lunedì 23 febbraio 2015
​È tornato libero dopo 8 mesi di sequestro padre Alexis Prem Kumar, gesuita indiano che era stato rapito da sconosciuti nell'ovest dell'Afghanistan.
COMMENTA E CONDIVIDI
​È tornato libero dopo 8 mesi di sequestro padre Alexis Prem Kumar, gesuita indiano che era stato rapito da sconosciuti nell'ovest dell'Afghanistan. Lo riferisce a Roma, dove ha sede, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS), esprimendo "immensa gratitudine al governo indiano per il ruolo svolto nel processo di liberazione". Padre Kumar, direttore del JRS Afghanistan, era stato rapito il 2 giugno dell'anno scorso da parte di un gruppo di uomini non meglio identificati, mentre era in visita a una scuola per rifugiati rientrati in patria sostenuta dal JRS, ubicata all'interno di un insediamento situato a 34 chilometri dalla città di Herat. Il 47enne sacerdote gesuita, proveniente dallo Stato meridionale indiano del Tamil Nadu, stava per rientrare a Herat quando è stato fermato e costretto sotto minaccia di armi da fuoco a salire su un veicolo di uomini armati. "Gli ultimi otto mesi sono stati per noi amici e colleghi, ma soprattutto per i familiari di p. Prem, un lungo e probante periodo di terribile incertezza. Non potete immaginare il nostro sollievo nell'apprendere del suo rientro a casa, sano e salvo. Siamo consapevoli degli sforzi indefessi esperiti a più livelli per conseguire la sua liberazione e siamo grati per la consolazione dataci dal sostegno e dalle preghiere di un numero incalcolabile di amici, non ultimi i bambini della scuola da cui il padre era stato rapito", le parole di p. Peter Balleis SJ, direttore del JRS International, un'organizzazione cattolica che si pone come missione di accompagnare, servire e tutelare nelle dovute sedi le persone costrette allo sfollamento. Il JRS ha sede a Roma e i suoi gruppi attivi in quasi 50 Paesi di tutto il mondo operano attivamente in ambito educativo, sanitario, sociale, oltre a fornire servizi di altro tipo a circa 950.000 tra rifugiati e sfollati interni, per oltre la metà donne. I servizi vengono prestati dal JRS indipendentemente dalla razza, etnia, o credo religioso dei beneficiari. Il JRS è attivo in Afghanistan fin dal 2005 e, pur nei difficili mesi dellaprigionia di p. Prem, non ha mai smesso di portare avanti i propri programmi nel Paese asiatico, intendendo comunque assicurare agli studenti afghani che non venisse loro meno l'accesso a un'educazione di qualità. "Il nostro ruolo in Afghanistan è quello di aiutare le persone sfollate e le comunità ospitanti, offrendo loro possibilità educative e di formazioneprofessionale, cosicchè possano rifarsi una vita sia individualmente che a livello comunitario. Siamo stati al fianco degli afghani ben prima del rapimento di p. Prem, e continueremo ad accompagnarli in ogni modo possibile", ha assicurato p. Stan Fernandes, direttore regionale del JRS in Asia Meridionale. Prima di trasferirsi cinque anni fa in Afghanistan, padre Kumar aveva lavorato per il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati presso i rifugiati srilankesi che vivevano nel Tamil Nadu. "In questo momento, è nostra cura occuparci delle condizioni psicofisiche di p. Prem. Noi tutti del JRS faremo quanto in nostro potere perchè gli siano assicurati dalla famiglia, dai confratelli della Compagnia di Gesù, e dai molti amici e colleghi del JRS ogni attenzione e sostegno", ha tenuto a precisare p. Fernandes.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: