

La Russia ribadisce invece la condanna dei «tentativi di legittimare il potere usurpato» che costituirebbero «un'interferenza negli affari interni del Venezuela». Lo ha detto il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, parlando ai giornalisti del riconoscimento di Guaidó da parte di vari Paesi europei. A fianco di Maduro sono schierati anche Cina, Cuba, Turchia e Iran.

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