sabato 13 agosto 2022
Contro l'autore de "I versetti satanici" nel 1989 una fatwa "milionaria" dell'ayatollah Khomeini, rinnovata da Khamenei anche nel 2019
Lo scrittore Salman Rushdie

Lo scrittore Salman Rushdie - Reuters

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Da oltre 30 anni sotto la minaccia di morte dell'Iran e dell'estremismo islamico, lo scrittore Salman Rushdie, rischia di perdere un occhio dopo essere stato accoltellato ieri a un festival letterario nello Stato di New York.

L'autore dei "Versetti satanici" è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico dopo il trasporto in elicottero in ospedale ed è attaccato a un respiratore, con gravi danni al braccio e al fegato. "Le notizie non sono buone. Salman è attaccato ad un respiratore, in questo momento non è in grado di parlare", ha fatto sapere l'agente dello scrittore, Andrew Wylie, dopo l'intervento chirurgico durato diverse ore. "Probabilmente perderà un occhio, i nervi del suo braccio sono stati recisi e il suo fegato è stato ferito e danneggiato", ha detto al New York Times.

L'aggressore sarebbe filo-iraniano. "Congratulazioni" da media di Teheran

Per l'aggressione è stato arrestato un 24enne del New Jersey, Hadi Matar. Dalle prime indagini risulta che avesse pubblicato più volte sulle reti sociali messaggi a supporto dell'Iran e dei Guardiani della Rivoluzione e aveva espresso esplicito sostegno per l'estremismo sciita. Da decenni Rushdie è nel mirino dei fondamentalisti islamici dopo che l'allora ayatollah Khomeini, in seguito alla pubblicazione del libro considerato "blasfemo", promise 3 milioni di dollari a chi l'avesse ucciso.

Il principale quotidiano ultraconservatore iraniano, Kayhan, oggi si è congratulato con Hadi Matar. "Congratulazioni a quest'uomo coraggioso e consapevole del dovere che ha attaccato l'apostata e vizioso Salman Rushdie", scrive il giornale, il cui direttore è nominato dala guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei. "Baciamo la mano di colui che con un coltello lacerò il collo del nemico di Dio". L'agenzia di stampa iraniana Fars in un editoriale si augura che Rushdie "tiri le cuoia". "Anche se finora non c'è nessuna notizia sulla sua morte - si legge - auguriamo che tiri le cuoia e con la morte di questo autore satanico il cuore ferito dei musulmani possa guarire dopo tutti questi anni". Le autorità iraniane finora non hanno commentato ufficialmente il tentato omicidio.

Il fatto: accoltellato sul palco durante una conferenza

L'attacco è avvenuto ieri alle 10.45 ora locale (le 16.45 in Italia), poco dopo che Rushdie era salito sul palco del Chautauqua Institution, a un centinaio di chilometri da Buffalo, per tenere una conferenza. Hadi Matar, che secondo testimoni indossava una mascherina nera, si è alzato dalla platea, è saltato sul palco e si è avventato sullo scrittore colpendolo "al collo e almeno una volta all'addome", secondo la ricostruzione della polizia. Colpito anche il moderatore della conferenza, Ralph Henry Reese, che è stato dimesso dall'ospedale qualche ora dopo. "Tutto si è svolto in una manciata di secondi", ha detto un testimone. "Era coperto di sangue, colava sul pavimento". Lo scrittore è stato soccorso da un medico presente in sala e poi è stato trasportato in elicottero in ospedale.

Alle indagini sta collaborando anche l'Fbi. In serata una folla di curiosi e vicini si è ammassata davanti alla casa dell'aggressore a Fairview, in New Jersey, ma è stata allontanata dalla polizia che ha chiuso la strada.

Solidarietà da tutto il mondo, dagli scrittori ai capi di Stato

"Condanniamo ogni forma di violenza e vogliamo che tutti abbiano la libertà di parlare e scrivere la verità", ha dichiarato la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, elogiando il poliziotto intervenuto subito dopo l'assalto allo scrittore.

