venerdì 20 gennaio 2023
Una pagina pubblicitaria, quella di Serenis, che (apparentemente) non dice nulla, ma che usa la creatività per offrire ascolto
Se è l’assenza di parole a creare mondi
COMMENTA E CONDIVIDI

Cosa può esserci scritto dentro una pagina pubblicitaria che non dice nulla del servizio che dovrebbe vendere? Nulla, appunto. E per quale motivo chi investe dovrebbe spendere qualche migliaio di euro per una pagina pubblicitaria bianca, che ostenta il proprio vuoto e titola di avere tutte le ragioni per farlo? Con una certa arguzia si potrebbe cercare una qualche spiegazione alla base della stessa pagina, dove una montagna di lettere accatastate sembra aver perso la propria funzione tipografica per diventare segno, figura, un qualsiasi altro significante, come accade dentro certe opere di Isgrò. Ma qui non siamo in un museo, siamo su un banalissimo foglio di giornale, formato A4, con una pagina bianca che urla il suo silenzio. Lo scarabocchio di lettere ammonticchiate lascia leggere alcune parole che sembrano essere state trasportate lì da un’eco dispettosa: sanzioni, siccità, aumento dei prezzi, blocco navale, la 194… Sembrano tormentoni fuoriusciti dalle altre pagine della rivista, dai titoli dei quotidiani, dalle voci dei telegiornali, come a cercare un po’ di attenzione anche qui, su questa pubblicità, dove devi sfidare l’horror vacui per leggerne la ragione. Perché «la realtà può essere difficile da reggere - anche quando viene spiegata con parole chiare e responsabili. Se si fa troppo pesante, prenditi una pausa con qualcosa di apparentemente inutile».

Ecco svelato l’arcano di una pubblicità che non dice niente, che non scrive niente, che non vende niente e che invita chi legge a non fare niente. Difficile sfogliarla via questa pubblicità, emerge come una boa nel mare di parole che la precedono e che vengono dopo. Si offre come un salvagente per aiutare a galleggiare chi sembra annegare dentro fiumi di conversazioni che sono diventati rumori di fondo dentro la sua testa. Possono essere voci, deliri, incubi, ossessioni, sono come onde di un mare in tempesta che non trova mai quiete.Scatenano paure, turbamenti, riflessioni, depressioni, manie, semplici richieste d’aiuto che spesso non si sa dove indirizzare. L’assistenza psicologica si porta dietro uno stigma atavico e la psicoterapia non è sempre come nei film di Woody Allen. Ecco perché serve una pagina vuota come questa, perché ha il coraggio del silenzio e solo nel silenzio ci può essere l’ascolto di chi vede i propri pensieri accartocciarsi come le parole che sono scivolate nello scarabocchio lì in fondo.

Serve un po’ di coraggio per leggere le proprie paure dentro una pagina vuota, ed è lo stesso coraggio che “serenis.it” ha deciso di mettere dentro questa insolita pagina di pubblicità che non dice nulla del servizio che dovrebbe vendere, ma usa la creatività per offrire ascolto. A chi soffre e alle persone vicine, le stesse che spesso sono impotenti di fronte ai loro silenzi e che una pagina vuota adesso può riempire.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: