martedì 26 dicembre 2023
Del dissidente si erano persone le tracce da giorni. I legali hanno identificato la sua prigione a Kharp. Gli hanno parlato. "Sono Babbo Natale a regime speciale" ironizza sui social il 47enne
Alerxeij Navalny ha 47 anni

Alerxeij Navalny ha 47 anni - Ansa

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Il grande segreto è stato svelato, chiaramente dopo il via libera del Cremlino: l’esponente dell'opposizione russa Alexeij Navalny, del quale la famiglia non aveva notizie da quasi tre settimane, si trova in una colonia penale a Kharp, nell'Artico russo, ha dichiarato oggi la sua portavoce. "Abbiamo trovato Navalny. È nella colonia penitenziaria numero 3 nella città di Kharp, nel distretto autonomo di Yamalo-Nenets", ha scritto Kira Iarmych su X precisando che l'oppositore "sta bene" e che il suo avvocato gli ha fatto visita. Il 18 dicembre Navalny, 47 anni, non era comparso in collegamento video a un'udienza in tribunale nella cittadina di Kovrov, come aveva denunciato lo staff del dissidente, alimentando i timori per le sue sorti. Qualche giorno prima il dissidente aveva lanciato una camagna di boicottaggio contro il leader del Cremlino in diretta tv annunciava la sua corsa per il quinto mandato.

"Ora vivo sopra il Circolo Polare Artico. La città più vicina - ironizza su Xil dissidente - ha il bellissimo nome di Labytnangi", conferma sui social l'oppositore russo, dove si definisce ironicamente "un Babbo Natale a regime speciale", alludendo alla barba che nel frattempo si è fatto crescere e agli abiti pesanti per il freddo. I 20 giorni di viaggio "sono stati piuttosto estenuanti, ma sono ancora di buon umore", dice Navalny. "Mi hanno portato qui sabato sera. E sono stato trasportato con tale precauzione e su un percorso così strano (Vladimir - Mosca - Chelyabinsk - Ekaterinburg - Kirov - Vorkuta - Kharp) che non mi aspettavo che qualcuno mi trovasse qui prima di metà gennaio". Per questo motivo "sono rimasto molto sorpreso quando ieri è stata aperta la porta della cella con le parole: 'È qui per te un avvocato'. Mi ha detto che mi avevate perso e alcuni di voi erano addirittura preoccupati. Grazie mille per il vostro supporto", dice ancora Navalny.
Nei messaggi, l'oppositore descrive anche le sue condizioni di detenzione con alcuni dettagli: "Sfortunatamente non ci sono renne, ma ci sono enormi cani da pastore", racconta. "Guardo fuori dalla finestra dove posso vedere la notte, poi la sera e poi di nuovo la notte" e la recinzione "è molto vicina". "Sono andata anche a fare una passeggiata" in un cortile "con la neve per terra".

Kharp, una piccola città di circa 5.000 abitanti, si trova nella Yamalo-Nenetsia, una regione remota della Russia settentrionale. Si trova oltre il Circolo Polare Artico e ospita diverse colonie penali ed è “il luogo più irtranggiungibile del mondo”, come affermano i collaboratori del miliardario dissidente. Alexeij Navalny sta scontando una condanna a 19 anni di carcere per "estremismo". La sua famiglia e i suoi collaboratori non avevano notizie di lui dall'inizio di dicembre. Secondo il verdetto, Navalny, accusato di "estremismo", deve scontare la sua pena in una colonia a "regime speciale", una categoria di strutture in cui le condizioni di detenzione sono le più dure e che di solito sono riservate agli ergastolani e ai prigionieri più pericolosi.

La colonia penitenziaria numero 3 nella città di Kharp, a nord del Circolo Polare Artico

La colonia penitenziaria numero 3 nella città di Kharp, a nord del Circolo Polare Artico - Ansa

"Fin dall'inizio è stato chiaro che le autorità volevano isolare Alexeij, in particolare prima delle elezioni presidenziali" previste per il marzo 2024, ha commentato Ivan Jdanov, uno dei suoi stretti collaboratori, su X. I trasferimenti da una colonia carceraria all'altra in Russia richiedono spesso diverse settimane di viaggio in treno con scali, e le famiglie dei detenuti rimangono senza notizie durante questo periodo. La mancanza di notizie sul leader dell'opposizione ha destato preoccupazione in diverse capitali occidentali e all'Onu. Molte le dichiarazioni internazionali. Tra le prima quella americana. Gli Stati Uniti si sono detti "profondamente preoccupati" per le "condizioni di detenzione" dell'oppositore russo Alexeji Navalny, di cui oggi si è saputo che è stato trasferito in una colonia penale nell'Artico russo dopo che per quasi tre settimane non se ne erano perse le tracce.

"Accogliamo con favore le notizie secondo cui il signor Navalny è stato localizzato", ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato. "Tuttavia, rimaniamo profondamente preoccupati per la sorte del signor Navalny e per le sue ingiuste condizioni di detenzione", ha affermato in una nota.

Il "ritrovamento" di Navalnu è avvenuto anche qualche giorno dopo lo sgambetto delle autorità della prima candidata che aveva osato annunciare la sua cadidatura contro lo zar. La Commissione elettorale centrale russa ha infatti rifiutato, alla vigilia di Natale, di registrare Ekaterina Duntsova, pubblicamente contraria alla guerra in Ucraina, come candidata alla presidenza della Russia. Lo ha annunciato la stessa Commissione.
Le autorità hanno riscontrato "errori" nei documenti presentati da Duntsova per accedere all'appuntamento elettorale, in cui si ripresenterà per un quinto mandato (scontato) anche l'attuale leader russo, Vladimir Putin. Duntsova, 40 anni, è un ex giornalista con esperienza in consiglio comunale. Il 16 novembre, aveva annunciato di volersi candidare come indipendente; aveva spiegato la sua decisione col fatto che "negli ultimi dieci anni il Paese si è mosso nella direzione sbagliata: la strada non è stata quella dello sviluppo, ma quella dell'autodistruzione". Si è detta subito a favore della cessazione delle ostilità in Ucraina, per riforme democratiche nel Paese e per il rilascio dei prigionieri politici. Subito dopo l'annuncio della candidatura, Duntsova era stata convocata presso l'ufficio del pubblico ministero e la Vtb Bank aveva bloccato i trasferimenti a suo nome. Mosca ha per anni escluso le figure dell'opposizione dalle elezioni e dalla vita politica, una repressione che si è accelerata dopo che il Cremlino ha ordinato alle truppe russe di entrare in Ucraina nel 2022.

Nel 2018, era stato invece proprio Alekseij Navalny a essere escluso dalle presidenziali che incoronarono ancora una volta Putin.

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