mercoledì 31 ottobre 2018
Il presidente: è ridicolo, ci penso io. Ma è l’architrave della costruzione nazionale degli Stati Uniti come terra di immigrati
Il presidente Donald Trump mette in discussione il 14° emendamento della Costituzione americana sullo Ius soli (Ansa)

Il presidente Donald Trump mette in discussione il 14° emendamento della Costituzione americana sullo Ius soli (Ansa)

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«Siamo l’unico Paese al mondo in cui una persona viene, ha un figlio e questo bambino è essenzialmente cittadino degli Stati Uniti per 85 anni con tutti i benefici». Donald Trump è arrivato ad attaccare lo Ius soli, garantito da quel 14esimo emendamento che sancisce che è cittadino americano chiunque nasca nel Paese, e che è stato l’architrave della costruzione nazionale degli Stati Uniti come terra di immigrati.

«È ridicolo e deve finire, è stato avviato il processo e lo faremo con un ordine esecutivo», ha detto il presidente Usa intervistato da Axios per un documentario in quattro puntate che andrà in onda a partire da domenica prossima su Hbo, rivelando un piano per una revisione dell’interpretazione del 14esimo emendamento con l’obiettivo di negare la cittadinanza ai figli degli immigrati senza documenti o con visto temporaneo.

«Mi è sempre stato detto che c’è bisogno di un emendamento costituzionale, ma sapete cosa? Non c’è bisogno», ha aggiunto Trump, sfidando le critiche e le obiezioni che arriveranno dai costituzionalisti. «Si può definitivamente fare con un atto del Congresso, ma ora mi dicono che si può fare anche con un decreto esecutivo, cambiare il 14/esimo emendamento richiederebbe un lungo processo costituzionale».

Le dichiarazioni di Trump, di chiaro sapore elettorale a pochi giorni dal voto di midterm, stanno provocando un’alzata di scudi da parte di politici e costituzionalisti americani. Senza contare che non sono corrette, dal momento che decine di Paesi riconoscono lo Ius soli, a cominciare dai vicini, ed anche Paesi di immigrazione, Canada e Messico. Un primo stop è arrivato dallo speaker repubblicano della Camera Paul Ryan, per il quale «non si può mettere fine al diritto di cittadinanza legato alla nascita con un ordine esecutivo».

Se Trump passerà dalle parole ai fatti, una mossa del genere avrebbe un effetto politicamente e demograficamente dirompente, e sicuramente avvierebbe una battaglia legale che con ogni probabilità arriverebbe alla Corte Suprema, dove Trump si è appena aggiudicato la maggioranza di giudici conservatori con la controversa ratifica di Brett Kavanaugh. La maggioranza di costituzionalisti ed esperti di leggi sull’immigrazione ritiene che il presidente non abbia il potere di abolire per decreto lo Ius soli. Ma alcuni giuristi conservatori sostengono che il 14esimo emendamento non deve essere applicato ai figli di immigrati senza documenti o con visti temporanei.

Secondo John Eastman, del Chapman University’s Center for Constitutional Jurisprudence, il 14esimo emendamento dovrebbe valere solo per chi è in possesso della cittadinanza e per chi ha ottenuto la green card, il permesso di soggiorno permanente. Questa interpretazione indica la strada che starebbe ora valutando la Casa Bianca per un intervento di smantellamento dello Ius soli attraverso un semplice decreto esecutivo. Secondo quanto ha spiegato recentemente al Washington Post Michael Anton, ex funzionario del consiglio di Sicurezza di Trump, un ordine del genere «specificherebbe alle agenzie federali che i figli di non cittadini non sono cittadini» per il semplice fatto che sono nati sul suolo americano.

Ogni anno, sono circa 400mila i bambini nati negli Stati Uniti da immigrati irregolari: si tratta del 10% del totale delle nascite. «Il presidente non può sovvertire la Costituzione con un ordine esecutivo – ha protestato Omar Jadwat, a capo del Progetto per i diritti degli immigrati –. Tutto ciò è spudoratamente anticostituzionale». Normalmente la modifica di un emendamento costituzionale richiede il sostegno di due terzi del Senato e della Camera e quello dei tre quarti delle assemblee statali. Ma Trump, in un modo o nell’altro, sembra deciso ad andare avanti.

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