Destituito lo speaker repubblicano alla Camera McCarthy
di Redazione
L'accusa è di aver "tramato" con Biden per il rinvio di 45 giorni dello shutdown. Una parte dei democratici ha votato con i fedelissimi di Trump. Il presidente ora è sempre più in difficoltà

Terremoto politico-parlamentare in Usa. Lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy è stato destituito con una mozione di sfiducia: è la prima volta che accade nella storia americana. A proporre la mozione il deputato del suo partito Matt Gaetz, un fedelissimo di Donald Trump ed esponente di una fronda parlamentare legata al tycoon che ha deciso di arrivare alla resa dei conti con l'establishment repubblicano per dettare la linea nel Grand Old Party. Una vittoria che conferma la presa dell'ex presidente sul partito. Sono bastati 8 deputati Gop per far venire meno a McCarthy la sua risicata maggioranza, dato che i dem non gli hanno offerto nessun aiuto: il voto è finito con 216 sì e 210 no.
"Oggi ho perso una votazione, ma ho combattuto per ciò in cui credo e io credo nell'America" ha detto McCarthy sottolineando di "non essere pentito per aver negoziato" con i democratici. "Mi hanno insegnato a risolvere i problemi non a crearli", ha aggiunto confermando che non si ricandiderà. Nella mozione di sfiducia Gaetz ha accusato McCarthy di flirtare con l'opposizione: in particolare, di aver fatto approvare il rinvio dello shutdown di un mese e mezzo con i voti dei dem e di avere un "accordo collaterale segreto" con Biden per continuare a finanziare Kiev con una legge ad hoc (su cui concordano anche i senatori repubblicani). Una mossa rarissima: da quando è stata istituita nel 1910, solo due speaker hanno dovuto affrontarla e nessuno è mai caduto, anche se nel 2015 il repubblicano John Boehner, dopo la mozione, decise di dimettersi, consapevole di non riuscire a unire i deputati del suo partito.
Capitol Hill precipita così nel caos e nell'incertezza, proprio nel giorno in cui il presidente Joe Biden chiama i leader dei Paesi Nato e i vertici della Ue "per coordinare il sostegno per l'Ucraina" e rassicura che gli aiuti continueranno "finché serve", dopo i dubbi seminati dal provvedimento anti shutdown senza i sei miliardi previsti per Kiev e il monito del Pentagono al Congresso sull'esaurimento a breve dei fondi.Ora Biden spera che la Camera elegga rapidamente un nuovo speaker perché, si legge in una nota della Casa Bianca, "le sfide urgenti che la nostra nazione deve affrontare non aspetteranno".
Un mese e mezzo che può costare caro
Le parole a caldo del presidente, a dir poco sono eloquenti di una situazione imbarazzante. Joe Biden ha subito esortato la Camera ad eleggere «presto» un nuovo speaker per affrontare «sfide urgenti». Ieri ha compresso probabilmente a fondo come sarà questo mese e mezzo che lo separa dalla nuova finanziaria che deve scongiurare lo shutdown che è solo rinviato. I Maga, la fronda trumpiana alla Camera, ieri ha mostrato tutto il suo peso e ha trovata in un altrettanto estrema frangia democratica i voti necessari per sfiduciare McCarthy. Una maggioranza trasversale che non può che far comodo a Donald Trump e indebolire ulteriormente un presidente uscente che parte da una posizione di svantaggio verso il voto del 2024. Si era detto che questi 45 giorni di tregua non sarebbero stati sicuramente tali. E se ne è già avuto la prova, se mai qualcuno dubitasse del fatto che qualsiasi atto in questi mesi sarà solo finalizzato alle due Convention: una con il ticket Biden-Harris scontato e l’altra con Trump che sta distanziando di anni luce gli avversari repubblicani.
Un tycoon che nelle vesti sue ”borghesi” di capitano della finanza si è ritrovato ancora una volta davanti a un giudice, questa volta civile per le presunte truffe realizzate a New York dal colosso che porta il suo nome e che ancora una volta ha solo insultato, ancora una volta ha parlato di «caccia alle streghe» e ancora una volta ha guadagnato punti nei sondaggi. L’estremo sembra pagare, come la narrazione che vuole Biden vecchio e decrepito e Trump l’uomo della provvidenza che in un giorno fermerà la guerra in Ucraina e quello dopo farà crollare i tassi al livello di due anni fa. Proprio l’Ucraina sarà il nuovo banco di prova. Il successore di McCarthy certo non approverà quella legge che lo speaker, secondo l’accusa che lo ha portato al siluramento., aveva concordato con Biden per far arrivare a Kiev la prima tranche da 6 miliardi di quei 24 che il presidente ha promesso al suo omologo Zelensky. Insomma: a farne le speso non sembra sia stato solo Kevin McCarthy.
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