giovedì 24 agosto 2023
Il suo jet, sul quale viaggiava con il braccio destro e altri vertici della Wagner, è precipitato tra Mosca e San Pietroburgo. I media dei miliziani accusano:« Abbattuto dalla contraerea russa»
Yevgeny Prigozhin, capo dei mercenari della Wagner, era di ritorno in Russia dall'Africa

Yevgeny Prigozhin, capo dei mercenari della Wagner, era di ritorno in Russia dall'Africa - Reuters

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L’ultimo volo: dalla capitale del potere di Putin alla città natale dello zar. Non poteva esserci finale più scontato per Evgenij Prigozhin, il servitore che aveva osato ribellarsi. Il jet privato con a bordo il fondatore dei Wagner è precipitato sotto gli occhi di decine di persone a due mesi dal fallito ammutinamento e a 18 dall’attacco a Kiev. Poche ore prima era stata ufficializzata la rimozione del generale russo Surovikin, accusato di avere dato una mano al fallito golpe dei Wagner. Dato per morto una mezza dozzina di volte, ora il mistero potrebbe non perdurare a lungo per l’uomo che ha messo a repentaglio il reame di Putin. Per la tv statale russa, Rossija 24, è «morto».

I rottami del velivolo non permetteranno l’immediato riconoscimento di tutte le vittime: tra di loro vi sarebbe stato anche Dmitrij Utkin, uomo di fiducia di Prigozhin, già agente segreto russo e fiero dei suoi tatuaggi nazisti. Non solo: un secondo jet associato al fondatore della Wagner è invece regolarmente atterrato a Mosca, come segnala Flightradar24, secondo cui si tratta del jet “ERJ-135BJ Legacy 650”, con numero di coda RA-02795. La lista passeggeri non è però stata resa nota. Secondo Flightradar24, questo aereo era volato da Mosca a San Pietroburgo ed era poi rientrato nella capitale.

Fonti di intelligence europea non escludono che il velivolo sia stato colpito da un missile della contraerea, «con il pretesto di abbattere un drone ucraino», aggiungono alcuni canali social vicini al Wagner che accusano chiaramente l’esercito russo. Otto corpi sono stati trovati sul luogo dello schianto. E in serata è stato riconosciuto anche il cadavere di Prigozhin. L’agenzia Tass ha riferito che dieci persone sono morte a bordo del jet privato: 7 passeggeri, tra cui il capo dei Wagner, e tre membri dell’equipaggio. Una fine già scritta, secondo molti.

Nel sistema di potere e di simboli putiniani non c’è spazio per il dissenso. Le agenzie di stampa ufficiali russe si affrettano a precisare che l’aereo «è precipitato», alludendo a un guasto. «È stata avviata un’indagine sull’incidente aereo dell’Embraer avvenuto nella regione di Tver. Secondo l’elenco dei passeggeri, tra questi c’è il nome e il cognome di Evgenij Prigozhin», ha dichiarato Rosaviatsia, l’autorità aeronautica russa. Diversi canali telegram legati alla Wagner, tra cui Vck-Ogpu, confermano l’eliminazione dell’ex cuoco del presidente che ultimamente aveva chiesto ai giornalisti di essere definito «il macellaio di Putin».

C’è un vecchio proverbio russo che il capo dei Wagner ha voluto sfidare: «Tu sei a una spanna da lui, ma lui è a un passo da te». Nessun serio osservatore poteva immaginare che l’affronto al capo dei capi, con i wagneristi che il 24 giugno hanno ucciso una dozzina di soldati russi e si sono fermati a 200 chilometri da Mosca senza quasi incontrare resistenza, potesse finire con una pacca.

Le rassicurazioni offerte da Prigozhin ai suoi e al mondo, mostrandosi pochi giorni fa nel corso di una delle sue campagne d’Africa, dove i Wagner sono accusati del golpe in Niger e dove in Libia tengono in piedi il potere di Haftar in Cirenaica, non gli hanno salvato la pelle.

Vladimir Putin sta dunque affrontando una guerra esterna e una intestina. Dall’inizio del conflitto ucraino sono una trentina gli oligarchi, gli esponenti politici, i banchieri e diversi militari, deceduti in circostanze mai chiarite. Anche ieri i droni di Kiev hanno attaccato Mosca e Belgorod, mentre quelli russi hanno colpito la regione ucraina di Sumy, dove è stata presa di mira ancora una volta una scuola: due insegnanti e due ausiliari sono rimasti uccisi sotto le macerie.

Fino a tarda serata nessun commento è arrivato da Mosca. Al momento dell’incidente il presidente Putin aveva altri impegni: un incontro con i leader delle regioni di Lugansk (est) e Zaporizhzhia (sud), di cui la Russia rivendica l’annessione. In agenda, le elezioni regionali di settembre, le prime nei territori annessi, e il piano didattico per il nuovo anno scolastico.

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