mercoledì 15 gennaio 2025
Le Costantine a Uggiano La Chiesa, in provincia di Lecce

Le Costantine a Uggiano La Chiesa, in provincia di Lecce - Massimiliano Rella

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A Uggiano La Chiesa (Lecce), in frazione Casa Massella, c’è un’azienda tutta al femminile che è un caso di economia sociale. È la storia delle tessitrici della Fondazione Le Costantine, una squadra di artigiane che realizzano su antichi telai raffinati tessuti in cotone, lana, lino, cachemire e seta per accessori di moda e per la casa: borse, tappeti, centrini, copriletto, arredi, tovaglie, coperte, cuscini, runner e sciarpe (www.lecostantine.it). Le radici culturali della Fondazione risalgono però a inizio ‘900, quando fu creata un’azienda artigiana “in rosa” per emancipare le donne salentine attraverso il lavoro e l’indipendenza economica.

Le Costantine a Uggiano La Chiesa, in provincia di Lecce

Le Costantine a Uggiano La Chiesa, in provincia di Lecce - Massimiliano Rella

L’ambizioso progetto fu voluto da importanti personalità dell’epoca: Carolina De Viti de Marco, sorella dell’economista Antonio De Viti de Marco, e la cognata Harriett Lathrop Dunham, femminista americana e moglie di Antonio. L’azienda aderì alle ex Industrie Femminili Italiane (IFI) ma chiuse dopo la guerra per l’avvento degli opifici del tabacco, che sottraevano manodopera. Nel frattempo l’economista aveva rinunciato all’insegnamento per non aderire al fascismo e la sorella aveva aperto una scuola di formazione professionale a Maglie (Le). Anni dopo, nel 1982, Giulia Starace (figlia di Carolina) fondò Le Costantine prendendo ispirazione proprio da quella storia di riscatto, con vari obiettivi: recuperare l’arte della tessitura; fare agricoltura biodinamica, formazione professionale e lotta alla dispersione scolastica. Promuovere inoltre l’attenzione per la disabilità e progetti per i più piccoli.

In seguito, la cugina Lucia De Viti de Marco lasciò i suoi beni alla Fondazione: la figlia di Antonio si era infatti occupata negli anni ’50 di bambini affetti da poliomielite, a Fregene e all’Abetone, 19 ragazzi allevati con approccio Steineriano, poi diventati professionisti, due dei quali siedono oggi nel Cda della Fondazione. Invece la sorella di Giulia – Lucia Starace – a 18 anni andò in Sudafrica a insegnare la tessitura alle donne boere, con una pacifista inglese, una storia di cui c’è traccia in un museo di Johannesburg.

Dopo varie esperienze e attività arriviamo infine al 2002, quando la Fondazione avvia un laboratorio stabile di tessitura e recupera una vecchia masseria, con 12 camere in parte accessibili ai disabili – la Casa di Ora – così nominata in ricordo di una bimba dislessica che chiamava “Ora” la stessa Lucia De Viti de Marco, non riuscendo a pronunciare per intero la parola «signora». Oggi Le Costantine ha uno showroom, una collezione di qualità, clienti in visita da tutto il mondo e collaborazioni importanti con griffe della moda, tra cui Dior. Nel Cda siedono inoltre il sindaco e un delegato della Regione Puglia. Presidente della Fondazione è invece Maria Cristina Rizzo, avvocato ed ex sindaco di Uggiano La Chiesa. Il 25 dicembre 2012, Rizzo perse il figlio 21enne e da allora dirige come volontaria questa bella esperienza salentina: «È la mia terapia – racconta –. Tutto ciò che faccio per i ragazzi è anche in ricordo di mio figlio. La vita sa essere dolorosa e generosa insieme». La tessitura attualmente ha una forza lavoro di nove donne in laboratorio, due in amministrazione, sei per la formazione professionale (più docenti, tutor, psicologici). L’altra attività è l’agricoltura biocertificata: 34 ettari (11 di bosco) e altri 20 ettari a Otranto, coltivazione di cereali e legumi, un dipendente fisso più l’indotto. C’è poi un terzo filone che guarda ai minori svantaggiati. La Fondazione è infatti accreditata come ente di formazione professionale. Forma da anni minori italiani e stranieri non accompagnati e disagiati (oggi 18 ragazzi) in una “scuola” di Maglie, in 500 metri quadrati dentro un ex cappellificio. I minori svolgono tre anni di corso in piccole classi di tessitura, ristorazione, agricoltura, lingue e operatore sociosanitario; dopo la qualifica professionale e stage in aziende pugliesi sono accompagnati nel mondo del lavoro. Quasi tutti vivono in comunità d’accoglienza. Di recente, dopo un bando Pnrr ottenuto dalla Fondazione, Casa Massella è diventata, infine, il “Borgo delle Tessitrici”.

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