
Ansa
Nastya aveva 7 anni. Era arrivata in Israele da Odessa, in Ucraina, con la sua famiglia. Nastya era malata di leucemia. Doveva ricevere cure mediche nel Paese, purtroppo ha rovato la morte. È lei una delle vittime dell'attacco missilistico lanciato dall'Iran a Bat Yam nella notte di domenica.
Il missile che è piombato sul luogo in cui viveva portava con sé 500 chili di esplosivo ed è caduto sul suo condominio, a Bat Yam, a sud di Tel Aviv, centro diventato tristemente noto negli ultimi giorni perché colpito più volte dall'esercito di Teheran. Sono morti cinque membri della famiglia ucraina, tra cui tre bambini: oltre a Nastya, c'erano Ilya, 14 anni, e Konstantin, 10. La madre Maria Pashkurov, 30 anni, risulta dispersa ed è considerata morta. L'altra vittima è la nonna, Olena Sokolova, 54 anni.
Il numero delle persone uccise nell'attacco missilistico a Bat Yam è salito poi nelle ultime ore a otto. La famiglia, che non è ebrea, era arrivata in Israele nel 2022 per le cure oncologiche della piccola. In un primo momento, l'esito delle cure era stato rassicurante, ma poi si è ripresentata la leucemia linfoblastica acuta. Il padre di Nastya, Artem, presta servizio nella brigata Saar dell'esercito ucraino, sul fronte contro la Russia. Sia lui che il marito della nonna sono ancora in Ucraina poiché non è permesso loro di uscire dal Paese in guerra agli uomini di età inferiore ai 60 anni. Artem aveva raccolto donazioni in Ucraina per le cure della figlia, e la nonna Olena aveva raggiunto la figlia e la nipote, portando con sé gli altri due nipoti.