lunedì 12 giugno 2023
Diffuso il report di sostenibilità dell'evento di Assisi: dall'eliminazione delle bottigliette di plastica alla riduzione del packaging, tutte le scelte per un evento a basso impatto ambientale
L’ecologia integrale messa a sistema: ecco l’impatto di EoF

Galyna Andrushko

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Un evento pensato all’insegna della testimonianza. Economy of Francesco, il convegno dei giovani economisti, change makers e imprenditori fortemente voluto da papa Francesco, nella sua prima edizione in presenza dal 22 al 24 settembre ad Assisi ha fatto una scelta di sostenibilità ambientale concreta e tangibile. «Un evento non solo di parole ma di fatti, organizzato in modo che i parametri della conversione ecologica emergessero nella strutturazione stessa dell’evento, quasi “un evento nell’evento” e le conclusioni fossero non solo espressioni ma principio ma un risultato concreto», ha spiegato Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Foligno e presidente del Comitato organizzatore di EoF. Un esempio di quell’ecologia integrale cara al Pontefice, di quella conversione verso un’economia che si prende cura del Creato e non lo depreda, non più rinviabile alla luce dei disastri climatici, l’ultimo in ordine di tempo l’alluvione in Romagna, che si susseguono senza sosta in ogni angolo del pianeta. Il report di sostenibilità di EoF è stato affidato alla “Sisifo società benefit” e coordinato dall’ad Giuseppe Lanzi.

Per garantire il massimo rispetto dell’ambiente e il minimo impatto in termini di consumo delle risorse e produzione di emissioni inquinanti il punto di partenza sono state alcune decisioni prese “ex ante”, in sede di progettazione. Piccoli gesti che messi insieme hanno fatto la differenza: l’eliminazione delle bottigliette di plastica che sono state sostituite con contenitori di acqua pubblica e borracce riutilizzabili, la riduzione del packaging di tutti i prodotti e di conseguenza della produzione di rifiuti, l’utilizzo di cibi provenienti dal territorio umbro, biologici o di commercio equo solidale. L’utilizzo di materiali a basso impatto è stato uno dei “pilastri” di EoF. L’allestimento degli eventi porta spesso a sprechi di materiali. Per ovviare a questo problema è stato deciso di utilizzare solo materiali naturali: in particolare è stata data priorità al legno per i tavoli, le panche e i complementi di arredo che alla fine dell’evento sono stati destinati ad altro uso. L’allestimento in legno è stato integrato da elementi personalizzati in cartone ondulato 100% riciclati che sono stati poi presi in consegna dalla diocesi di Assisi per altre manifestazioni. Per i pallet, che sono stati poi ritirati e riutilizzati, è stato scelto un legno certificato.

Particolare attenzione è stata dedicata ai kit per i partecipanti con uno zainetto in cotone biologico contenente una borraccia e stoviglie in acciaio pieghevoli. Per i pasti, viste le indicazioni legate al Covid, è stata necessaria la distribuzione in contenitori mono-porzioni realizzati in bioplastica Mater-Bio. Una curiosità è legata ai badge: si è scelto di utilizzare una carta contenente semi in questo modo a fine evento sono stati piantati e sono nati dei fiori. Per la ristorazione, oltre all’utilizzo di materie prime a chilometro zero, provenienti dalle zone colpite dal terremoto del 2017 o dai beni confiscati alla mafia (grazie alla collaborazione con Fondazione con il Sud) è stato coinvolto l’istituto alberghiero cittadino: sono stati gli studenti a prendersi cura dei partecipanti provenienti da tutto il mondo, preparando e distribuendo i pasti. Gli ingredienti fondamentali sono stati i cereali, i legumi e le verdure, ovvero gli alimenti che hanno un ruolo primario della dieta mediterranea, che è un modello di sostenibilità tanto quanto di salute.

Massima attenzione è stata data alla lotta agli sprechi. Nessun pasto è stato buttato: i cibi cucinati in eccesso venivano distribuiti alle associazioni della zona che a loro volta li consegnavano in giornata alle fasce più povere della popolazione.

Un altro fiore all’occhiello è stata la raccolta differenziata “spinta”: sono stati raggiunti ottimi risultati grazie al rispetto delle regole da parte di tutti e alla partecipazione dei volontari. La percentuale complessiva di differenziazione è stata del 90% con il 75% della frazione organica destinata al compostaggio. Il monitoraggio di tutte le misure ambientali adottate ha permesso di misurare l’impatto di EoF: i dati raccolti sono stati rielaborati secondo un modello previsionale di calcolo conforme alle regole dell’organizzazione internazionale Ipcc (International Panel of Climate Change) che ha consentito di misurare l’indice climatico dell’evento. Le misure adottate hanno permesso di evitare la produzione di 116 tonnellate di anidride carbonica. A fronte delle 143 tonnellate stimate con soluzioni “standard”, ne sono state prodotte meno di trenta, vale a dire un quinto. Circa il 58% è attribuibile ai materiali, il 33% ai pernottamenti e l’8% all’energia elettrica. Questo dato dimostra che la tutela del pianeta è un atto collettivo, comunitario, che necessita della collaborazione di tutti. Un lavoro di squadra che i partecipanti hanno svolto con grande senso di responsabilità. Nonostante le difficoltà linguistiche i giovani hanno fatto molta attenzione alle indicazioni fornite dagli organizzatori. «Avremmo potuto organizzare tutte le azioni possibili ed immaginabili – si legge nella conclusione del rapporto – ma se non ci fosse stato il coinvolgimento diretto dei partecipanti oggi avremmo una lista di buone intenzioni, ma senza risultati».

L’impegno per la custodia del Creato però non si è esaurito con l’evento in sé ma è un seme che è stato piantato nel terreno. «Attraverso queste buone pratiche – è il messaggio contenuto nel rapporto – si vuole essere segno e trasmettere l’urgenza del messaggio che non può esistere futuro senza la cura della nostra casa comune». Una cura che inizia dalle piccole azioni quotidiane, dalle scelte consapevoli che conducono ad un consumo critico ed oculato delle risorse fino alla promozione di un sistema economico circolare che valorizzi la materia e il riutilizzo. La call to action per la prossima edizione è di fare tesoro dell’esperienza di questo primo report, incoraggiando i partecipanti a fare un passo in più: prendere in considerazione anche le emissioni generate dai viaggi da e per Assisi che non erano incluse nel perimetro dell’analisi del 2022. La strada insomma è già tracciata affinché la prossima edizione di EoF sia ancora più sostenibile.

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