venerdì 20 maggio 2022
Addio a inni e bandiere russe sul podio, ma anche addio ai valori universali dello sport. Tantissime le federazioni internazionali che hanno escluso dalle competizioni gli atleti russi e bielorussi
Atleti russi e guerra: è giusto sanzionare (e boicottare) anche lo sport?
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Addio a inni e bandiere russe sul podio, ma anche addio ai valori universali dello sport. Sono state tantissime le federazioni internazionali che hanno escluso dalle competizioni non solo gli atleti russi, ma anche i bielorussi, considerando Minsk satellite del regime putiniano, a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. ​
Intanto i russi Elena Isinbayeva e Shamil Tarpishchev, membri effettivi del Comitato Olimpico Internazionale, hanno preso parte alla terza e ultima parte della 139° sessione del Cio iniziata nel febbraio scorso a Pechino durante i Giochi invernali. E il Cio, nel dare comunicazione, ha ribadito che gli ex atleti russi Isinbayeva (campionessa nel salto con l’asta) e Tarpishchev (campione di tennis) "in base alla Carta Olimpica non sono rappresentanti del loro Paese all'interno del Cio".
Dunque, se da un lato il Cio ha rifiutato le richieste ricevute di escludere i funzionari russi e bielorussi in risposta all'invasione militare russa in Ucraina, lasciando loro almeno uno spazio di rappresentanza politica; dall'altro è stato lo stesso Comitato olimpico Internazionale ad aver raccomandato già a fine febbraio alle Federazioni Internazionali e agli organizzatori di eventi sportivi di non consentire la partecipazione di atleti russi e bielorussi alle competizioni internazionali.

Sanzioni sì, sanzioni no?

Viene da chiedersi perché gli atleti vengano esclusi dalle competizioni europee e mondiali, mentre i funzionari mantengono i loro ruoli di potere. Tra l'altro, le esclusioni ad personam degli atleti russi se da un lato aggravano l’isolamento della Russia, dall’altro si basano su un terreno controverso.

Secondo diversi giuristi esperti in diritto dello sport, la discriminazione sulla base del passaporto rimane una via giuridicamente impercorribile. «La sanzione ai singoli non ha fondamento», ha spiegato Leandro Cantamessa, docente di diritto sportivo in un'intervista all'Espresso, «salvo forse il caso di un atleta apertamente schierato per l’invasione. Nemmeno chi tace può essere punito».

Va detto, però, che molti sport, calcio in primis, si sono rifiutati di praticare delle sanzioni individuali in base al principio per cui le leghe professionistiche sono organismi privati e ognuna decide per sé. La lega statunitense National Hockey League (Nhl), che organizza il maggiore campionato di hockey su ghiaccio, tra l’altro lo sport preferito da Putin, è entrata nel vivo dei playoff ed è pronta ad assegnare la Stanley Cup, con oltre quaranta giocatori russi in pista che non intende sanzionare in alcun modo, nemmeno quelli apertamente filoputiniani.

Nelle ultime ore ha fatto molto scalpore la decisione ufficiale dell'Association of Tennis Professionals (ATP) riguardo la prossima edizione di Wimbledon. L'organizzazione tennistica maschile ha annunciato che non verranno distribuiti punti nella prossima edizione dello storico Slam londinese. L'Atp ha chiarito questa decisione: "La possibilità per i tennisti di qualsiasi nazionalità di partecipare ai tornei in base al merito e senza alcuna discriminazione è alla base del nostro sport e del circuito intero. La decisione di Wimbledon di vietare ai tennisti russi e bielorussi di gareggiare nel Regno Unito mina l'integrità del sistema del ranking Atp ed è assolutamente incoerente con le classifiche attuali. Di conseguenza e con estremo rammarico siamo costretti a rimuovere i punti del Ranking Atp per la prossima edizione di Wimbledon". Una decisione che era nell'aria, ma non per questo meno prorompente, soprattutto perché colpisce il totem del tennis mondiale, il torneo più antico al mondo, il più ambito, il più ricco, che in queste condizioni sarà in pratica un'esibizione. La Women’s Tennis Association (Wta), la lega del tennis femminile, ha preso il medesimo provvedimento per Wimbledon.

