martedì 1 giugno 2021
L’iniziativa promossa dall’Università Cattolica, Cnel, Libera e Fondazione Etica punta a misurare i progressi del Piano di ripresa e resilienza
La sede dell'Università Cattolica a Milano

La sede dell'Università Cattolica a Milano - Fotogramma

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"ettere a terra" il Pnrr lavorando ad una rigenerazione del tessuto sociale messo a dura prova dalla pandemia. È questa la missione che si è data LIBenter, l’iniziativa acronimo di L’Italia come BEne comune Nuova Trasparente Europea Responsabile, promossa dall’Università Cattolica, Cnel, Libera e Fondazione Etica che punta a coinvolgere il mondo della ricerca e la società civile in un percorso di accompagnamento e di valutazione dei progetti contenuti nel Piano di ripresa e resilienza. LIBenter vuole contribuire a contrastare sprechi di risorse – sono 222 i miliardi che arriveranno dall’Ue – che il Paese non può permettersi. Il progetto ha due dimensioni: una scientifica, che ci occupa del monitoraggio tramite strumenti di controllo e di vigilanza diffusa grazie ad un rating, l’altra più civica e operativa che produrrà contenuti divulgativi. «Vogliamo farci interpreti delle preoccupazioni della società civile sull’impiego di una massa di denaro di grandi proporzioni – ha detto Nicoletta Parisi coordinatrice del progetto con Dino Rinoldi – lavoreremo affinché ogni progetto sia eseguito al meglio, monitorandone l’esecuzione».

Il rettore della Cattolica Franco Anelli ha parlato di «un’occasione straordinaria per modernizzare le strutture fondamentali della nostra società» e assicurare legalità e solidarietà a tutti. Don Luigi Ciotti, presidente di Libera/Gruppo Abele, ha sottolineato la volontà di "smuovere" le coscienze. «Oggi assistiamo a una normalizzazione frutto di tanta disattenzione nei confronti della lotta alle mafie e alla corruzione». Don Ciotti ha fatto riferimento ad un’indagine dalla quale emerge un quadro preoccupante: per il 70% degli italiani c’è stato un aumento della corruzione durante la pandemia, percezione avvertita soprattutto dai liberi professionisti. Tra i settori più a rischio di infiltrazioni mafiose ci sono lo smaltimento dei rifiuti e l’edilizia ma anche la sanità. «I 220 miliardi che arriveranno dall’Europa in sei anni sono un’una tantum ma attenzione: il giro d’affari legato alla droga, alle ecomafie, all’usura, al riciclaggio e il gioco d’azzardo ogni anno raggiunge questa cifra» ha avvertito don Ciotti. Il presidente di Fondazione Etica Gregorio Gitti ha illustrato lo strumento che consentirà di monitorare i progressi del Pnrr. «L’Italia è all’avanguardia dal punto di vista del quadro normativo di riferimento. Abbiamo sviluppato uno strumento di valutazione chiaro e semplice, una sorta di rating, un indice di sostenibilità delle pubbliche amministrazioni organizzato come gli indici Esg delle società quotate che in in modo pionieristico erano stati creati all’inizio del millennio». Uno strumento che la commissione europea ha chiesto di poter applicare anche ad altri Paesi. Della necessità di una nuova cultura politica ha parlato Tiziano Treu presidente del Cnel. «Il Pnrr è un’occasione straordinaria la più grande dall’immediato dopoguerra per rafforzare l’energia dell’Italia verso obiettivi di crescita diversa, progetti di grande impegno e di grande difficoltà. Il Pnrr è stato fatto molto bene ma la fase di "messa a terra" di questi progetti è però decisiva: riteniamo che la partecipazione dei corpi intermedi, per la prima volta indicata in maniera precisa, sia fondamentale. Questa posizione è stata condivisa anche dagli altri 20 Cnel europei».

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