venerdì 13 settembre 2019
Oltre 500 radicali indù hanno attaccato l’istituto nello Stato del Jharkhand, picchiando gli studenti. I religiosi sono riusciti a evitare un linciaggio. Ostacolato l’arrivo delle ambulanze
Il St. John Berchmans Inter College di Mundli, gestito dai gesuiti, nello Stato settentrionale del Jharkhand

Il St. John Berchmans Inter College di Mundli, gestito dai gesuiti, nello Stato settentrionale del Jharkhand

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Ancora una volta lo Stato del Jharkhand, dove la presenza cristiana è soprattutto tra i gruppi meno favoriti e sottoposti alla pressione per la riconversione all’induismo, è stato teatro di un episodio di violenza. A finire sotto attacco questa volta è una istituzione educativa aperta agli “adivasi”, i gruppi aborigeni. E, di nuovo, tutto è accaduto nel disinteresse delle autorità. A denunciarlo è padre Thomas Kuzhively, segretario del St. John Berchmans Inter College di Mundli, gestito dai gesuiti della provincia di Dumka-Raiganj, che il 3 settembre è stato devastato da, si stima, 500 individui armati di bastoni, mazze di ferro, catene, coltelli e anche pistole.

Dopo avere denunciato l’incapacità della polizia a fermare la violenza, i responsabili dell’istituzione hanno lanciato un appello al governatore dello Stato, al premier del governo locale e ai presidenti della Commissione nazionale per i diritti umani e della Commissione nazionale per le minoranze affinché si individuino le responsabilità di quanto accaduto.

Come ricordato all’agenzia Asia News da padre Kuzhively, a scatenare la furia dei radicali indù sarebbe stato un contrasto tra alcuni alunni e gli studenti di origine tribale ospitati in un vicino ostello. Questi ultimi sarebbero stati l’obiettivo degli assalitori, che hanno selezionato gli studenti tribali picchiandoli selvaggiamente al punto che solo l’intervento di alcune religiose ha impedito un linciaggio.

La folla ha anche cercato di bloccare l’ambulanza chiamata per trasportare all’ospedale i feriti, due quelli gravi, e aggredito alcuni poliziotti. «La folla non era nelle condizioni di ascoltare nessuno», ha confermato il preside, padre Nobor Bilung, a sua volta sfiorato da un corpo contundente. Oltre che accanirsi sugli studenti, gli aggressori hanno danneggiato gravemente la scuola e l’ostello. Non contenti, ha aggiunto il preside, «hanno tentato di molestare le suore e le ragazze, hanno distrutto alcune motociclette parcheggiate di fronte alla scuola e hanno hanno rubato tutto ciò che potevano, dai cellulari usati dai ragazzi dell’ostello ai soldi conservati nell’ufficio del preside». Elevato il bilancio dei danni: 1,5 milioni di rupie (circa 19mila euro).

È molto forte l’amarezza per un evento che manifesta il clima di tensione nell’area, pronta a esplodere contro le minoranze già emarginate e coloro che, come gli educatori cristiani, sono accusati di proselitismo mentre tentano di migliorarne le prospettive attraverso l’istruzione.

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