La decisione dei due organi del tennis professionistico è arrivata in seguito alla forte e contestata presa di posizione dell’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Wimbledon (insieme alla Federtennis britannica) di negare l’accesso all’evento 2022 a tennisti e tenniste russi e bielorussi. Un segnale forte in opposizione all’invasione dell’Ucraina in fine febbraio, consigliata – ma non imposta – dal governo di Boris Johnson.

Come ha reagito la Russia al boicottaggio sportivo messo in atto dal resto del mondo

Il vicepresidente del Russian Olympic Committee (Roc) Igor Levitin, già settimane fa, aveva dichiarato: «Dobbiamo tornare alle origini del nostro sport nazionale, lo sport sovietico». Un invito subito accolto dal governo di Mosca, con il ministro dello Sport, Oleg Matytsin, a fare proprie e a rilanciare le posizioni del Roc. Secondo Matytsin, «uno specifico piano d’azione» è già stato elaborato dalla Russia e dalla Bielorussia, l’altra vittima del bando internazionale.

In Russia si è parlato di un modello di competizione sportiva che richiami alle Spartachiadi - i giochi dell’Internazionale comunista tenuti fra il 1928 e il 1952. Ma non potrà esistere se del tutto autarchico, perché la competizione è di per sé apertura all’altro e dunque andranno sicuramente coinvolti altri Paesi con i quali gareggiare. E se la Cina è il sogno proibito, più semplice potrebbe rivelarsi la partecipazione di Armenia, Kazakhstan e Tajikistian, Paesi rimasti vicini per convenienza economico-politica al Cremlino.

Nel frattempo, in Russia si sono svolte le prove generali per replicare all'accerchiamento sportivo del resto del mondo con la Coppa “Pace e amicizia” di pallamano, nella quale la Cina ha partecipato con una rappresentativa che utilizzava il curioso pseudonimo diplomatico Goldhand United, a riprova dell’equilibrismo politico di Pechino che non intende prendere posizione rispetto al conflitto ucraino-russo, e con un memorial Savvin di pallavolo, organizzato in risposta al fatto che i Mondiali di volley avrebbero dovuto giocarsi in Russia ma sono stati spostati in Polonia e Slovenia. E anche in questa seconda competizione dovrebbero prendere parte Cina, Serbia, Cuba, Turchia, Iran, Repubblica Dominicana e Thailandia, tutti Paesi considerati su posizioni filorusse.

Sebbene questa guerra, come ha ricordato Thomas Bach, presidente del Comitato Olimpico, «non è stata iniziata dal popolo russo, dagli atleti russi, dal Comitato olimpico russo o dai membri russi del Cio» rappresenta «una palese violazione della tregua olimpica e le conseguenze politiche, sociali ed economiche della guerra ne fanno un punto di svolta nella storia mondiale» e dello sport.
Rimane il dubbio se di fronte a un mondo sempre più diviso in blocchi contrapposti, lo sport non avrebbe, invece, potuto proseguire quel processo di esportazione in ogni angolo del mondo, di trasformazione in uno spettacolo globale che tiene insieme, anche per convenienza economica e politica, anziché dividere.

E invece, questa guerra sembra aver segnato uno spartiacque più grande, doloroso per certi versi e assolutamente divisivo, come aveva già di fatto preannunciato la vicenda di Ivan Kuliak il ginnasta russo che aveva sfoggiato la lettera “Z”, il simbolo dell'invasione dell'Ucraina da parte del suo Paese su un podio di medaglie in Coppa del mondo. Un gesto che di sportivo non aveva nulla e per il quale, pochi giorni fa, Kuliak è stato bandito dalle competizioni per un anno. Una commissione disciplinare della Gymnastics Ethics Foundation (Gef) ha rilevato che Kuliak ha violato le regole della Federazione internazionale di ginnastica (Fig), l'organo di governo dello sport, nella premiazione della Coppa del Mondo a Doha a marzo 2022 e dunque dovrà restituire la sua medaglia di bronzo e un premio in denaro di 500 franchi svizzeri.
Come Kuliak anche il nuotatore Evgeny Rylov, doppio campione olimpico, è stato bandito da tutte le competizioni per nove mesi dopo aver partecipato alla manifestazione del 18 marzo scorso alla manifestazione a favore di quella che in Russia viene definita l’operazione militare speciale in Ucraina, e alla quale era presente anche il presidente russo.


