A El Fasher migliaia di civili detenuti in condizioni «disastrose»
di Redazione
Per la rete medica Sudan Doctors Network quanto accade «un vero e proprio crimine umanitario»

Migliaia di civili sudanesi sono detenuti in condizioni "disastrose" dalle Forze di supporto rapido (Rsf) nella città di El Fasher, capitale del Darfur settentrionale. Lo ha denunciato in un comunicato la rete medica locale Sudan Doctors Network. La portavoce dell'organizzazione, la dottoressa Roaa Al-Amin, ha riferito che i civili si trovano in una situazione di estrema sofferenza, privati di beni e risorse essenziali. "Un numero importante di donne e ragazze ha subito gravi violazioni, tra cui stupri e aggressioni fisiche commesse da membri delle Rsf in diversi quartieri della città di 250mila abitanti, in un contesto di totale assenza di protezione legale o assistenza umanitaria", ha dichiarato. Il gruppo medico ha definito quanto accade "un vero e proprio crimine umanitario", ritenendo la comunità' internazionale e le Nazioni Unite responsabili della loro inazione di fronte alle violenze. Ha inoltre chiesto l'apertura urgente di corridoi umanitari sicuri per evacuare donne e bambini, insieme all'invio immediato di aiuti alle popolazioni assediate.
Il Consiglio di coordinamento d'emergenza del Darfur settentrionale ha segnalato che il campo di Kassab ha accolto un nuovo gruppo di sfollati provenienti da El Fasher: 193 famiglie, pari a 772 persone, arrivate in condizioni estremamente precarie dopo giorni di viaggio senza cibo né cure mediche. "Ciò che accade nel Darfur settentrionale è un appello aperto alla coscienza del mondo", ha dichiarato il Consiglio, ricordando che "la vita e la dignità dei civili costituiscono una responsabilità umanitaria condivisa che non può essere rimandata né ignorata".
Secondo l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), quasi 89mila persone sono state sfollate da El Fasher e dai dintorni nel solo mese scorso. Il 26 ottobre le Rsf sono entrate nella città, compiendo massacri a carattere etnico, secondo diverse organizzazioni locali e internazionali. Numerosi osservatori avvertono del rischio di una progressiva divisione geografica del Sudan. Dal 15 aprile 2023, il Paese è teatro di un conflitto tra l'esercito regolare e le Rsf, una guerra che le mediazioni regionali e internazionali non sono finora riuscite a fermare, e che ha provocato migliaia di morti e milioni di sfollati.
Il portavoce dell'Onu, Farhan Haq, ha invece spiegato che "da el Fasher continuano a essere segnalati scontri lungo le principali vie di accesso, che intrappolano i civili e bloccano gli aiuti". Nel frattempo - ha ricordato - "la violenza si intensifica nella regione del Kordofan, con un numero crescente di vittime civili e nuove ondate di sfollati". Il 6 novembre, ha detto l'Onu, si è registrato il 192 attacco a strutture sanitarie dall'aprile del 2023.
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