"Gli ha salvato la vita", ha detto. Il premier britannico Boris Johnson ha condannato l'attacco. "Inorridito dal fatto che Salman Rushdie sia stato accoltellato mentre esercitava un diritto che non dovremmo mai smettere di difendere", ha twittato. "In questo momento i miei pensieri sono con i suoi cari. Speriamo tutti che stia bene". Emmanuel Macron ha assicurato che la Francia "è al fianco di Rushdie". "La sua lotta è la nostra", ha scritto su Twitter il presidente francese. Solidarietà all'autore è stata espressa da tutto il mondo letterario e da tanti scrittori.

Stephen King si è augurato che Rushdie "stia bene", mentre J.K. Rowling ha definito l'attacco "una notizia orribile". "Sto molto male, speriamo che stia bene", ha scritto su Twitter l'autrice della saga di Harry Potter. PEN America, l'organizzazione no profit che lavora per difendere e celebrare la libertà d'espressione, ha definito l'aggressione "brutale e premeditata". "Non possiamo pensare a nessun incidente paragonabile a questo violento attacco pubblico contro uno scrittore sul suolo americano", si legge in una nota dell'organizzazione, ha sottolineato l'amministratore delegato, Suzanne Nossel, la quale ha raccontato che Rushdie le aveva inviato un'email poche ore prima dell'aggressione offrendo aiuto per gli autori ucraini. "Crediamo che la sua voce essenziale non possa e non sarà messa a tacere".

D'origine musulmana, dal 1989 una fatwa per la sua morte

Rushdie, nato a Bombay nel 1947 da una famiglia musulmana originaria del Kashmir, si trasferì nel Regno Unito a 14 anni dove completò gli studi in Storia al King's College di Cambridge, ottenendo la cittadinanza britannica nel 1964.

L'evento che cambiò per sempre la sua vita arrivò il 14 febbraio del 1989, sei mesi dopo la pubblicazione dei "Versetti satanici", quando l'ayatollah Khomeyni, la guida suprema dell'Iran e autorità per tutti i musulmani sciiti, emise una fatwa chiedendo la morte di Rushdie e dei suoi editori. "Invito tutti i valorosi musulmani, ovunque si trovino nel mondo, ad ucciderli senza indugio, in modo che nessuno oserà d'ora in poi insultare le sacre credenze dei musulmani", dichiarò Khomeyni offrendo una ricompensa da 3 milioni di dollari. La guida suprema Ali Khamenei ha rinnovato la fatwa nel 2017, e nel 2019 via Twitter.

Nell'agosto del 1989 una bomba scoppiata anzi tempo in un albergo londinese vicino alla stazione di Paddington uccise uno degli attentatori, Mustafa Mahmoud Mazeh. E nel 2005 un giornalista del Times scoprì in un cimitero di Teheran una lapide che commemorava Mazeh come "il primo martire a morire in una missione per uccidere Salman Rushdie".

Nel luglio del 1991 il traduttore italiano dei Versetti, Ettore Capriolo, fu picchiato e ferito a coltellate nella sua casa milanese. Capriolo riportò molteplici ferite da taglio, guaribili in alcuni giorni, e la lacerazione di un tendine. L'aggressore voleva conoscere l'indirizzo di Rushdie.

Nello stesso mese fece una fine peggiore, morto assassinato, il suo traduttore giapponese, Hitoshi Igarash. Anche l'editore norvegese del libro, William Nygaard e il traduttore Kari Risvik furono minacciati dlala rete anti-Rushdie. Nonostante fossero messi sotto protezione, Nygaard venne ferito a colpi di pistola l'11 ottobre del 1993.

Rushdie racconta che ogni anno nel giorno della promulgazione della sua condanna, il 14 febbraio 1989, riceve un particolare biglietto di San Valentino dall'Iran dove gli viene ricordato che la condanna non è ancora venuta meno.

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