venerdì 24 maggio 2024
Il leader russo avrebbe espresso "frustrazione" per i tentativi sostenuti dall'Occidente e del presidente ucraino di ostacolare i negoziati
Il presidente russo Vladimir Putin

Il presidente russo Vladimir Putin - Reuters

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Pronto a fermare la guerra. Purché siano riconosciute le “vittorie” sul campo, vale a dire i territori strappati con la forza all’Ucraina. La rivelazione arriva dalla Reuters, che ha interrogato fonti vicini al presidente russo: Putin è pronto a trattare. Lo zar vuole capitalizzare i successi ottenuti «sulle linee di battaglia», ma anche sottrarsi a una guerra di logoramento che ha resuscitato un modo di combattere che sembrava essersi eclissato definitivamente con le guerre mondiali: quello delle trincee. «Putin può combattere per tutto il tempo necessario, ma è anche pronto per un cessate il fuoco, per congelare la guerra», ha chiarito una fonte russa di alto livello alla Reuters. Solo qualche ora più tardi è arrivato però l’altolà da Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, ha smentito che il presidente Vladimir Putin sia pronto a un cessate il fuoco in Ucraina sull'attuale linea del fronte. Tra le due vie la logica, però, vuole che la pace a questo punto convenga anche allo zar.

E nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato Kharkiv annunciando che «le forze di difesa ucraine stanno conducendo azioni di controffensiva» (mentre dagli Usa sono in arrivo altro 275 milioni in armamenti) e lo zar è invece dall’alleato bielorusso Aleksandr Lukashenko per discutere la partecipazione di Minsk alle manovre nucleari, il Cremlino sembra intenzionato a voltare pagina. Almeno stando al dietro le quinte di palazzo. Ma quali potrebbero essere gli effetti “collaterali” della volontà negoziale russa? Le fonti ascoltate dalla Reuters suggeriscono che Mosca si muoverà lungo una crinale stretto: da un lato, potrebbe accelerare le operazioni militari sul terreno in modo da aumentare le pressioni su Kiev. Ma Putin ha anche fretta perché le armi occidentali – l’ultimo pacchetto di aiuti statunitensi da 61 miliardi è stato “sbloccato” lo scorso aprile – potrebbero rallentare l’avanzata russa. Non solo: lo zar vuole evitare una nuova mobilitazione che potrebbe appannare il suo gradimento già in calo. Anche se, come ha detto il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov, «le armi statunitensi vengono già utilizzate per colpire vari siti al di fuori della zona di conflitto, in particolare infrastrutture civili e aree residenziali». Fermare ora la guerra consentirebbe a Putin di dire «che abbiamo vinto, che la Nato ci ha attaccato e che abbiamo mantenuto la nostra sovranità, che abbiamo un corridoio terrestre verso la Crimea, il che è vero», ha ribadito una fonte alla Reuters. Le forze russe controllano attualmente circa il 18% dell’Ucraina. Sempre secondo le fonti citate dall’agenzia britannica, il Cremlino non avrebbe nessuna intenzione «di colpire territori Nato». La presunta volontà negoziale di Putin avrà seguito? Può in qualche modo restituire la parola alla diplomazia, zittita dalla guerra?

Zelensky (che per lo zar «non ha più legittimità») ha ripetutamente detto che non ci sarà pace alle condizioni di Putin. Ha promesso di riconquistare il territorio perduto, inclusa la Crimea, che la Russia ha annesso nel 2014. Ha firmato un decreto nel 2022 che dichiarava formalmente “impossibile” qualsiasi dialogo con la controparte russa. Tutto questo mentre si avvicina la Conferenza di giugno in Svizzera, “sponsaorizzata” dallo stesso Zelensky che ha però ha posto il veto sulla partecipazione di Putin ma dei suoi alleati, a partire dalla Cina di Xi Jinping, mentre il _Cremlino fa sapere che lo zar sarà «presto» a Pyongyang a incontrare Kim Jong-un per rafforzare la triplice alleanza con Pechino e far provviste di droni e munizionamento per la campagna d’Ucraina. Così, secondo un alto funzionario europeo, ascoltato dall’Ansa, l'ipotesi che Vladimir Putin voglia una tregua in Ucraina è «al momento solo una speculazione» basata su «fonti anonime» mentre ciò che si osserva tutti i giorni è «il bombardamento di obiettivi civili. Quello che vediamo è che Putin non è pronto per la pace», ha concluso.

Chiaramente negativo il giudizio del ministro degli Esteri uicraino Dmytro Kuleba: «Perché le “fonti” russe dicono improvvisamente ai media che Putin è disposto a fermare la guerra sulle attuali linee di battaglia? Putin sta cercando disperatamente di far deragliare il Vertice di pace che si terrà in Svizzera il 15-16 giugno. Ha paura del suo successo».

Rilancia, invece, il presidente francese Emmanuel Macron: «Il presidente Putin ha ripetuto sempre, finora, di essere disponibile alla pace. Ora l’opportunità di una “tregua olimpica” è importante: se la risposta di Mosca sarà no, per tutti, nel mondo, sarà chiaro. «Per me, una tregua non è la fine del problema. La fine è una pace sostenibile – ha concluso Macron – ma penso che sia molto importante».

Continuano, infine, gli arresti in relazione all’attacco terroristico nel municipio di Crocus, dello scorso marzo a Mosca: altre 20 persone sono state fermate ieri. Secondo il direttore dell’Fsb Alexander Bortnikov «si può già affermare con certezza che l’intelligence militare ucraina è direttamente collegata all’attacco terroristico».

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