lunedì 7 marzo 2022
Ma subito dopo la fine del terzo round dei negoziati, a Kiev suona l'allarme aereo. Bombardato anche un panificio: almeno 13 vittime. Mosca: l'Italia tra i Paesi ostili, come tutta l'Ue
Alla stazione di Leopoli (Lviv) aspettando un treno per la Polonia, lunedì 7 marzo

Alla stazione di Leopoli (Lviv) aspettando un treno per la Polonia, lunedì 7 marzo - Reuters

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Attorno alle 19 ora italiana è terminato il terzo round dei colloqui tra le delegazioni ucraina e russa, che si sono svolti a Brest in Bielorussia. Secondo fonti ucraine, qualcosa di positivo si sarebbe mosso sulla garanzia di corridoi umanitari. "Il terzo round dei negoziati è finito. Ci sono piccoli sviluppi positivi nel miglioramento della logistica per i corridoi umanitari" ha annunciato su Twitter il consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak. "Intense consultazioni sono proseguite sul blocco politico di base delle regole, oltre che su un cessate il fuoco e sulle garanzie di sicurezza", ha aggiunto. Il capo della delegazione russa Medinsky ha detto che è "troppo presto per parlare di qualunque cosa positiva". Un nuovo round di colloqui ci sarà molto presto, ha affermato il negoziatore russo Leonid Slutsky, esprimendo la speranza che ci siano dei risultati ma confessando di non farsi illusioni che si raggiunga un risultato finale al prossima occasione.

Subito dopo l'annuncio della fine dei colloqui, a Kiev hanno suonato le sirene anti aeree.

Bombe anche su un panificio: almeno 13 vittime

Almeno 13 persone sono morte nel bombardamento contro un panificio a ovest di Kiev. Lo rendono noto i soccorsi ucraini. Il raid ha colpito un panificio industriale a Makariv, a circa 50 chilometri a ovest di Kiev. Il Kyiv Independent aggiunge che cinque persone sono state salvate. Ma potrebbero anche esserci più vittime, perché nel panificio lavoravano 30 persone. Secondo un video geolocalizzato della Cnn, i carri armati russi stanno prendendo posizione in un'area densamente popolata appena a ovest di Kiev. Il video mostra almeno cinque carri armati russi e i loro equipaggi a pochi metri da alti condomini.

Sul piano internazionale e ai tavoli della diplomazia si è fatta avanti anche la Cina, pronta per avere un "ruolo costruttivo" nella crisi in Ucraina e a lavorare con la comunità internazionale per una "necessaria mediazione". Lo ha dichiarato il ministro degli esteri cinese, Wang Yi, nel corso della conferenza stampa annuale a margine dei lavori dell'Assemblea nazionale del popolo, il Parlamento cinese. E' stata annunciata inoltre una videoconferenza tra Biden, Macron, Scholz e Johnson dalla Situation Room della Casa Bianca. A proseguire strenuamente nel tentativo di lasciare aperto un canale di dialogo, il premier israeliano Naftali Bennet, a cui domenica si è aggiunto il presidente turco Erdogan.

Ma sui rapporti fra Mosca e Tel Aviv, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba su Twitter denuncia: "Mentre il mondo sanziona la Russia per le sue barbare atrocità in Ucraina, alcuni preferiscono fare soldi intrisi di sangue ucraino. La compagnia aerea El Al sta accettando pagamenti usando il sistema bancario russo 'Mir' progettato per eludere le sanzioni. Un fatto immorale e un duro
colpo alle relazioni ucraino-israeliane". In serata la compagnia aerea israeliana El Al risponde su Twitter di aver "bloccato l'uso di carte di credito Mir il 28 febbraio, con la chiusura dello spazio aereo in Ucraina. El Al ha trasportato tonnellate di materiale umanitario e medico per l'Ucraina e ha evacuato orfani e rifugiati portandoli in salvo in Israele".

