venerdì 26 giugno 2015
Venerdì di sangue. Strage di turisti a Sousse, in Tunisia: 38 vittime, ci sono inglesi, tedeschi e belgi. Lo Stato islamico rivendica. A Lione macabro attacco a un impianto di gas. A Kuwait City autobomba contro una moschea sciita: 25 morti.
Armi del terrore, non possono prevalere di Andrea Lavazza

INTERVISTA «Non si vuole una Tunisia democratica» (L. Geronico)
ANALISI Europa, Asia e Africa: terrore globale (P.M. Alfieri)
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Venerdì di sangue in tre continenti: Asia, Africa e Europa per un'ondata di attacchi terroristici di matrice islamista. In Francia, un attentato compiuto in un sito di gas industriale vicino Lione ha fatto un morto e due feriti lievi. A Kuwait City, un kamikaze si è fatto saltare in aria in una moschea sciita, durante le preghiere del venerdì: sono morte 25 persone, centinaia i feriti. L'Is ha rivendicato l'attacco kamikaze. Ma l'episodio più grave è avvenuto in Tunisia: due resort sulla spiaggia di Sousse sono finiti nel mirino di un gruppo di terroristi. I morti, con un bilancio aggiornato di ora in ora, sono 38 compresi alcuni stranieri. Lo ha reso noto il portavoce del ministero dell'Interno, Mohamed Ali Laroui, che ha parlato di turisti inglesi e tedeschi. Ci sarebbero anche turisti del Belgio. Una trentina i feriti. Secondo le autorità, l'assalto a Sousse, nella zona di port El Kantaoui, sarebbe stato condotto da almeno due terroristi, uno dei quali, armato di kalashnikov è stato ucciso dalle forze di polizia in uno scontro a fuoco avvenuto sulla spiaggia. L'altro è stato invece arrestato.

L'altro autore della strage, che è morto, è uno studente non conosciuto alle forze dell'ordine, originario di Qayrawan, nel centro del Paese, una delle città sante dell'islam e sede della più antica moschea del Maghreb. Lo riferisce il segretario di Stato tunisino per gli Affari di sicurezza, Rafik Chelly, citato dai media locali. Il giovane è arrivato sulla spiaggia armato con un kalashnikov nascosto sotto un ombrellone e ha subito aperto il fuoco contro le persone sulla spiaggia per poi essere ucciso dalle forze di sicurezza. Un altro attentatore è stato arrestato dalle forze di sicurezza dopo una fuga durata poche ore."Pensavamo fossero dei petardi, ma abbiamo capito velocemente quello che stava accadendo", ha raccontato a Sky News un turista inglese, Gary Pine. "C'è stata una fuga di massa dalla spiaggia - ha aggiunto - mio figlio era in acqua e io e mia moglie gli abbiamo urlato di uscire e lui è corso fuori e ha visto una persona mentre veniva colpita". I turisti si sono quindi rintanati nelle proprie camere di albergo. Gli hotel finiti nel mirino sono il Riu Imperial Marhaba e il Riu Bellevue. Nei giorni scorsi lo Stato islamico aveva lanciato un appello ad aumentare gli attentati nel mese di Ramadan.L'unità di crisi della Farnesina è in contatto con l'ambasciata di Tunisi.Non ci sono ancora dati certi sulla possibile presenza di italiani coinvoltinell'attentato avvenuto oggi nella zona di Sousa. "Hanno recintato la zona", hanno riferito fonti dell'ambasciata. "Un nostro funzionario è in viaggio" verso la località colpita. "Siamo in attesa dei dati da partedell'hotel e delle autorità" sulla possibile presenza di connazionali. "Al momento non risulta nessun cittadino italiano tra le vittime" ha detto in serata il viceministro dell'Interno Bubbico.   Il premier Matteo Renzi da Bruxelles, ha espresso "grande dolore e vicinanza" per gli attentati in Tunisia, a cui "va la nostra amicizia, solidarietà e condoglianze". Sousse, situata sulla costa centro-orientale tunisina, è capoluogo del governatorato omonimo, terza città tunisina per popolazione, uno dei poli turistici pIù importanti del Paese e la sua Medina è stato inserito nel Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco.È Je Suis #Kantaoui la frase che domina, su sfondo nero, sui social media e su Instagram sotto l'hashtag #Sousse. Si tratta di un'iniziativa che coinvolge gli utenti di Twitter e di Facebook per mostrare solidarietà alle vittime, come già era successo a marzo con Je Suis #Bardo, in riferimento all'attentato costato la vita a 21 turisti al Museo nazionale del Bardo a Tunisi, e ancora prima a gennaio con Je Suis #Charlie, in riferimento alla strage compiuta all'interno della redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo.Mattarella: colpiti da violenza. "In un giorno in cui la violenza fondamentalista esprime in modo così barbaro la sua strategia di terrore va anzitutto espressa solidarietà alla Tunisia, al Kuwait, alla Francia, e agli altri Paesi  che hanno avuto vittime negli attacchi terroristici. Nella comunità internazionale dobbiamo sentirci tutti colpiti da questa violenza crudele e reagire aumentando, con determinazione e immediatezza, l'azione comune contro il terrorismo" ha detto il presidente della Repubblica in una dichiarazione.
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