mercoledì 14 luglio 2021
Tra le iniziative il Progetto Virtus Lab, che ha già aiutato mille persone ad entrare in azienda
La strategia rigenerativa della nuova Fondazione Antonio Emanuele Augurusa
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Un modello originale e innovativo fondato sulla 'restituzione generativa': è quello proposto dalla Fondazione Antonio Emanuele Augurusa. Un modello maturato nel solco di molteplici esperienze pluriennali di grande impatto su tutto il territorio nazionale, attraverso il quale la Fondazione si pone quale strumento di intermediazione affinché molteplici progetti di responsabilità sociale di imprese e aziende, prestazioni professionali e donazioni economico-finanziarie possano convergere nella realizzazione di opere ad alto impatto sociale, contrastando condizioni di inaccettabile disagio sociale. Tra le più note, il Progetto Virtus Lab, che ha già coinvolto più di 1.000 persone, garantendo per l’80% delle quali l’assunzione in azienda, attraverso un servizio qualificato gratuito offerto alle imprese interessate da difficoltà nel reclutamento delle posizioni vacanti. Un percorso in grado di offrire ai disoccupati la possibilità di formarsi gratuitamente e creando un profilo professionale in linea con le esigenze dell’azienda in necessità di assumere. Portato avanti con successo in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Calabria grazie al supporto dell’Ucid, Virtus Lab interviene sulla grave discrepanza tra domanda e offerta di lavoro, ossia il frequente mancato allineamento tra le esigenze occupazionali delle imprese e le caratteristiche della forza lavoro disponibile. Di grande impatto evocativo e culturale, oltreché ovviamente materiale, l’annuncio dell’accordo e della relativa esecuzione tecnica per la riqualificazione della navata della basilica di San Vitale e Compagni Martiri in Fovea, a Roma, illustrato da Paolo Fusaro, direttore generale d Mieci Spa, che ne supporta la realizzazione, e da Emanuele Miceli, amministratore delegato di SIM Ingegneria, che ha provveduto alla progettazione. La navata, come la Fondazione, sarà intitolata ad Antonio, dodicenne di straordinarie sensibilità solidali e altruistiche che, nel 1998, vide spezzare la propria esistenza in un assolato pomeriggio estivo in un campetto di calcio della periferia calabrese; arrangiato, come in tante altre aree dimenticate dei troppi 'sud del mondo', senza alcun rispetto delle regole basilari di sicurezza. Da Antonio, ennesima vittima innocente di una tragedia prevedibile ed evitabile, in una delle troppe strutture trascurate destinate ai più piccoli, nascono le direttrici della Fondazione, illustrate nell’occasione dal promotore e fondatore, il fratello Francesco Augurusa: «In particolare, educazione e inclusione sociale, nel più ampio spettro della cooperazione umanitaria finalizzata a ragioni di equità e pari opportunità». Seguendo il motto 'Charitas omnia vincit', la Fondazione declina in quest’ottica le peculiari propensioni che Antonio coltivò nella sua breve esistenza: nei confronti dello sport, per amore del quale rimase vittima; dell’ambiente, rispetto al quale manifestò sempre un’innata vocazione alla cura e per il quale è necessario un costante impegno educativo e culturale; dell’arte, ambito in cui rivelò subito un’evidente passione.

Molteplici le realtà del mondo accademico, imprenditoriale e istituzionale che hanno deciso di sposare 'il modello rigenerativo' proposto dalla Fondazione, come spiega Renato Loiero, capo ufficio del Bilancio dello Stato e presidente del Consiglio di indirizzo strategico della Fondazione, rispetto alle prospettive operative: «La Fondazione fa propri gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. In particolare, la protezione e la promozione dei diritti umani, per noi, significa dare alle persone il potere di difendere, come Antonio ha difeso, sé stesse e gli altri. Crediamo che la tutela dei diritti umani possa favorire e creare un’agenda di sviluppo trasformativo». Tra gli importanti saluti alla presentazione avvenuto a inizio giugno, quello della consigliera della Regione Lazio, Michela Di Biase, in rappresentanza del presidente, Nicola Zingaretti. «È emozionante vedere come da una tragedia possa venir fuori un sentimento straordinario di generosità e altruismo – il suo commento –. Agire nel quotidiano pensando a chi è meno fortunato di noi: forse è questo l’insegnamento che la Fondazione oggi ci vuole dare e che la Regione intende portare avanti nel tempo in un rapporto proficuo con la Fondazione».

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