lunedì 24 settembre 2012
L'attentatore si è fatto esplodere all'ingresso della chiesa cattolica di San Giovanni, nella regione di Bauchi, dove si stava per celebrare una funzione. L'attentato ha provocato almeno tre morti, tra i quali un bambino di otto anni e numerosi feriti gravi. Forti sospetti sui Boko Haram, la setta integralista che da anni semina il terrore tra i cristiani della Nigeria. Terzi:«Un atto odioso».
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Dopo la calma illusoria delle ultime settimane, le chiese nigeriane, nella domenica sacra ai cristiani, tornano ad essere teatro di sangue e violenza. Ieri è toccato alla St. John's Church di Bauchi, capitale dell'omonima regione nel Nord del Paese, essere vittima dell'ennesimo attacco esplosivo, con un bilancio di 3 morti - l'attentatore kamikaze, una donna e un bambino di otto anni - e 48 feriti. Un "atto odioso", come sottolineato dal ministro degli Esteri Giulio Terzi, che probabilmente porta ancora una volta la firma dei Boko Haram, la setta integralista che da anni semina il terrore tra i cristiani della Nigeria.L'attacco si è verificato alle 9 di questa mattina nel quartiere di Wunti, proprio mentre i fedeli si apprestavano a  seguire la funzione domenicale. E a nulla sono valse le imponenti misure messe in campo dalle autorità per garantire la sicurezza dei fedeli. Secondo quando spiegato dalla polizia locale, una Opel Vectra si è diretta a tutta velocità verso l'ingresso della chiesa, rompendo un primo cordone di sicurezza ed esplodendo in un parcheggio proprio davanti all'edificio.
 
Lievi i danni alla chiesa di St.John mentre diversi sono i feriti gravi, immediatamente trasportati all'ospedale locale. L'episodio ha rigettato la città di Bauchi nell' incubo del terrorismo: solo il 3 giugno scorso, in una chiesavicina, un simile attacco aveva provocato 15 morti. Le sanguinose sortite dei Boko Haram - il cui nome in lingua Hausa significa 'l'educazione occidentale è peccaminosà - nelle ultime settimane sembravano tuttavia essersi diradate mentre nelle ultime ore le autorità locali avevano effettuato alcuni blitz di successo, uccidendo il portavoce dei Boko Haram a Kano e due suoi comandanti a Maiduguri, e arrestando 32 sospetti terroristi dopo lunghe perlustrazioni casa per casa a Damaturu.Sembra essere arrivata la risposta dei Boko Haram in una Nigeria già scossa nei giorni scorsi dalle proteste contro il film anti-Maometto: sebbene il gruppo non abbia rivendicato l'attentato, le sue modalità riconducono con ogni probabilità agli estremisti nigeriani che dall'inizio del 2012 hanno ucciso oltre 600 persone in simili attacchi alle minoranze cristiane. Il gruppo, che ha le sue basi nel Nord del Paese a maggioranzamusulmana e sembra avere diversi legami con i movimenti jihadisti dell'Africa Occidentale, ha come obiettivo la cacciata dei cristiani dal Nord della Nigeria e la creazione di uno Stato islamico basato sulla sharia. Il caso dei Boko Haram è da mesi nelle agende dei fori internazionali grazie anche all'azione dell'Italia, in prima fila per la difesa della libertà religiosa e delle minoranze cristiane nel mondo. Immediate, sono arrivate le condanne del vice-presidente del Senato Vannino Chiti e del segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, mentre il titolare della Farnesina, invitando la comunità internazionale ad "intensificare gli sforzi" per la protezione delle minoranze, ha annunciato che le violenze religiose in Nigeria saranno tra i temi affrontati a margine dell'Assemblea generale dell'Onu in una conferenza internazionale in programma il 27 settembre e co-presieduta da Terzi e dal suo omologo giordano Nasser Judeh.
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