Arriva la Trump Tower e Belgrado dà l’addio a un pezzo della sua storia
L’ex quartier generale dell’esercito jugoslavo, monumento nazionale, sarà abbattuto per far posto a un hotel di lusso. Gli studenti contestano l’intesa tra il governo e Jared Kushner e la «svendita» agli speculatori

Era scampato alle bombe della Nato nel 1999, ma presto sarà abbattuto dalle ruspe per fare spazio a un grattacielo avveniristico con un grande hotel di lusso e 1.500 unità residenziali targate Donald Trump. Ha ormai i giorni contati il Generalštab, l’ex quartier generale dell’esercito jugoslavo, un monumento dell’era socialista situato nel centro di Belgrado che porta ancora i segni evidenti dei bombardamenti di un quarto di secolo fa. Il via libera definitivo per la demolizione del complesso e la riqualificazione totale dell’area è arrivato qualche settimana fa dal Parlamento serbo, con l’approvazione di una legge speciale che ha aggirato i vincoli esistenti sull’edificio dichiarando l’iniziativa «progetto di importanza strategica per la Serbia». La stessa legge ha cancellato, in un colpo solo, anche l’indagine penale avviata dalla Procura di Belgrado sull’operato di alcuni funzionari della Soprintendenza accusati di falsificazione in atti pubblici e abuso di potere nel tentativo di accelerare la procedura di rimozione dei vincoli esistenti sul complesso. Nei giorni scorsi, la vice direttrice dell’Istituto per la tutela dei siti storici della Serbia, Estela Radonjic Zivkov, ha denunciato di essere stata minacciata da agenti della sicurezza statale che le avrebbero intimato di non opporsi al progetto. Tutto pur di tener fede il più in fretta possibile all’accordo stipulato un anno fa tra il governo serbo e Affinity Global Development, la società di investimento fondata nel 2021 da Jared Kushner, genero del presidente statunitense. L’intesa prevede che la società a stelle e strisce riceva il complesso in comodato d’uso gratuito per 99 anni e il governo serbo ottenga in cambio il 22 per cento dei profitti.
La Trump Tower sarà una delle strutture più alte della città, con un design che richiamerà i grandi edifici della Manhattan anni Ottanta. Da un punto di vista economico, promette di trasformare la capitale serba in un polo d’affari internazionale rafforzandone l’immagine di città moderna e cosmopolita. «Belgrado accoglie un’icona globale. Trump, lusso impareggiabile»: è quanto si legge nel sito web trumpbelgrade.com che presenta lo scintillante rendering di uno dei progetti immobiliari più controversi del Paese degli ultimi anni.
I critici denunciano la speculazione edilizia che sta già trasformando la capitale serba e l’elevato rischio di “gentrificazione”: l’area del centro città – sostengono – diventerà presto inaccessibile per le fasce meno abbienti, accentuando le disuguaglianze sociali. L’Unione nazionale degli architetti ha inviato una lettera aperta a Kushner spiegandogli che il progetto violerà la Costituzione, le leggi nazionali e persino una serie di impegni internazionali. Ma il governo serbo e il presidente Alexandar Vucic vanno avanti per la loro strada ribadendo che la Trump Tower è invece un passo imprescindibile per il rilancio economico del Paese. Secondo il movimento studentesco che da oltre un anno sta riempiendo le piazze di tutta la Serbia per protestare contro la leadership politica, questa vicenda non è altro che l’ennesimo tassello della «svendita» della città agli speculatori immobiliari.
Progettato dall’architetto serbo Nikola Dobroviæ e completato nel 1965, il Generalštab è un capolavoro europeo dell’architettura modernista che venne dichiarato monumento culturale di importanza nazionale proprio in seguito ai bombardamenti della Nato ai tempi della guerra in Kosovo. In un Paese come la Serbia, da sempre in bilico tra le influenze occidentali e uno storico legame politico-economico con la Russia, la vicenda della Trump Tower di Belgrado va ben oltre la questione edilizia e potrebbe contribuire anche allo spostamento del suo baricentro geopolitico.

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