sabato 9 ottobre 2021
A quarant'anni dalla fine della ghigliottina il presidente francese vuole lanciare una serie di iniziative per il fronte abrogazionista. Che culmineranno l'anno prossimo con un vertice a Parigi
Il presidente francese Emmanuel Macron con l'ex ministro della Giustizia Robert Badinter

Il presidente francese Emmanuel Macron con l'ex ministro della Giustizia Robert Badinter - Ansa

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L'ultimo Paese ad aver detto no al boia è stata la Sierra leone. Dopo il voto a luglio del Parlamento, venerdì il presidente ha promulgato la legge che trasformerà anche tutte le condanne in ergastoli. Ora ci prova anche il presidente Emmanuel Macron. Perché quarant'anni dopo, la Francia vuole estendere a tutto il mondo «la sua conquista di civiltà» lanciando un'iniziativa per l'abolizione universale della pena di morte, come ha annunciato Emmanuel Macron, che vuole farne il leit-motiv del semestre di presidenza francese (da gennaio a giugno del prossimo anno, proprio in piena campagna per le elezioni presidenziali) dell'Unione Europea.
Macron era al fianco di Robert Badinter, il padre dell'abolizione della pena capitale in Francia, colui che il 9 ottobre 1981, nei primi mesi della presidenza socialista di François Mitterrand, da ministro della Giustizia fece adottare lo storico provvedimento.L'articolazione dell'iniziativa, secondo quanto annunciato dal presidente francese, prevede un "incontro al massimo livello" ad inizio 2022 per "convincere" i Paesi che ancora applicano la pena di morte a rinunciarvi. «La pena di morte - ha ammonito Badinter, 93 anni - è votata alla scomparsa nel mondo, poiché essa è una vergogna per l'umanità». E, sotto la cupola del Pantheon di Parigi, dove si è celebrato il quarantennale della conquista di civiltà francese, le parole conclusive dell'ex ministro della Giustizia "Viva l'abolizione universale!" hanno dato il via a uno scroscio di applausi e a molta commozione fra i 200 invitati presenti. Macron ne ha lodato la «passione, per nulla alterata dal tempo» e la “capacità di indignarsi»: «La rivoluzione che lei ha portato - ha sottolineato - si è ancorata nella vita della nazione francese senza che, come profetizzavano allora i suoi oppositori, siano aumentati i crimini di sangue».
L'abolizione della pena capitale era una promessa della campagna elettorale di Mitterrand, che mantenne la promessa nei primi mesi di mandato: la ghigliottina finì in soffitta quel 9 ottobre, quattro anni dopo l'ultima esecuzione. La Francia, in quel 1981, divenne «il 35esimo stato ad abolire la pena di morte», ha ricordato Macron. Ad oggi, quel numero è salito a 106, con altri 50 che rispettano una moratoria di diritto o di fatto sulle esecuzioni. Ma più che mai è attuale la battaglia per l'abolizione universale, ha aggiunto Macron, anche perché «in Francia e in Europa delle voci che si credevano soffocate risalgono dai bassifondi della Storia per evocare il ripristino» della pena capitale. Al punto da tornare addirittura nel dibattito presidenziale francese con il polemista di estrema destra Eric Zemmour che si è detto "filosoficamente" favorevole al ritorno della pena di morte.
Macron ha ricordato che ci sono state nel mondo 483 esecuzioni nel 2020, "483 omicidi di stato perpetrati da 33 regimi politici che per la maggior parte hanno in comune un gusto per il dispotismo, per il rifiuto dell'universalità dei diritti dell'Uomo, ma non solo". Per questo, nel quadro della presidenza di turno francese dell'Ue, la Francia organizzerà "a Parigi, con l'Onu Ensemble contro la peine de mort, un incontro al massimo livello con le società civili degli stati che ancora applicano la pena di morte o una moratoria per convincere i loro leader dell'importanza e dell'urgenza di abolirla".

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