Le sanzioni nei confronti di atleti e squadre russe

Di seguito, dal tennis al basket, dalla formula 1 al calcio, passando per l’hockey, pubblichiamo una carrellata più dettagliata, ma non esaustiva, su come ha reagito finora il mondo sportivo internazionale alla direttiva del Comitato Olimpico internazionale dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

La Uefa ha inasprito le sanzioni contro il calcio russo all’inizio di maggio. Addio alla Nation League. Addio agli Europei di calcio femminile in programma a luglio nel Regno Unito. E addio a tutti i tornei continentali per club: Champions, Europa e Conference League, Champions femminile e Youth League. A fine febbraio l’Uefa e la Fifa avevano annunciato la sospensione della Russia da ogni competizione. Una stangata contro cui Mosca aveva presentato ricorso presso il Tribunale Arbitrale Sportivo, piegandosi invece alla decisione della Fifa, con la conseguente esclusione dai prossimi Mondiali del Qatar. L’esclusione dei club dalle competizioni europee è stata estesa alla stagione 2022-2023. Niente Champions League dunque per lo Zenit e niente Europa League per lo Spartak. La Uefa ha anche spostato allo Stade de France la finale di Champions, in programma a San Pietroburgo. Non solo. La Russia non potrà organizzare né Euro 2028 né 2032: la sua candidatura è stata cestinata.

Tennis: russi e bielorussi fuori da Wimbledon
Al momento i tennisti bielorussi e russi possono continuare a giocare nei tour ATP e WTA così come nei Grandi Slam. Ma non scenderanno in campo con i colori e il nome del loro Paese «fino a nuovo avviso». A luglio, però, non parteciperanno a Wimbledon. Così Daniil Medvedev e Andrej Rublëv, rispettivamente l’ex numero uno della classifica Atp e il recente vincitore del torneo di Belgrado contro il capolista Atp Novak Djokovic, non si esibiranno sul prato londinese, gestito dall’All England tennis and croquet club che è un circolo privato e può scegliere chi non invitare sui campi di Wimbledon. Invece giocheranno come atleti neutrali sulla terra battuta del Foro Italico che è un impianto del Coni, dunque pubblico.
La Federazione russa e bielorussa sono state espulse anche dalla Billie Jean King Cup e proprio dalla Coppa Davis. Sospesi anche i tornei ATP e WTA di Mosca, in programma per il prossimo ottobre.

Basket: club esclusi da Eurolega ed Eurocup
I club russi sono stati ufficialmente esclusi dall’Eurolega e dall‘Eurocup. Lo ha stabilito il board dell’Eca, che a febbraio aveva già sospeso le stesse squadre in attesa di osservare gli sviluppi della guerra in Ucraina. I risultati delle gare giocate finora dalle russe sono stati cancellati. Sono quattro i club esclusi dai due tornei: il Cska Mosca, lo Zenit San Pietroburgo e l’Unics Kazan per l’Eurolega; il Lokomotiv Kuban Krasnodar per l’Eurocup. La Federazione internazionale di pallacanestro (Fiba) ha escluso atlete e atleti da tutte le sue competizioni comprese le qualificazioni ai Mondiali del 2023.

Formula 1: cancellato il Gran Premio di Sochi
Non solo niente Gp di Sochi o di San Pietroburgo: la Formula 1 ha cancellato la Russia dal panorama motoristico mondiale. È stato infatti risolto il contratto con il promotore del gran premio di Russia. Il che significa niente gare nemmeno in futuro. I piloti russi possono correre solo sotto bandiera neutra, senza simboli e colori. Nemmeno sui social.

Ciclismo: fuori le squadre russe e bielorusse dal calendario Uci
L’Unione ciclistica internazionale (Uci) ha sospeso i team russi e bielorussi da tutti gli eventi in calendario e non prenderà in considerazione ulteriori richieste da squadre di questi due Paesi. Il provvedimento preso a marzo ha colpito otto squadre: Continental Team Vozrozhdenie (RUS), Track Team Marathon – Tula Cycling Team (RUS), Continental Team CCN Factory Racing (BLR), Continental Team Minsk Cycling Club (BLR); Women’s Continental Team Minsk Cycling Club (BLR) e il ProTeam Gazprom- RusVelo dove militano sette corridori italiani (Marco Canola, Christian Scaroni, Matteo Malucelli, Giovanni Carboni, Andrea Piccolo, Alessandro Fedeli e Nicola Conci). Via libera invece agli atleti russi sotto contratto con altre squadre, ma tenendo una linea di condotta ben precisa: «Qualsiasi partecipazione di atleti russi o bielorussa deve essere in veste neutrale e gli organizzatori sono tenuti a ritirare qualsiasi riferimento alla Russia o alla Bielorussia, inclusi il nome, gli emblemi, gli acronimi e le bandiere, e sostituirli con un riferimento o una denominazione neutrale su tutti i documenti relativi all’evento e in linea con le istruzioni dettate dall’Uci».

Rugby: Russia e Bielorussia sospese fino a nuovo avviso
Il World Rugby a inizio marzo ha annunciato di aver sospeso fino a nuovo ordine la membership della Russia all’interno dell’ente mondiale di questo sport. Allo stesso tempo, la Russia e la Bielorussia sono state sospese, sempre “fino a nuovo ordine”, da tutte le attività di rugby a livello internazionale. Questo significa che le poche speranze di Mosca di qualificarsi per la Coppa del Mondo del prossimo anno in Francia sono del tutto svanite. «World Rugby», si legge nel comunicato dell’ente, «ribadisce la sua condanna dell’aggressiva invasione dell’Ucraina da parte della Russia e l’agevolazione di questa azione da parte della Bielorussia. Il comitato esecutivo del World Rugby ha deciso di adottare ulteriori misure immediate per proteggere la famiglia del rugby e prendere una posizione ferma contro il conflitto in linea con le raccomandazioni del Comitato Olimpico Internazionale». Nella nota si annuncia anche la «sospensione totale e immediata di Russia e Bielorussia da tutte le attività internazionali di rugby e dalle attività transfrontaliere dei club di rugby fino a nuovo ordine», oltre alla «sospensione totale e immediata della membership dell’Unione di Rugby russa alla World Rugby fino a nuovo ordine».

Pallavolo: niente Mondiali in Russia ed esclusione di giocatori, club, nazionali russi e bielorussi in Europa
La Federazione Internazionale di Pallavolo ha deciso di togliere alla Russia l’organizzazione della Coppa del Mondo 2022 (agosto-settembre). La competizione si svolgerà in Polonia e Slovenia. Sulla stessa scia, la Confederazione europea di pallavolo ha deciso di escludere squadre, club, giocatori e dirigenti russi e bielorussi da tutte le competizioni di pallavolo, beach volley e snow volley. Ha inoltre sospeso tutti i membri delle due federazioni nazionali dalle loro funzioni europee.

Atletica leggera: esclusi dalle competizioni atleti russi e bielorussi
La World Athletics, la federazione internazionale di atletica leggera, ha annunciato all’inizio di marzo che gli atleti russi e bielorussi saranno esclusi da tutte le competizioni future con effetto immediato. Non potranno dunque prendere parte ai prossimi Mondiali outdoor a Eugene in Oregon, in programma il prossimo luglio.

Pallamano: sospese le squadre e le selezioni russe e bielorusse
La Federazione europea di pallamano ha sospeso le Nazionali e i club bielorussi e russi dalla Champions League e dall’European League.

Hockey: niente Mondiali

La Nazionale russa di hockey, oro di Pyeongchang nel 2018 e argento a Pechino 2022 (dove venne sconfitta dalla Finlandia) non potranno partecipare ai prossimi campionati del mondo. La Federazione internazionale di hockey su ghiaccio (IIHF) ha deciso di sospendere la Russia e la Bielorussia dopo le raccomandazioni del Cio.

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