L'attacco Usa in Nigeria e la versione di Trump: «Proteggo i cristiani dall'Isis»
Le parole del presidente Usa smentite dal governo nigeriano, che ha collaborato con l'operazione della notte ma che precisa come l'azione contro i «terroristi» non abbia «nulla a che fare con una religione in particolare»

Gli Stati Uniti hanno annunciato di aver condotto un attacco nel Nord-ovest della Nigeria su richiesta del governo nigeriano. «Stasera, su mia istruzione in qualità di Comandante in Capo, gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco potente e mortale contro la feccia terroristica dell’ISIS nel nord-ovest della Nigeria, che ha preso di mira e ucciso brutalmente, principalmente cristiani innocenti, a livelli mai visti da molti anni, e persino secoli!», ha dichiarato il presidente americano Donald Trump in un post su Truth Social, tirando fuori la solita strategia comunicativa volta a enfatizzare la persecuzione dei cristiani nell’intero continente africano. Le parole provenienti dall’America vengono smentite, però, dal governo nigeriano che ha sostenuto che i gruppi armati prendono di mira sia musulmani che cristiani, e le affermazioni degli Stati Uniti secondo cui i cristiani subiscono persecuzioni non rappresentano la complessa situazione sul fronte della sicurezza nel Paese, oltre a ignorare gli sforzi per salvaguardare la libertà religiosa al suo interno. Tuttavia, il governo di Abuja ha accettato di collaborare con gli Stati Uniti per rafforzare le proprie forze contro i gruppi militanti.
Mesi fa sulle pagine di Avvenire, il missionario e giornalista, padre Giulio Albanese aveva già messo in luce come questo tipo di comunicazione del presidente americano fosse mirata all’elettorato evangelico statunitense con l’obiettivo di rafforzare l’immagine di Trump, difensore dei valori occidentali: negli ambienti conservatori statunitensi circolano da tempo accuse relative a un presunto «genocidio» dei cristiani nigeriani - ha scritto Albanese -. Diverse organizzazioni internazionali impegnate nel monitoraggio del conflitto interno alla Nigeria hanno però rilevato l’assenza di evidenze che attestino un numero di vittime cristiane superiore a quello dei musulmani. Anche dopo l’attacco di questa notte è tornata fuori la stessa versione sostenuta dal presidente Donald Trump e dall’esercito americano, secondo cui i militanti dell’Isis avrebbero preso di mira i cristiani nella regione. Va ricordato che la popolazione nigeriana composta da 240 milioni di persone è divisa tra musulmani (circa il 60%) che vivono principalmente al Nord e cristiani al Sud (circa il 40% della popolazione). E in un messaggio natalizio pubblicato su X, il presidente nigeriano Bola Tinubu aveva chiesto la pace nel suo Paese, «soprattutto tra individui di diverse convinzioni religiose. Mi impegno a fare tutto ciò che è in mio potere per sancire la libertà religiosa in Nigeria e proteggere cristiani, musulmani e tutti i nigeriani dalla violenza».
Il ministro degli Esteri nigeriano Yusuf Maitama Tuggar ha dichiarato alla British Broadcasting Corp che l’attacco di questa notte è stato un’«operazione congiunta» contro i «terroristi» e «non ha nulla a che fare con una religione in particolare». Senza nominare specificamente l’Isis, Tuggar ha affermato che l’operazione era stata pianificata «da un po' di tempo» e che si era avvalsa di informazioni di intelligence fornite dalla parte nigeriana. Non ha escluso ulteriori attacchi, aggiungendo che ciò dipendeva dalle «decisioni che sarebbero state prese dai leader dei due Paesi».
Nello statement del ministero degli Esteri nigeriano si legge che l’attacco è stato condotto nell'ambito della cooperazione in materia di sicurezza in corso con gli Stati Uniti, che prevede la condivisione di informazioni di intelligence e il coordinamento strategico per colpire i gruppi militanti. «Ciò ha portato a colpi precisi su obiettivi terroristici in Nigeria da parte di attacchi aerei nel Nord-Ovest», si legge in un post su X.
Come detto, l’attacco arriva dopo che Trump, a fine ottobre, aveva iniziato ad avvertire che il cristianesimo si trova ad affrontare una «minaccia esistenziale» in Nigeria e aveva minacciato di intervenire militarmente nel Paese dell'Africa occidentale per quella che, a suo dire, è la sua incapacità di fermare la violenza contro le comunità cristiane. Secondo quanto riportato da Reuters, gli Stati Uniti stavano conducendo voli di intelligence su ampie zone della Nigeria dalla fine di novembre. E il Segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth non si è limitato a ringraziare il governo nigeriano su X per il suo supporto e la sua cooperazione, ma ha aggiunto «altro in arrivo...».
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