Non si arrendono gli italiani aggrediti dai coloni: «Torneremo»

Quattro volontari, tra cui una canadese, picchiato domenica mattina da una decina di coloni armati di bastoni e fucili vicino a Gerico sono stati curati e dimessi. Sostenevano la campagna Faz3a, a sostegno della popolazione
December 1, 2025
Non si arrendono gli italiani aggrediti dai coloni: «Torneremo»
Soldati israeliani e coloni bloccano gli agricoltori palestinesi che cercano di accedere ai propri campi vicino a Hebron / APAImages/Shutterstock
«Prima i pugni e i calci, in faccia e lungo tutto il corpo. Poi la minaccia: "Don't come back here (non tornate)». È questo il racconto di una volontaria aggredita insieme ad altri tre colleghi, due italiani e una canadese, da una decina di coloni israeliani a Ein ad-Duyuk al-Foqa, vicino a Gerico, in Cisgiordania. Una violenza che sarebbe stata accentuata proprio per il fatto di essere italiani. I coloni lo sapevano: «Wake up italians», avrebbero detto secondo il racconto di uno di loro mentre entravano nell'abitazione. «Probabilmente sono al corrente del supporto della popolazione italiana alla causa palestinese ed erano ancora più arrabbiati per questo», ha spiegato.
Alle 5 di domenica mattina gli assalitori sono entrati mascherati e armati di bastoni e fucili nella casa dove il gruppo dormiva, un rifugio della comunità palestinese che si trova in 'Zona A', dove per legge, anche per gli accordi di Oslo, «non dovrebbe esserci nessun tipo di presenza israeliana», ha sottolineato la 27enne, e dove i volontari internazionali dovrebbero servire come deterrente per la violenza dei coloni. Il condizionale è d'obbligo visto quanto successo.
L'aggressione non si è limitata alla violenza fisica e alle minacce: i coloni hanno rubato ai volontari soldi, telefoni e passaporti. Solo una delle ragazze è riuscita a salvare il proprio documento, nascosto in una tasca. I quattro sono stati subito soccorsi dalla comunità palestinese, in particolar modo dai bambini del villaggio perché «qui anche loro sono costretti a diventare adulti molto prima», ha sottolineato una delle ragazze. Da lì, i quattro sono stati portati all'ospedale di Gerico, dove sono stati curati.
I coloni si sono scagliati soprattutto sull'unico ragazzo del gruppo, che dovrà restare a riposo per almeno tre giorni e riferisce di aver «diversi ematomi, tra cui naso, costole e nella parte genitale». «Io in questo momento ho un forte dolore alle costole», ha spiegato invece la 27enne raccontando che la sua collega canadese «ha dei lividi neri per tutta la lunghezza della gamba e dell'addome».
Dopo essere stati dimessi sono stati portati a Ramallah e hanno sporto denuncia alla polizia palestinese (la Cisgiordania è sotto il controllo dell'Autorità nazionale palestinese). I volontari erano in Cisgiordania per sostenere Faz3a (che si pronuncia Faz'a), campagna fondata e diretta dal comitato di coordinamento della lotta popolare palestinese fin dal 2006, a cui in seguito ha aderito anche il Coordinamento dei comitati popolari. L'iniziativa ha come capofila italiano Assopace Palestina, ma è stata sottoscritta anche da realtà come Un Ponte Per, Operazione Colomba e Mediterranea. Faz3a, termine colloquiale che indica l'incoraggiamento e l'aiuto diretto fornito a qualcuno nel momento del bisogno, era cominciata per aiutare i palestinesi durante la raccolta delle olive, quando le violenze dei coloni si abbattono più forti contro una delle pochissime forme di sostentamento della popolazione palestinese. Ora, si legge sul sito, serve «per rispondere all'estrema necessità di organizzare sul terreno una forma di protezione civile internazionale dalla violenza israeliana in queste circostanze». Una violenza che continua, ma che non spaventa i volontari: «Torneremo»". 

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