Bombardamenti sulle città assediate, bloccate le evacuazioni dei civili

Nella notte tra domenica e lunedì sono proseguiti intensi bombardamenti sulle città dell'Ucraina. La situazione nei sobborghi della capitale Kiev, in particolare, sarebbe "catastrofica", mentre a Mariupol e in altre città assediate, restano bloccate le evacuazioni di civili, con Mosca che accusa gli ucraini di volerli usare come scudi umani.

Dopo che sia sabato sia domenica è fallita l'apertura dei corridoi umanitari a Mariupol, si replica. Il nuovo annuncio per oggi è stato dato inizialmente dal ministero della Difesa russo, su richiesta del presidente francese Emmanuel Macron. Ma l'Eliseo ha precisato: "Mai chiesti corridoi verso la Russia".

L'esercito russo cesserà il fuoco per permettere i corridoi umanitari in diverse città ucraine: lo ha riportato il quotidiano britannico Guardian, citando l'agenzia russa Interfax. I corridoi saranno aperti dalle 10:00 ora di Mosca (le 8:00 in Italia) da Kiev, Mariupol, Kharkiv e Sumy. Ma questi corridoi saranno diretti per lo più verso la Russia.

Secondo informazioni pubblicate dall'agenzia Ria Novosti, il corridoio da Kiev, ad esempio, porterà verso la Bielorussia e da Kharkiv i civili avranno un solo corridoio verso la Russia. Da Mariupol e Sumy i corridoi porteranno verso le città ucraine e la Russia. Secondo il ministero della Difesa russo, da Kiev si potrà essere trasportati anche in aereo in Russia.

Netto il rifiuto di Kiev a far sì che i civili utilizzino i corridoi umanitari verso la Bielorussia e la Russia proposti da Mosca. "I nazionalisti presenti nelle città continuano a tenere in ostaggio i civili", ha affermato alla tv statale il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky. I nazionalisti, ha proseguito, "tengono i civili come scudi umani" e questo "è indubbiamente un crimine di guerra".

VIDEO L'ARCIVESCOVO DI KIEV: "Chiudete i cieli sopra l'Ucraina"

Mosca diffonde lista dei Paesi ostili: l'Italia è inclusa

Ci sono tutti i 27 paesi dell'Unione europea - inclusa quindi l'Italia - ma anche gli Usa e il Regno Unito nella lista - compilata dal governo di Mosca - di Stati e territori stranieri "che commettono azioni ostili contro la Russia, le sue compagnie e i cittadini". Un elenco che segnala chi ha approvato o sostenuto le sanzioni contro Mosca e che include paesi di primo piano ma, assieme all'Ucraina (per ovvie ragioni), vede anche l'inserimento di piccole nazioni, come Andorra, Islanda, Liechtenstein, Monaco, San Marino e Micronesia. Spicca la presenza - inedita - della Svizzera, che ha rotto la sua tradizionale neutralità per sostenere le misure internazionali contro la Russia. Da oggi, aziende e privati che abbiano debiti con i Paesi indicati nella lista saranno autorizzati a ripagarli in rubli.

L'ungherese Orban vieta il trasferimento e il transito di armi verso l'Ucraina

L'Ungheria ha emanato un decreto che vieta il trasferimento delle armi in Ucraina attraverso il territorio ungherese. Lo rende noto il premier magiaro, Viktor Orban, in un video pubblicato su Twitter al termine della riunione odierna del Consiglio per la sicurezza nazionale, convocata per fare il punto sulla situazione. Orban ha anche annunciato un incontro dei premier dei Paesi del gruppo Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) martedì a Londra.

La Russia potrebbe aver iniziato i preparativi per disconnettersi dall’Internet globale

La Russia sta per disconnettersi da Internet? Secondo alcune fonti, sì. E lo farà tra 4 giorni, esattamente il prossimo 11 marzo. Una mossa inedita della Russia che mira ad un isolamento dalla comunicazione globale. Fonti esperte in cyber-security confermano che la Russia potrebbe aver iniziato i preparativi per disconnettersi dall’Internet globale.
Non è la prima volta che se ne parla, già mesi fa su The Conversation si leggeva di un piano russo per costruire un internet sovrano. Per raggiungere questo obiettivo, Mosca dovrebbe perseguire un percorso di autosufficienza che le consentirebbe di avere il proprio web.
Mosca avrebbe iniziato i preparativi per trasferire tutte le trasmissioni, le connessioni ai server e la gestione dei domini interni su una rete parallela, la intranet nazionale 'Rucom'. E' quanto emerge da due documenti inviati dal Ministero dello sviluppo digitale, comunicazione e mass media "alle autorità esecutive federali e alle autorità esecutive dei soggetti della Federazione Russa", e nei quali si chiede di "verificare l’accesso degli account personali degli amministratori dei domini dei siti pubblici in rete Internet, aggiornare e (o) rendere più complessa la politica della password" con "l'aggiunta di fattori di autentificazione per gli utenti", lo spostamento delle trasmissioni ai server di DNS localizzati sul territorio della federazione russa, la cancellazione da pagine html tutti i codici Javascript scaricati da risorse estere. Il tutto naturalmente, renderebbe il web di Putin libero da influenze occidentali e attori esterni.
L’operazione, già iniziata in precedenza, è stata accelerata quando alcune delle aziende Tech più importanti, come Apple e Google hanno annunciato la propria chiusura in Russia.

La mappa degli attacchi russi in Ucraina, le città sotto assedio, ospedali e scuole distrutte

Sono 211 le scuole danneggiate o distrutte dai bombardamenti russi in Ucraina dall'inizio dell'invasione. Lo ha reso noto il ministro ucraino dell'Istruzione e della Scienza, Serhiy Shkarlet, in un'intervista rilasciata ai media locali. "Vediamo che il numero delle scuole distrutte o danneggiate è in costante aumento. Ad oggi posso dire che sono già 211 scuole. Alcune di loro sono state completamente distrutte, altre solo in parte", ha dichiarato.

Più di 200 strutture sanitarie dell'Ucraina si sono trovate lungo le linee di conflitto o in aree di controllo modificate nel corso della prima settimana di conflitto con la Russia. Lo riferisce l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel primo bollettino elaborato per fare il punto sulla situazione sanitaria in Ucraina.
L'Oms evidenzia come la possibilità di offrire assistenza ai malati e ai feriti in Ucraina sia diventata molto difficile. In certe aree "si rischia l'interruzione dei servizi sanitari". Ci sono segnalazioni, "alcune già verificate", di strutture sanitarie "danneggiate o distrutte".


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Onu: oltre 1,7 milioni di rifugiati

E' salito ad oltre 1,7 milioni il numero di persone fuggite dall'Ucraina dallo scorso 24 febbraio, data dell'invasione russa. Lo ha reso noto l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). Dal 24 febbraio al 6 marzo, il numero di rifugiati ha raggiunto un totale di 1.708.436, riferisce l'ultimo aggiornamento pubblicato sul sito dell'Unhcr. Di questi oltre un milione sono giunti in Polonia.

Oltre 230mila persone sono rifugiate in Moldavia dall'inizio della crisi Ucraina, scatenando una pressione importante su un Paese con due milioni e 600mila abitanti. "Su otto bambini oramai uno e' un rifugiato", è l'appello del premier Natalia Gavrilita alla Cnn: "L'Ue deve creare corridoi per consentire ai profughi di lasciare il Paese". Circa 120mila i rifugiati ucraini che hanno deciso di rimanere, "siamo al limite della nostra capacità di accoglienza".

Reuters

Ucraina. L'Onu: civili intrappolati nelle città senza aiuti salvavita di Nello Scavo, inviato a Chisinau (Moldavia)

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