mercoledì 30 giugno 2021
L'imprenditore ha portato la sua esperienza di accoglienza ad Economy of Francesco
Luca Iacovone con un ospite della Residenza

Luca Iacovone con un ospite della Residenza - Giuseppe Soldo

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«Forse è per l’età (la stessa di Mark Zuckerberg) che il sogno della Silicon Valley mi è sembrato da subito avvincente e affascinante. Un modello di sviluppo a cui abbiamo creduto in molti: una narrazione chiara, potente e un luogo simbolo. Io l’ho rincorso quel sogno: è bastata un’idea, i primi clienti, il Nord, le startup, gli uffici marketing delle più importanti multinazionali». Così si presenta Luca Iacovone, oggi imprenditore sociale di Matera, direttore della Residenza per anziani Mons. Brancaccio e uno dei protagonisti di Economy of Francesco. «Poi ho scelto di tornare al Sud per sperimentare con un gruppo di amici, modelli di impresa capaci di generare valore per tutti. Il mio percorso professionale, inizialmente tutto rivolto a digitale ed e-commerce, è così passato dalla rapidità dei bit alla lentezza delle relazioni!» Papà di Francesca e Cosimo, Luca è laureato in giurisprudenza, ora di nuovo laureando anche in economia aziendale. Nelle parole di Luca, la sintesi del suo Sud: «Tante storie fragili e rassegnate ma anche tante spinte in avanti di giovani talentuosi che solo qui riescono a prendere forma, quando non finiscono schiacciate dal solito motto: è già assai che ti dò un lavoro. Per questo due anni fa ho creduto nella chiamata del Papa, che Assisi potesse diventare la nostra 'Silicon Valley', simbolo di un’economia diversa, e il Patto d’Assisi una nuova 'Regola' in cui ricono- scerci, imprese come nuovi monasteri in cui poter crescere come persone e cittadini, oltre che professionisti». Tornato a Matera, dopo il Progetto Policoro e la Scuola di Economia civile, Luca raccoglie il testimone di una cooperativa sociale ormai consolidata, il Sicomoro. «Abbiamo gemmato un’altra cooperativa MEST, laboratorio di percorsi innovativi per l’inserimento lavorativo di chi rischia di restare ai margini. Alcuni progetti sono ormai riconosciuti a livello nazionale, da Panecotto (bistrot etico censito nel 2020 tra i 200 migliori ristoranti italiani) alla Silent Academy (premiato da Ashoka tra gli 8 imprenditori più innovativi in Italia nel settore migratorio), fino a Gruyt, l’agri-birrificio che tra qualche giorno si prepara a spillare le prime birre sociali». Il Sicomoro nasce dall’esperienza della Caritas Diocesana di Matera- Irsina e del Progetto Policoro. Oggi la Cooperativa è una realtà presente in quattro comuni della Basilicata, conta oltre cento dipendenti e progetti in diverse aree di impegno che vanno dall’immigrazione, all’assistenza alla persona, allo sviluppo di progetti territoriali. «Oltre a promuovere l’integrazione delle persone fragili, integriamo i servizi per creare condizioni sostenibili e un significativo impatto sulla comunità. Ad esempio nella casa di riposo c’è anche un centro polifunzionale per minori con disturbi specifici dell’apprendimento o ancora progetti che impegnano migranti insieme a ragazzi con ritardo cognitivo». A proposito di comunità e di Policoro. «Voi vi chiamate 'animatori di comunità'. In effetti, le comunità vanno animate dal di dentro attraverso uno stile di dedizione: essere costruttori di relazioni, tessitori di un’umanità solidale […]». Così Papa Francesco ai giovani del Progetto Policoro, ricevuti in udienza il 5 giugno. Nelle parole del Papa anche il riferimento ad EoF. «Mai come in questo tempo sentiamo la necessità di giovani che sappiano, alla luce del Vangelo, dare un’anima all’economia, perché siamo consapevoli che 'ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie'. È il sogno che sta coltivando anche l’iniziativa Economia di Francesco».

Il quarto e ultimo verbo indicato dal Papa nel suo discorso è accompagnare. Luca si riconosce molto bene in questo movimento che è prima di tutto moto del cuore. «La nostra è una cooperativa sociale impegnata accanto ad anziani, migranti, bambini e disabili. Prendiamo il nome dal sicomoro, albero diffuso in Medio Oriente, che produce frutti piccoli e amari, ma che se intagliati da mani esperte prima della maturazione diventano dolcissimi. È il lavoro della nostra cooperativa sociale, l’intaglio lento delle fragilità del nostro tempo: il talento di tutti diventa così occasione di sviluppo per la comunità locale, che oggi riconosce il ruolo della cooperativa come parte della rete di soggetti del terzo settore con cui collaborarC. Interessante l’impegno della cooperativa anche nella sostenibilità ambientale: dall’energia prodotta da un’ampia pannellatura solare, alle auto aziendali elettriche. «Nei progetti favoriamo processi di economia circolare: i laboratori di cucito della Silent Academy lavorano sugli scarti di produzione dei salottifici locali; l’acqua nel bistrot etico Panecotto non è in vendita, è per tutti e senza plastica, le materie prime sono a chilometro zero». E quando chiediamo a Luca cos’è Economy of Francesco oggi per lui, ci risponde: «Da alcuni anni ho iniziato il mio cammino nell’ordine francescano secolare, e sin dall’inizio mi sono chiesto quale fosse la 'mia' casa da riparare. Ma in un mondo fatto sempre meno di case – luoghi di condivisione – e fatto sempre più di appartamenti – posti in cui isolarsi – la cosa forse più difficile è riconoscere e connettere le tantissime minoranze profetiche che stanno accendendo le periferie del mondo. Credo che EoF abbia questa missione: non si tratta di teorizzare nuovi modelli di impresa o inventare nuove ricette economiche, ma di riconnettere tutte le esperienze di economia buona in giro per il mondo, ed è quello che sta accadendo. La casa che siamo chiamati a costruire ora è quella di una nuova narrazione comune in cui ciascuno possa riconoscersi, per sentirsi più fratelli e incidere con ancora più forza in questa Storia".

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