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Cos’è cambiato nel mondo delle adozioni, dopo la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo della legge 184/1983 secondo cui i single sono esclusi dalla possibilità di fare richiesta per l’adozione internazionale? «Ha cambiato la cornice sociale delle adozioni internazionali», aprendola anche ai single che però dal 2005 «potevano adottare ma solo in casi particolari, mentre ora non c’è più la restrizione». Quindi non siamo all’anno zero: «C’è un passato di esperienze a cui attingere, anche nelle associazioni che hanno accompagnato genitori rimasti single mentre si stava definendo l’iter adottivo, per separazione o vedovanza. È importante lo scambio del know how all’interno di reti, mettersi in contatto con compagni di strada e operatori». Lo ha sottolineato Anna Guerrieri, presidente del Coordinamento Care nato nel 2011 – che riunisce 42 associazioni adottive e affidatarie, con esperienza di accompagnamento pre e post adozione –, durante un incontro online organizzato le scorse settimane con Claudio Cottatellucci, presidente dell’Associazione italiana Magistrati dei minorenni e della famiglia ed ex presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, proprio sul tema “Quale percorso adottivo per i/le single?”.
«Questa sentenza viene da lontano, nel senso che è preparata da un’elaborazione della Corte costituzionale: sull’adozione, e sui requisiti soggettivi di chi vuole adottare, la Corte si è pronunciata più volte, quindi vale la pena percorrere il filo di continuità su questa materia complessa. Il confine era tracciato fra adozione legittimante o piena e adozione in casi particolari, che era legittimata anche per i single», ha ricordato Cottatellucci, citando il caso di una donna single «che aveva ospitato più volte una ragazza bielorussa ormai dodicenne e aveva proposto di adottarla; il Tribunale di Cagliari ritenne che non fosse possibile in ambito internazionale ma solo nazionale. La questione venne affrontata e risolta dalla pronuncia della Corte Costituzionale nel 2005, che non ravvide nessuna antinomia né divieto, mettendo al primo posto il legame affettivo». Si trattò di «adozione in casi particolari, che presuppone già la conoscenza fra il minore e la persona adottante: il rapporto è preesistente e quindi non sussiste la necessità di mediazione dell’ente autorizzato, c’è un alleggerimento della procedura».
In questo ambito così delicato, ha osservato Cottatellucci, occorre «diffidare dagli automatismi e applicare i principi nel caso concreto; il principio guida è quello di consentire una crescita armoniosa dei minori adottati». Lo hanno ribadito successive sentenze della Corte che hanno consentito nel 2022 i rapporti con i familiari dell’adottante (ad esempio, i nonni) e nel 2023 la cosiddetta “adozione aperta”, che permette all’adottato relazioni con la famiglia di origine «per non aggravare il trauma». Tuttavia il recente pronunciamento della Corte lascia ancora insoluti alcuni punti, soprattutto pensando alle persone formalmente singole (non sposate) ma che in realtà sono in coppia, conviventi o meno, eterosessuali o lgbt+. Occorre «valutare l’idoneità del single e il suo contesto familiare anche monoparentale, interrogarsi sulle relazioni stabili: un elemento decisivo. È necessario interpellare non solo il partner, ma tutto il contesto relazionale di riferimento: va fatta una relazione su tutto il sistema di relazioni», ha avvertito Cottatellucci. Non solo: «L’abbinamento resta nelle mani dei Paesi esteri, alcuni dei quali escludono l’adozione ai single», ha chiarito la presidente del Coordinamento Care, concludendo: «L’associazionismo familiare deve essere pronto ad accogliere le persone singole e a rimodulare sulle loro necessità i propri percorsi pre-adottivi e i gruppi di sostegno nel post-adozione. Ci stiamo lavorando».
Anche l’Ai.Bi (Amici dei bambini), ong costituita da un movimento di famiglie adottive e affidatarie, si sta interrogando su questo tema e per il grande interesse riscontrato ha già organizzato due webinar informativi su adozione internazionale e single che, nei giorni scorsi, hanno fatto registrare il tutto esaurito. «Il webinar risponde all’esigenza di fornire le prime informazioni su questo percorso ai single che intendono avvicinarsi al mondo dell’adozione internazionale, presentando le possibilità e le prospettive che si sono aperte», spiegano gli organizzatori. Secondo AiBi, ente autorizzato alle adozioni internazionali, a oggi sono 45 i Paesi che prevedono l’adozione per single. Il principale motivo comune di preoccupazione da parte dei partecipanti, provenienti da diverse regioni? «L’impreparazione dei Tribunali dei minorenni nei confronti delle loro richieste. “Ho cercato di presentare domanda, ma mi hanno risposto che non posso ancora depositarla”. Questo il racconto maggiormente ripetuto, con poche varianti. Qualcuno ha ricevuto l’indicazione di dover frequentare un corso di disponibilità prima di depositare la domanda, ma non l’indicazione se tali corsi siano aperti o meno ai single. Altre cancellerie ancora hanno risposto che non sono stati ancora predisposti i moduli per i single… e via di questo passo. Un peccato, tutta questa incertezza, perché se fino a pochissimo tempo fa ci si lamentava della “fuga” delle coppie dall’adozione, con la diminuzione delle disponibilità anche per quella nazionale, questa immissione di “nuove energie”, con l’apertura ai single, potrebbe essere l’occasione per rimettere in sesto i “bulloni” della nostra burocrazia. Magari cercando finalmente di passare – come Ai.Bi. ripete da anni – dalla cultura della selezione e della ferrea valutazione a quella dell’accompagnamento?». Anche se – bisogna ribadirlo – «non saranno le persone singole in più a cambiare i numeri dell’adozione internazionale: quest’ultima ha bisogno certamente di altro per essere sostenuta a partire da una politica estera che, in collaborazione con gli Stati di origine, ne garantisca l’assoluta sostenibilità dal punto di vista etico, sociale ed economico». Secondo la Commissione adozioni internazionali, nel 2023 i minori a cui è stato concesso l’ingresso in Italia per adozione risultano 585, a fronte di oltre 2.233 coppie in attesa al 30 giugno 2024.