martedì 21 novembre 2023
La Borsa festeggia con un rialzo del 20% sulle imminenti privatizzazioni. Ma l'economia è in crisi profonda. La telefonata di papa Francesco che si è complimentato con il presidente eletto
L'esultanza del presidente eletto argentino Javier Milei

L'esultanza del presidente eletto argentino Javier Milei - ANSA

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Il giorno dopo una parte del Paese resta incredula, l'altra (la maggioranza) esulta. In Argentina è iniziata la transizione dal peronismo progressista di Alberto Fernandez all'ultraliberismo di destra di Javier Milei, raggiunto da una telefonata di auguri di papa Francesco, nonostante i volgari insulti rivolti al Pontefice nella campagna elettorale.
Il Merval - la borsa di Buenos Aires lunedì chiusa per una festività - ha brindato con un rialzo del 20% sulla conferma delle imminenti privatizzazioni, e il dollaro parallelo, il cosiddetto 'dollar blu' è volato oltre la soglia del 10%, scambiato a più di 1.050 pesos, in una corsa ad accaparrarsi la valuta Usa nel timore di nuove svalutazioni, mentre i sindacati annunciano un 'dicembre caldo'. Il primo faccia a faccia tra Fernandez e Milei è cominciato alle 8,30. Una riunione "cordiale" l'hanno definita fonti ufficiali, durata poco meno di due ore e mezzo, prima dell'apertura dei mercati. Immortalato in una foto in cui i due leader appaiono attoniti e distanti sullo sfondo del parco della residenza presidenziale - la Quinta di Olivos - l'incontro è servito a concordare squadre e programma per un passaggio di consegne ordinato tra i due esecutivi fino al 10 dicembre, data dell'insediamento del nuovo governo.
Ma a caratterizzare la giornata del presidente eletto, è stata soprattutto la telefonata del Pontefice. Bergoglio ha chiamato a sorpresa, mentre Milei stava registrando un'intervista tv. Nel colloquio di circa 8 minuti, secondo i media argentini, il nuovo capo di Stato ha invitato il Papa a recarsi in Argentina. Poi, uno scambio di battute, col Papa che avrebbe raccomandato a Milei di agire con "coraggio e saggezza" nell'affrontare i gravi problemi del Paese. E il nuovo inquilino della Casa Rosada che ha risposto: "Coraggio non mi manca, sulla saggezza sto lavorando". Dal Vaticano c'è solo invece la conferma del portavoce della sala stampa Matteo Bruni che "il Papa e il presidente eletto Milei hanno avuto un colloquio telefonico".
Ma ad attendere il nuovo presidente, ancora al lavoro per completare le caselle del suo gabinetto, ci sono giorni difficili.
La prospettiva di nuove svalutazioni e di sacrifici accrescono il rischio di una rivolta sociale. I sindacati di sinistra e i movimenti dei 'piqueteros' sono sul piede di guerra. "Scenderemo in piazza", ha avvertito Juan Carlos Alderete, coordinatore generale della Corriente Clasista y Combativa, che manovra per un'articolazione compatta tra le organizzazioni. "Sarà un'alleanza molto forte" ha promesso. Secondo l'ex presidente Mauricio Macri, regista occulto della vittoria del leader della Libertad avanza, il futuro governo ha "sei mesi per stabilizzare" il Paese. "Sei mesi durissimi. Milei lo sa", ha commentato. E fornendo la sua lista di priorità, l'esponente di destra ha indicato la necessità di "uno shock fiscale e di una forte riduzione della spesa". Proprio mentre il presidente eletto, nelle ultime ore, aveva annunciato una certa gradualità, forse per mettersi al riparo da un eccessivo scontento della gente.
E mentre il Merval replicava l'euforia di Wall Street sui titoli argentini, con la petrolifera partecipata Ypf, che ha segnato un nuovo rialzo del 33% in avvio di seduta, Pechino ha lanciato il suo messaggio a Buenos Aires: "Sarebbe un grave errore interrompere i legami con partner importanti come la Cina o il Brasile". Intanto Lula, preoccupato per le possibili mosse del futuro vicino di casa, ha chiamato la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in pressing per chiudere l'accordo commerciale Ue-Mercosur sotto la sua presidenza, entro il 7 dicembre, prima dell'arrivo di Milei alla Casa Rosada.

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