mercoledì 27 gennaio 2016
​A conclusione della visita a Roma, il presidente iraniano auspica scambi economici e tecnologici. Ma parla anche di libertà religiosa, lotta al terrorismo, rapporti con Usa e Arabia. Sulle statue velate: «Ringrazio».
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"Libertà di religione non significa libertà di offendere il credo degli altri". Lo ha detto il presidente iraniano Hassan Rohani, parlando in conferenza stampa stamani al termine della sua due giorni a Roma, e riferendo dell'udienza di ieri da papa Francesco in Vaticano. Nell'incontro con i giornalisti il presidente iraniano ha parlato a tutto campo: dal terrorismo ai migranti ai rapporti con Washington.Si apre una nuova epoca. Con la fine delle sanzioni "abbiamo lasciato l'inverno de nostri rapporti, spero che andiamo verso la primavera" ha dichiarato Rohani, a proposito delle prospettive economiche con l'Occidente a seguito dell'attuazione dell'accordo sul nucleare con le potenze mondiali. Rohani ha auspicato investimenti non solo commerciali, ma anche tecnologici.Libertà religiosa. "Con il Papa ci siamo trovati d'accordo sul fatto che tutte le religioni sono da rispettare. Creare divisioni al riguardo non conviene a nessuno", ha detto Rohani. Nel colloquio con papa Francesco, ha aggiunto, "abbiamo anche parlato di come utilizzare al meglio le religioni per contrastare la violenza e le armi di distruzione di massa. Sappiano benissimo quanto siano pericolose. Dobbiamo distruggere queste armi perché possono arrivare a persone non equilibrate che possono incendiare il mondo". Le statue "coperte". "Statue coperte? I giornalisti sono interessati a seguire queste cose, io non ho niente da dire. Però so che gli italiani sono un popolo molto ospitale, popolo che cerca di fare tutto per mettere a proprio agio e li ringrazio": così il presidente iraniano, Hassan Rohani, ha risposto in conferenza stampa a una domanda sul caso delle statue coperte ai Musei Capitolini, che ha suscitato scalpore e polemiche.I rapporti con gli Usa. Secondo Rohani, "è possibile" in futuro che tra Iran e Usa ci siano "rapporti senza tensioni, ma la chiave è a Washington, non a Teheran, se fosse stata a Teheran io l'avrei usata". Gli Stati Uniti, ha precisato, "devono diminuire la pressione sull'Iran e gli iraniani", sottolineando che il Congresso Usa "appena succede una piccola cosa subito si adopera per nuove sanzioni, ma non hanno capito che l'epoca delle sanzioni è finita".Lotta al terrorismo. "L'Iran è un Paese contro il terrore, è impegnato a tutto campo per il contrasto ai terroristi. E anche di questo abbiamo parlato con le autorità italiane". Ha respinto le accuse di chi considera la Repubblica islamica un Paese finanziatore di gruppi jihadisti. "Negli ultimi anni tutti sanno come abbiamo affrontato Al Qaida, il Daesh, Boko Haram,", ha ricordato. "Abbiamo dato aiuto a tutti i paesi che ce l'hanno chiesto. Un esempio chiaro è rappresentato dall'Iraq, dal suo governo e dal suo popolo, che devono riprendere il controllo e devono difendere le loro città".I rapporti con Riad. Rohani assicura di voler stemperare le tensioni con l'altra potenza regionale, l'Arabia Saudita: "Non vogliamo continuare ad alimentare tensioni, qualsiasi controversia rende la situazione più difficile, ma la stabilità conviene a noi e loro: i terroristi devono essere cacciati dalla regione. Il problema odierno è il Daesh, il terrorismo, la guerra regionale tra Arabia Saudita e Yemen che deve essere fermata".Migranti. "Capisco che in Europa ci siano problemi economici e che la questione immigrati sia difficile, ma l'Europa è potente e arrivano migliaia di migranti: noi ospitiamo 3 milioni di afghani e non facciamo rumore. Li ospitiamo e basta". Così ha detto il presidente iraniano, Rohani. Nessun cenno invece al fatto che tra i migranti che arrivano in Turchia insieme agli afghani ci sono anche iraniani in fuga che si proclamano perseguitati politici.
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