giovedì 14 giugno 2012
La foto di una donna che sarebbe stata costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza, diffusa su Internet, ha suscitato in Cina forti reazioni degli internauti e ha riacceso le polemiche sulla legge che impone alle coppie di avere un solo figlio.​
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​La foto di una donna che sarebbe stata costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza, diffusa su Internet, ha suscitato in Cina forti reazioni degli internauti e ha riacceso le polemiche sulla legge che impone alle coppie di avere un solo figlio. Nella foto la donna, Feng Jiamei, 27 anni, appare mentre dorme accanto al feto abortito e ancora coperto di sangue. "Queste sono le cose che facevano i diavolì giapponesi e i nazisti.", ha scritto un internauta. La pratica degli aborti forzati da parte delle autorità locali, che devono rispettare le quote di nascite imposte dal centro per il contenimento della popolazione, è stata denunciata tra gli altri dall' attivista Cheng Guangcheng, che dal mese scorso si trova negli Usa dopo essere fuggito dagli arresti  domiciliari ai quali era tenuto illegalmente da oltre un anno e mezzo.La colpa di Feng e di suo marito Deng Jiyuan sarebbe quella di avere già una figlia, di cinque anni. La stessa Feng ha raccontato in un'intervista al quotidiano di Guangzhou Southern Metropolis Daily che funzionari della contea di Zhenping, nella provincia settentrionale dello Shaanxi, hanno cominciato a perseguitarla in maggio. La loro richiesta: o abortire o pagare una multa di 40mila yuan (quasi cinquemila euro). Feng e Deng, che hanno un permesso di residenza ("hukou" in cinese) urbano non hanno diritto ad avere un secondo figlio.Nella mattina del 2 giugno "numerosi" funzionari del governo locale l'avrebbero prelevata con la forza dalla sua abitazione e l'avrebbero costretta a ricoverarsi in ospedale. "Avevano il volto coperto, per non farsi riconoscere", ha detto la donna. Una volta in ospedale Feng sarebbe stata costretta a firmare un documento col quale consentiva all'aborto e nel pomeriggio del 3 giugno il feto sarebbe stato ucciso con un'iniezione. Il giorno dopo la donna avrebbe  partorito il feto morto.I funzionari locali sono obbligati a rispettare delle quote di nascite annuali decise dai livelli di governo superiori, e spesso le loro carriere sono legate al rispetto delle quote. Inoltre, le multe imposte alle coppie che vogliono avere più di un bambino sono un' importante fonte di entrate per i governi locali.La possibilità di avere un secondo figlio è riservata alle coppie che hanno un "hukou" che li individua come residenti di una zona rurale. Anche queste coppie, però, hanno diritto al secondo figlio solo se il primo è una femmina. L'alternativa è quella di pagare le multe che vengono imposte dalle autorità locali, che in alcuni casi sono astronomiche: in un recente caso, a Pechino, ad una coppia sono stati chiesi 240mila yuan (quasi 30mila euro). La già vasta impopolarità della legge è stata rafforzata da un' inchiesta pubblicata nel 2008 dalla Commissione nazionale per la pianificazione dalla quale è risultato chiaro che i ricchi, che possono pagare le multe, hanno spesso due o addirittura tre figli.Le autorità sostengono che la legge sul figlio unico, in vigore in Cina da oltre 30 anni, ha permesso di contenere la crescita della popolazione, che secondo l' ultimo censimento è di 1,34 miliardi di persone. Più volte è stata sollevata l' idea che sia ora di abolirla, anche tenendo conto dell'invecchiamento della popolazione (il 9,1 dei cinesi ha più di 65 anni, una percentuale che sarà' del 30% nel 2050) e del crescentesquilibrio tra i sessi (in Cina nascono 118 maschi contro 100 femmine) ma le proposte non si sono finora concretizzate.
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