giovedì 7 marzo 2024
Uomini armati in azione a Kuniga, nello Stato di Kaduna. In ostaggio dei jihadisti nello Stato di Borno, vicino al confine con il Camerun, un altro centinaio di civili: in prevalenza donne e bambini
Bambini tra le capanne del campo sfollati di El-Miskin, in Nigeria, nell'agosto del 2020

Bambini tra le capanne del campo sfollati di El-Miskin, in Nigeria, nell'agosto del 2020 - Afp

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Miliziani dell'Iswap in Nigeria

Miliziani dell'Iswap in Nigeria - Web

Oltre 200 studenti (alcune fonti affermano che sono 232) sono stati rapiti questa mattina a Kuriga, nella Chikun Local Government Area nello Stato di Kaduna, nella Nigeria settentrionale. Gli alunni appartengono alla scuola elementare Laa di Kuriga. Intorno alle 8:30 di oggi - come riferisce l'agenzia Fides - un commando armato arrivato dopo l'assemblea scolastica ha assalito la struttura sequestrando oltre ai bambini anche parte del personale, tra cui il preside, conducendoli nella vicina foresta. La scuola media e quella secondaria si sono trasferite alcuni anni fa nell'edificio scolastico all'interno della città di Kuriga a causa di problemi di sicurezza, abbandonando la scuola situata fuori città. Ma Kuriga è già stata teatro di un tragico assalto nel gennaio di quest’anno quando Mallam Idris Abu Sufyan, preside della scuola secondaria governativa Kuriga, è stato ucciso da banditi armati mentre cercava di resistere al rapimento. I malviventi sono riusciti a scappare con due donne in ostaggio tra le quali la moglie del preside ucciso.

Intanto, a distanza di una settimana si delineano i profili di un altro drammatico sequestro di massa della Nigeria a maggioranza musulmana. Sono scomparse infatti più di 100 persone rapite la scorsa settimana nel Nord-Est della Nigeria dai jihadisti: è stato un rapimento di massa di cui sono state vittime soprattutto donne e bambini prelevati dai campi per sfollati.
L'attacco è avvenuto venerdì scorso nel territorio di Ngalan, nello Stato di Borno, vicino al confine con il Camerun, dove le donne stavano raccogliendo legna da ardere. "Le donne avevano lasciato il campo per andare a prendere legna da ardere quando sono state fermate nella boscaglia e messe alle strette dai terroristi dell'Iswap (lo Stato islamico nella provincia dell'Africa occidentale, ndr), che hanno catturato la maggior parte di loro", ha raccontato Muhammad Goni, leader delle milizie civili (Cjtf). Si tratta di gruppi armati di autodifesa civile che assistono le forze armate nigeriane nella lotta contro il jihadismo. Lo Stato di Borno è il cuore di un'insurrezione jihadista che ha lasciato più di 40.000 morti e due milioni di sfollati dal 2009. Inizialmente era in azione soprattutto Boko Haram, ma nel 2016 la violenza si è aggravata con l'emergere del suo gruppo scissionista, l'Iswap appunto. Entrambi i gruppi cercano di imporre uno Stato islamico in un Paese che è a maggioranza musulmana nel nord e prevalentemente cristiano nel Sud. Ci sono stati sfollati soprattutto internamente, in Nigeria, ma anche rifugiati nei Paesi vicini (Camerun, Ciad e Niger).

I rapimenti sono un grave problema in tutta la Nigeria, che è anche alle prese anche con le milizie criminali nel Nord-Ovest e una recrudescenza di violenza intercomunitaria negli Stati centrali. Il mese scorso i rapitori hanno sequestrato almeno 35 donne di ritorno da un matrimonio nello Stato Nord-occidentale di Katsina. Il presidente Bola Ahmed Tinubu, arrivato al potere l'anno scorso, aveva promesso di affrontare la situazione di insicurezza ma in molte zone la violenza appare fuori controllo. C'è anche la questione delle regioni a prevalenza cristiana, quelle meridionali e vicine al Delta del fiume Niger: bersaglio i personaggi della Chiesa, con decine di sacerdoti sequestrati, da almeno tre anni a questa parte, a scopo di estorsione da autentiche bande criminali.

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