Donald Trump sgancia in Afghanistan e sui media la superbomba contro il Daesh
Ordigno potentissimo, forse prima volta del suo utilizzo in combattimento. La Casa Bianca «esalta» l'operazione contro i jihadisti. Senza «danni collaterali»

Donald Trump svuota gli arsenali e tira la “madre di tutte le bombe” (chi si ricorda la “madre di tutte le battaglie” di saddamista memoria?) in una zona dell'Afghanistan dove il Daesh si rintanerebbe. E fa parlare il suo portavoce esaltando l'operazione. Svuota gli arsenali, sostengono i detrattori, per rinnovarli. E per l'ennesima dimostrazione di «retorica della forza» con quello che già ha in magazzino. Così, dopo i 59 missili Tomahawk contro la Siria (l'aeroporto militare alle porte di Homs era già operativo solo 14 ore dopo essere stato bersagliato), l'esercito Usa ha lanciato su covi del Daesh nella provincia afghana di Nangarhar una bomba Gbu-43, anche nota come Moab (
A parte quella dei due ordigni testati, non si aveva notizia di altre esplosioni della Gbu-43, se non che era stata prodotta in altri 15 esemplari per la Guerra del Golfo presso il McAlester Army Ammunition Plant. Oggi, dunque, l'annuncio del primo utilizzo della bomba in un quadro bellico nella provincia afghana di Nangarhar, come rimarcato dallo stesso portavoce del Pentagono.
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