sabato 1 gennaio 2022
La salma dell'arcivescovo anglicano, Nobel per la pace, verrà "liquefatta" attraverso una tecnica più ecologica della cremazione
La bara di Tutu portata fuori della chiesa al termine della cerimonia. L'arcivescovo aveva chiesto "la bara più economica possibile"

La bara di Tutu portata fuori della chiesa al termine della cerimonia. L'arcivescovo aveva chiesto "la bara più economica possibile" - Reuters

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Funerali di Stato per l'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace che contribuì a porre fine al regime razzista in Sudafrica, morto domenica scorsa all'età di 90 anni. Alle esequie nella cattedrale anglicana di St George a Città del Capo, durante le quali il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha tenuto l'elogio funebre, erano presenti solo 100 persone a causa delle restrizioni sul coronavirus.

Per il funerale Tutu aveva insistito che non ci dovessero essere "ostentazione o spese sontuose" e che gli fosse data "la bara più economica disponibile". Aveva detto anche che gli unici fiori dovevano essere "i garofani della sua famiglia".

Tutu, arcivescovo a San Giorgio per 35 anni, ottenne il premio Nobel per la pace nel 1984, e dieci anni dopo fu nominato dal primo presidente nero Nelson Mandela membro di una Commissione per la verità e la riconciliazione istituita per indagare sui crimini commessi durante l'apartheid.

Nei giorni scorsi, migliaia di persone provenienti da tutto il Paese sono sfilate davanti alla bara di pino decorata con un mazzo di garofani bianchi, nella camera ardente della cattedrale.

Il corpo di Tutu sarà liquefatto con un processo chimico che utilizza l'acqua descritto come un'alternativa ecologica alla cremazione. Le sue ceneri saranno sepolte dietro il pulpito della cattedrale di St George a Città del Capo.

L'alternativa ecologica alla cremazione

La salma di Tutu verrà liquefatta, ovvero sottoposta a un procedimento chimico ritenuto un'alternativa ecologica alla cremazione. Era "ciò a cui aspirava come eco-guerriero", ha detto il reverendo Michael Weeder, decano della cattedrale di San Giorgio. Secondo la tecnica della cosiddetta "acquamazione" o "cremazione acquatica", il corpo viene "sciolto" in una soluzione di idrossido di potassio ad una temperatura di 93 gradi centigradi con un processo chiamato idrolisi alcalina che dura 3-4 ore. Al termine rimangono le ossa, che vengono ridotte in polvere e consegnate ai parenti del defunto all'interno di un'urna, ed il liquido risultante dallo scioglimento dei tessuti - privo di Dna - che viene smaltito nel condotto fognario. Il processo è considerato più ecologico della cremazione perché consuma meno energia e non produce emissioni

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