mercoledì 18 giugno 2025
La Regione ospita una grande varietà di ambienti e microclimi diversi. Goel e Comunità Progetto Sud lanciano un marchio puntando su turismo e agricoltura, unendosi a realtà come NaturaSì
In Calabria un'alleanza per la biodiversità: «Prova di futuro»
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«Calabria, Oasi della Biodiversità d’Europa» è un marchio di speranza per una terra conosciuta per i sui problemi e per la presenza asfissiante della ‘ndrangheta. Lo hanno lanciato due realtà del terzo settore calabrese, il gruppo cooperativo Goel e la Comunità Progetto Sud, aprendo l’adesione a tutte le realtà pubbliche e private che hanno un legame con questa terra ponendo un solo vincolo: l’onestà. « Abbiamo scoperto – spiega Vincenzo Linarello, presidente del gruppo nato nel 2003 nella Locride all’interno di un percorso con l’allora vescovo Giancarlo Bregantini – che la Calabria ha una diversificazione microclimatica e una biodiversità eccezionali. Su 230 habitat microclimatici censiti in Europa, 74 sono in Calabria, un terzo di tutte le tipologie note a livello europeo». Goel da decenni opera per il riscatto e il cambiamento attraverso il lavoro legale, la promozione sociale e un’opposizione attiva alla ‘ndrangheta e alla massoneria deviata. E segue i principi di quella che chiama «etica efficace».

La scoperta di questa peculiarità calabrese ha portato il gruppo a elaborare due prospettive, una per l’agricoltura e una per il turismo. «Per l’agricoltura – prosegue Linarello – ci siamo detti che la biodiversità può diventare uno straordinario vantaggio competitivo, perché probabilmente la Calabria, che ha il 9% di pianure, non può mettersi a coltivare ettari di arance o di uliveti, con questa ricchezza microclimatica la cosa migliore da fare è invece diventare un giardino botanico. Significa coltivare per conto delle imprese farmaceutiche, nutraceutiche, cosmetiche che utilizzano i principi attivi dalle piante. Attorno a questa idea abbiamo costruito nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro e Vibo Valentia il cluster Goel Biodiversi, un’infrastruttura capace di fare agricoltura, estrazione di principi attivi e ricerca». E per il turismo? «Se la Calabria è il giardino botanico d’Europa, allora bisogna venire a visitarla e questo rappresenta un altro vantaggio competitivo straordinario. È nata così l’idea del marchio Calabria oasi della biodiversità d’Europa che vogliano cominciare a promuovere sul territorio nazionale e nell’Ue. Stiamo facendo partire una campagna nei Paesi di lingua tedesca».

La riflessione sul marchio si incrocia inevitabilmente con la sfida di dare un’altra identità alla Calabria vista solo come pericolosa terra di ‘ndrangheta utilizzando la biodiversità come bandiera identitaria. «Da lì – prosegue Linarello – abbiamo avuto l’idea di allargare a tutti e il 24 maggio scorso durante l’Etica Bio Festival a Caulonia con NaturaSì abbiamo lanciato la campagna di dono del marchio a chiunque voglia candidarsi a riceverlo, entrando a far parte di un’alleanza per la biodiversità che ha due grandi obiettivi. Uno è preservare, difendere e promuovere la biodiversità calabrese, non solo perché è giusto, ma anche perché lì sta il futuro economico sano di questa terra. L’altro è provare a fare una bandiera identitaria di questa caratteristica della Calabria, perché magari fra qualche anno non saremo più conosciuti come terra di ‘ndrangheta, ma come terra di biodiversità ». La campagna si chiuderà a fine giugno, a luglio è previsto l’incontro che darà vita all’Alleanza per la biodiversità. Quante realtà hanno aderito finora?

«Una cinquantina tra cui il Dipartimento Turismo e l’Agricoltura della Regione Calabria e questa è una cosa molto bella. Per noi vedere che un’iniziativa pubblica nata dal terzo settore coinvolge l’ente pubblico significa veder realizzato il concetto di sussidiarietà organica. Poi stanno aderendo diverse imprese, agricole e non. Tutto ciò darà origine a una fase costituente a luglio. L’obiettivo è dare vita a un’alleanza calabrese della biodiversità dove può entrare anche un ente nazionale, ad esempio Legambiente o la stessa Naturasì, che opera anche in Calabria con sezioni e filiali». L’operazione marchio non è commerciale, ma può generare occupazione? «È chiaro che ha un punto di caduta economico. Più noi facciamo sapere che la Calabria è una terra unica per diversificazione microclimatica e biodiversità, più metteremo in moto una domanda turistica, agricola avanzata ed evoluta che a sua volta stimolerà la risposta di un’offerta sul territorio. Il Goel ha già un’offerta turistica e agricola. Ma vogliamo mettere in moto un movimento molto più grande e l’auspicio è che mano a mano che si diffonda questa nuova visione della Calabria, arrivi tanta domanda a livello turistico e tanta domanda a livello di principi attivi, agricoltura, botanica, da poter mettere in moto diverse iniziative imprenditoriali che coinvolgano in modo innovativo anche i giovani».

L’Alleanza ha un ruolo strategico per vari aspetti. La sfida è grande, la Calabria ospiterà un affascinante esperimento che metterà in pratica i concetti chiave dell’enciclica « Laudato si’» di papa Francesco. Enciclica che ha compiuto 10 anni proprio il 24 maggio, quando l’idea del marchio è stata lanciata da Goel e Comunità Progetto Sud.

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