In cinque anni le colonie israeliane in Cisgiordania sono quasi triplicate

Inaccessibile il 30% del territorio. Dopo il 7 ottobre la povertà è salita dal 12% al 29%, la disoccupazione è al 35%. E 6.500 lavoratrici sfruttate negli insediamenti
September 15, 2025
In cinque anni le colonie israeliane in Cisgiordania sono quasi triplicate
The Advocacy Studio/Filarete | Un particolare degli insediamenti israeliani in Cisgiordania
Sottrazione della terra e smantellamento della struttura economica palestinese come parte dello stesso processo coloniale. Se la ricerca accademica ha da tempo descritto le dinamiche dell’occupazione israeliana in Cisgiordania, il report pubblicato ieri da Oxfam e sottoscritto da 84 organizzazioni umanitarie internazionali, che vi hanno anche collaborato, offre un affresco aggiornato del drammatico processo in corso. Secondo “Il commercio con gli insediamenti israeliani”, firmato, fra i tanti, anche da Pax Christi Italia, Acli e Libera, il 42% della Cisgiordania è ormai occupato da colonie, proliferate a partire dalla conquista avvenuta con la Guerra dei sei giorni nel giugno 1967. Il numero degli insediamenti è cresciuto negli ultimi cinque anni del 180%.
La cartina degli insediamenti israeliani in Cisgiordania - The Advocacy Studio/Filarete
La cartina degli insediamenti israeliani in Cisgiordania - The Advocacy Studio/Filarete
Ma è il 7 ottobre ad aver radicalizzato la deriva pluridecennale, soprattutto nelle sue conseguenze economiche. All’attacco di Hamas il governo israeliano ha risposto revocando tutti i permessi di lavoro fino ad allora concessi. Ciò, unitamente alla stretta logistica operata attraverso i 900 check-point presenti in Cisgiordania, ha esasperato le difficoltà di impiego e commercio. Il risultato è estremamente severo: negli ultimi due anni la povertà è aumentata dal 12 al 29% percento, mentre il tasso di disoccupazione è arrivato al 35. Il territorio risulta inaccessibile per il 30% della sua estensione, e la costipazione del sistema stradale, calcola il rapporto, costa all’economia palestinese 764.000 dollari al giorno, 16,8 milioni al mese.
La crisi ricade pesantemente sulla forza lavoro femminile. Almeno 6.500 donne sono costrette a lavorare negli insediamenti illegali, spesso senza un contratto, assicurazione sanitaria e condizioni minime di sicurezza. Il 65% guadagna meno di 20 dollari al giorno. Nonostante ciò Gran Bretagna ed Europa continuano a intrattenere importanti relazioni economiche con gli israeliani occupanti. Nel 2024 il volume totale dell’import-export di beni tra Israele e l’Ue è stato di 42,6 miliardi di euro.
Per questo al report è legata la campagna “Stop al commercio con gli insediamenti illegali”, che chiede a tutti gli stati membri dell’Unione Europea di adottare misure concrete per vietare gli scambi con le colonie, comprese quelle di Gerusalemme est. La pubblicazione del rapporto di Oxfam precede di pochi giorni l’Assemblea generale dell’Onu a New York, dove un gruppo di paesi guidati dalla Francia si uniranno ai 147 paesi (su 193) che hanno da tempo riconosciuto lo Stato Palestinese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA