Il "governo" sudanese esaminerà il piano di pace Usa

La proposta è di Stati Uniti, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita: il timore è che dietro l'accordo ci sia la concreta possibilità di creare il terzo Stato sudanese: il Darfur
November 4, 2025
Il consiglio di difesa sudanese, sostenuto dall'esercito, si riunirà oggi per valutare una proposta di tregua appoggiata dagli Stati Uniti, ha riferito una fonte governativa, poco più' di una settimana dopo che i paramilitari hanno invaso la città chiave di El Fasher. Le Forze di supporto rapido, in guerra con l'esercito dall'aprile 2023, sembrano preparare un assalto alla regione centrale del Kordofan dopo aver conquistato El Fasher, l'ultima roccaforte militare nel Darfur, poco piu' di una settimana fa. "Il Consiglio di sicurezza e Difesa terrà oggi una riunione per discutere la proposta di tregua degli Stati Uniti", ha dichiarato la fonte a condizione di anonimato perché non autorizzata a informare i media.
Il cosiddetto gruppo Quad, composto da Stati Uniti, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita, è' impegnato da mesi in una serie di trattative diplomatiche volte a garantire una tregua nel conflitto in Sudan, che dura da oltre 30 mesi. A settembre, le quattro potenze hanno proposto una tregua umanitaria di tre mesi, seguita da un cessate il fuoco permanente e da una transizione di nove mesi a un governo civile, alludendo all'esclusione sia dell'esercito che delle Rsf dal processo di transizione. Il governo sudanese, allineato all'esercito, ha immediatamente respinto il piano perché teme che dietro la proposta ci sia in realtà la creazione di un terzo stato sudanese in Darfur.. 
 In seguito all'attacco delle Rsf a El Fasher, sono emerse segnalazioni di uccisioni di massa, violenze sessuali, aggressioni agli operatori umanitari, saccheggi e rapimenti durante l'offensiva. Ieri la Corte penale internazionale ha espresso "profondo allarme e profonda preoccupazione" in merito a tali segnalazioni, avvertendo che tali atti "possono costituire crimini di guerra e crimini contro l'umanita'". Massad Boulos, consigliere senior del presidente degli Stati Uniti per l'Africa, ha tenuto domenica colloqui al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty. Durante i colloqui, Abdelatty ha sottolineato "l'importanza di sforzi concertati per raggiungere una tregua umanitaria e un cessate il fuoco in tutto il Sudan, aprendo la strada a un processo politico globale nel Paese", secondo una dichiarazione del Ministero degli Esteri.
Ieri, Boulos ha incontrato il capo della Lega Araba, Ahmed Aboul-Gheit, e lo ha informato sui recenti sforzi degli Stati Uniti in Sudan per "fermare la guerra, accelerare la consegna degli aiuti e avviare un processo politico", secondo una dichiarazione della Lega Araba. Nonostante i ripetuti appelli internazionali, le parti in conflitto, entrambe accusate di aver commesso atrocià, hanno finora ignorato le richieste di cessate il fuoco. Gli Emirati Arabi Uniti sono accusati dall'ONU di aver fornito armi alle RSF, accuse che hanno ripetutamente negato. Nel frattempo, l'esercito sudanese ha ricevuto sostegno da Egitto, Arabia Saudita, Turchia e Iran, secondo gli osservatori. La caduta di El Fasher ha dato ai paramilitari il controllo su tutte e cinque le capitali statali del Darfur, alimentando il timore che il Sudan potesse essere di fatto diviso lungo un asse est-ovest. Le RsfF ora dominano il Darfur e parte del sud, mentre l'esercito controlla le regioni settentrionali, orientali e centrali lungo il Nilo e il Mar Rosso. 

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