
La conoscenza di un vero e proprio supercereale, il teff, coltivato in Africa e dalle proprietà nutrizionali tanto importanti quanto semisconosciute in occidente da parte di una Società benefit con la collaborazione di una Ong è diventata la chiave per un progetto innovativo che coniuga creazione di lavoro, sostenibilità, imprenditorialità e sviluppo. Un progetto più forte della guerra in un Paese lacerato e povero come l’Etiopia e che guarda all’Africa come a una risorsa con un approccio che offre vantaggi reciproci. Il progetto che si sta definendo nel secondo Paese africano per popolazione parte da Andriani – azienda pugliese che a Gravina di Puglia, cuore della Murgia, produce dal 2009 prodotti innovativi da materie prime naturalmente prive di glutine in proprio e per altri marchi – e punta a far crescere la produzione e le competenze degli agricoltori locali.

Partner dell’azienda pugliese in Etiopia è Cefa, storica Ong cattolica bolognese che sostiene le comunità rurali più povere del mondo, comprese quelle nelle aree del Corno d’Africa colpite da mutamenti del clima e da conflitti, affinché grazie a innovazione e tecnologia raggiungano l’autosufficienza alimentare attraverso uno sviluppo sostenibile e durevole che parta dal basso, garantendo il rispetto dei diritti fondamentali. Andriani è società benefit e B corp, un marchio internazionale assegnato alle aziende che rispettano elevate performance di sostenibilità sociale e ambientale. E in 16 anni di attività è cresciuta da 25 a oltre 300 dipendenti. «Oggi – spiega il manager della responsabilità sociale di Andriani Raffaele Raso – siamo diventati leader di mercato per i nostri prodotti nel segmento dell’healthy food. Produciamo per oltre 120 brand a livello mondiale e copriamo 40 Paesi in tutto il mondo. La molla è la tensione continua all’innovazione. Cerchiamo di promuovere un’idea di crescita condivisa alle nuove generazioni e di tenere viva l’attenzione sui temi della sostenibilità e del rispetto dell’ambiente, ma anche di stimolare la voglia di intraprendere e mettersi in gioco».
Nel 2019 grazie a un partner etiope scoprono il teff, cereale antichissimo naturalmente privo di glutine. Nel Corno viene coltivato e consumato da sempre come cibo per l’elevato apporto nutrizionale e si utilizza per creare l’injera, sorta di piadina spugnosa con pochissimi carboidrati e ricca di proteine, calcio, aminoacidi essenziali e fibre. Che soprattutto ha un basso indice glicemico, ideale per i diabetici e per chi vuole perdere peso . «Poco prima del Covid-19 – prosegue Raso – abbiamo istituito una filiera solidale per la produzione di teff in Etiopia, nella regione dell’Amhara, a nord di Addis Abeba. In quella regione il problema dell’agricoltura e dei cambiamenti climatici è accentuato, senza contare i problemi geopolitici e sociali. Abbiamo cercato, attraverso partner locali, di avviare un progetto di sviluppo rurale delle piccole aree presidiate dagli agricoltori come opportunità di sviluppo culturale, sociale ed economico. Abbiamo avviato corsi di formazione per agricoltori e agronomi sull’uso di mezzi meccanici per far crescere l’attività, compresa la parte scolastica e sociale dei villaggi. Al di là dell'approvvigionamento della materia prima seguendo sempre il contesto, come nostra abitudine, ci siamo resi conto delle difficoltà dei contadini non soltanto dal punto di vista lavorativo, ma anche da quello sociale. Insieme alle istituzioni e ai centri di ricerca abbiamo messo a punto il concetto di filiera, dalla lavorazione del campo fino all’arrivo a Gravina in Puglia, dove il cereale viene trasformato in pasta, e distribuito a livello globale». Ma dal 2020 l’Etiopia è sconvolta da tre bufere. Anzitutto il Covid che blocca i trasporti e i commerci internazionali; poi la guerra civile in Tigrai, regione settentrionale etiope limitrofa all’Amhara che viene coinvolto.

Infine, i mutamenti climatici che sconvolgono l’agricoltura del Corno con diverse stagioni aride. Tre bufere che diventano tempesta perfetta. Nel 2019 l’Etiopia guidata dal premier Abiy Ahmed, cui viene assegnato il Nobel per la pace quell’anno, è considerata una tigre africana con il Pil a doppia cifra. Oggi l’inflazione è schizzata alle stelle e il Paese, soprattutto per i debiti contratti per la guerra civile, nel 2023 è finito in default. Il progetto in Amhara si blocca, ma Andriani ha deciso di non mollare. «Ci siamo trovati a un bivio – conferma Raso –, abbandonare l’iniziativa o salvaguardarne quanto possibile. Data la nostra convinzione a riguardo abbiamo deciso di procedere con il progetto. Dal 2022 abbiamo avviato la produzione di penne di Teff. Con l’intento di ampliare il nostro impatto positivo abbiamo deciso di tornare in Etiopia a marzo 2025 per espandere questa attività in altre aree etiopi».
Decisivo l’incrocio con Cefa, l'Ong bolognese che ha accompagnato i responsabili della sostenibilità dell’azienda di Gravina in Puglia nei villaggi e nelle aree del Wolayta e Arsi, a sud di Addis Abeba, dove è presente con progetti agricoli che coinvolgono 300 agricoltori, 150 madri di famiglia e studenti di 15 scuole.

Obiettivo del Cefa è contribuire ad aumentare la sicurezza e la sovranità alimentare della popolazione. Nella zona, conferma Federico Ponti, responsabile paese dell’Ong «diamo risposte agli alti livelli di malnutrizione e denutrizione causati da bassa produttività agricola in un’area sovrappopolata, con corsi di formazione teorica e di campo dei contadini e dei piccoli produttori per stimolare la produzione di ortaggi e cereali autoctoni e maggiormente nutritivi e incoraggiando il ricorso a pratiche agricole a minore impatto ambientale». ll progetto contro l’emergenza climatica, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, prevede la creazione di tre fattorie sperimentali per la formazione tecnica, oltre alla dimostrazione di impiego in campo di tecnologie basilari come i sistemi di irrigazione goccia a goccia alimentati da energia solare e pompe solari, che i contadini possano poi replicare senza ingenti investimenti. Il contatto con gli agricoltori che stanno lottando contro la crisi climatica ha convinto Andriani a raccogliere la sfida.
«La realtà rurale – conferma Raso – che abbiamo toccato con mano è molto simile alla precedente, con bassa meccanizzazione e proprietà frammentata. Abbiamo incontrato le autorità locali, le cooperative e i rappresentanti dei villaggi. Si tratta di una doppia opportunità per loro e per noi. Noi dobbiamo avere la certezza di disporre della materia prima per alimentare il prodotto e possiamo lavorare direttamente con i contadini grazie all'ausilio di Cefa. I contadini, con il sostegno che possiamo offrire, avranno l’opportunità di crescere nell’ambito della sicurezza alimentare e delle attività in campo verso un concetto più moderno di produzione. Stiamo ragionando anche sull’impiego di fertilizzanti organici. Partiamo con l’obiettivo di prosperità per gli agricoltori. Favoriamo la crescita e poi le relazioni commerciali vengono di conseguenza». Il progetto del teff, il cereale più piccolo al mondo, sulla nuova rotta tra le Murge e l’Etiopia può indicare a Italia e Africa strade nuove in tempi di tagli drammatici dei governi agli investimenti per la cooperazione.