martedì 18 aprile 2023
A un’ora da Parigi, le suore dell’Assunzione hanno convertito un ex complesso scolastico in un ecoluogo dedicato alla formazione ambientale e alla ricerca
Un Campus della Transizione: in Francia l’ecologia ora fa scuola

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Serissima è la sfida della transizione energetica ed ecologica, ma non sempre facile da spiegare, tanto meno in questi mesi in cui rischia d’essere eclissata nel dibattito pubblico dall’emergenza inflazione. Per sensibilizzare sulle misure collettive da adottare in fretta per conservare un pianeta abitabile, occorre dunque arare e ancora arare, con l’antica pazienza dei contadini che sanno attendere prima di cogliere i frutti del proprio lavoro. Restare con i piedi ben piantati al suolo, dunque, schivando pure ogni sterile deriva intellettualistica.

Oltralpe, queste convinzioni forti hanno spinto suor Cécile Renouard, protagonista da anni del dibattito economico — con volumi come Éthique et entreprise (L’Atelier), oppure 20 propositions pour réformer le capitalisme (Flammarion, in collaborazione con l’economista gesuita Gaël Giraud) —, a chiedere alla propria congregazione, le religiose dell’Assunzione, di convertire l’uso d’uno splendido ex complesso scolastico di campagna a un’ora da Parigi. Ne è nato nel 2017 il Campus della Transizione, che si sta imponendo come uno degli «ecoluoghi» più originali per una sensibilizzazione nel solco anche dell’enciclica Laudato si’.

«Nel 2016, mi chiedevo come spendere le mie energie per contribuire con più forza a delle trasformazioni strutturali e sistemiche. E questo proprio mentre percepivo che nel sistema universitario, così come nelle multinazionali su cui avevo già condotto non poche ricerche, i responsabili continuavano a evolvere sradicati dalla sfida reale della transizione ecologica e sociale. Mi sono così detta che occorreva creare una piccola struttura molto più agile per spronare queste grandi entità immerse in una forma d’inerzia», ci racconta suor Cécile sulla genesi del Campus. Il quale è molto più d’un centro di formazione, grazie anche al contesto rurale in cui sorge, non lontano dal punto di confluenza del fiume Yonne con la Senna: «Cercavano un luogo in cui poter condurre pure in presa diretta la sperimentazione d’una vita più sobria e solidale all’interno d’un territorio, permettendo così ai visitatori di vivere un’esperienza con i piedi piantati al suolo».

Sul piano teorico, dopo tante ricerche sul campo condotte anche in Africa, in particolare in Nigeria e in Kenya, e un ricco bagaglio d’insegnamento universitario in prestigiosi atenei francesi, suor Cécile era già approdata allora a una ferma convinzione: «Gli attuali modelli economici dominanti ci conducono a schiantarci contro un muro. Inoltre, gli argomenti correnti sulla cosiddetta “crescita verde” non sono per nulla sufficienti». In sintesi, spiega la religiosa, l’obiettivo del Campus è di «contribuire ad accelerare la transizione ecologica, sociale, economica, culturale e civica, la grande transizione, attraverso formazioni, ricerche e sperimentazioni, in particolare con la preoccupazione di formare dei formatori, come degli insegnanti o dei responsabili del sistema universitario, del mondo imprenditoriale, associativo e dell’amministrazione territoriale».

Ma al cospetto di una sfida tanto vasta, quale può essere considerata la priorità delle priorità? Suor Cécile, a questa domanda, ribatte che le prime chiavi del cambiamento dovranno riguardare «i modelli economici e gli stili di vita». In effetti, per l’economista, c’è oggi una carenza di «competenze psicosociali e relazionali, ovvero di capacità d’entrare in una forma di pensiero più complesso, in modo da riuscire a governare il cambiamento, mettendo l’etica al centro del ragionamento e contribuendo a costruire così uno sguardo rivolto al futuro, anche attraverso una riconnessione con dei valori forti per orientare l’azione».

Queste dimensioni sono ancor più basilari e prioritarie di altre competenze più tecniche pur decisive, come «una nuova maniera di concepire la contabilità economica, rispettando i limiti di sostenibilità planetaria».

Il Campus della Transizione, forte dell’energia e dell’entusiasmo di un’équipe molto giovane di formatori, è stato concepito anche con la speranza di fare emuli in Francia e non solo. Su questo punto, suor Cécile spiega: «Siamo un luogo di continua sperimentazione di uno stile di vita sobrio e conviviale, per mostrare che è necessario e possibile modificare pure i comportamenti più semplici e quotidiani. Concretamente, cerchiamo anche di mostrare come si può rinnovare in modo ecologico un edificio vetusto, con quali mezzi si può riscaldare un interno impiegando meno energia, come si può variare la propria alimentazione riducendo in particolare il consumo di carne, o ancora come si può giungere facilmente a impiegare dei mezzi in comune. Un ecoluogo come il nostro è fatto pure per mostrare le cose in modo semplice, ma non semplicistico, perché dietro c’è una ricerca puntata su come applicare le stesse pratiche su diverse scale sociali di grandezza, comprese quelle nazionale e internazionale. E per far ciò, non si può restare da soli. Dunque, cerchiamo d’agire in rete con altri centri e strutture».

Di continuo, fra i concetti chiave ripetuti dall’economista, tornano parole come «sobrietà» e «gratuità», nel quadro di una sfida che certamente sarà di lungo corso, anche perché l’immobilismo della società è forte: «Non sono sempre molto ottimista, a dire il vero», ammette suor Cécile, quando le chiediamo dove scorge i cambiamenti in corso più promettenti. Ma a suo avviso, la riflessione negli ambienti economici sta avanzando, mentre a livello sociale «un numero crescente di giovani si mostra più consapevole dei limiti della crescita». «Abbiamo bisogno di rimettere l’economia al proprio posto, circoscrivendo gli ambiti in cui può essere utile e riducendo opportunamente la sfera strettamente mercantile e finanziaria nella nostra società», osserva, allargando il discorso. Al contempo, «occorre pure cercare d’integrare nel ragionamento economico dei dati e delle competenze legati ad altre scienze, come la biologia e le scienze umane e sociali». Ogni vero cambiamento duraturo non potrà fare a meno di una parallela «transizione interiore» irrorata dalle saggezze delle tradizioni religiose e spirituali che «hanno un enorme ruolo da svolgere».

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