mercoledì 20 ottobre 2021
L’iniziativa della Fondazione Edoardo Garrone di Genova e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno è rivolta a giovani laureati aspiranti imprenditori
Dall'allevamento al turismo, rinascita verde per gli Appennini
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Fare impresa nelle zone di montagna in modo innovativo e sostenibile. Rivitalizzare il tessuto economico di vaste aree che sono state svuotate e ferite dal fenomeno dell’urbanesimo e dal terremoto del 2016. Come? Promuovendo aziende nei settori del turismo lento ed esperienziale (attraverso strutture ricettive a basso impatto), dell’allevamento di cavalli e pecore di razze autoctone, dell’agricoltura biologica e multifunzionale, dell’apicoltura e della coltivazione e commercializzazione di erbe officinali. Ma anche impegnandosi nell’artigianato per valorizzare le tradizioni locali creando o reinventando gioielli e oggetti di design e capi di moda etica. Oppure realizzando una piattaforma digitale dove raccogliere e condividere contenuti originali legati al territorio (come, ad esempio, cortometraggi e documentari). Sono queste le opportunità offerte da 'ReStartApp', il nucleo centrale del Progetto Appennino che ha come obiettivo il rilancio dei territori di quella catena montuosa che, 'tagliando' trasversalmente in due la Penisola, si estende tra la Liguria e la Calabria, dal Colle di Cadibona al massiccio del Pollino. Perché gli Appennini sono uno stile di vita, un insieme complesso di identità che contribuiscono a formare il sistema Italia. 'ReStartApp' è un percorso di formazione intensiva per aspiranti imprenditori che sviluppa progetti in grado di coniugare le dimensioni economica, ambientale e sociale con le esigenze dei territori e delle realtà imprenditoriali esistenti. Nel comparto agrituristico, per esempio, si imparerà a far nascere strutture di ospitalità sotto forma di tepee mobili (tende coniche come quelle degli indiani) e cupole geodetiche.

L’iniziativa è della Fondazione Edoardo Garrone di Genova e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno e coinvolge giovani che dal 6 settembre al 26 novembre partecipano nella città marchigiana a un 'Campus di incubazione e accelerazione' residenziale e gratuito: sono stati selezionati sulla base di un bando pubblico quindici candidati (nove ragazze e sei ragazzi, età media 30 anni), l’80% dei quali con una laurea in tasca, provenienti da Marche, Emilia-Romagna, Abruzzo, Campania, Lazio e Liguria. Il piano didattico (che si svolge nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza sanitaria) è articolato tra lezioni in aula, laboratori di creazione e sviluppo d’impresa, esperienze e testimonianze. Ad accompagnare gli allievi nel loro percorso è un team qualificato di docenti, esperti e professionisti dei principali comparti economici della montagna. Per agevolare la realizzazione dei migliori progetti sono previsti premi alle start-up per un valore complessivo di 60mila euro e, per i più meritevoli, un servizio di consulenza gratuita post Campus della durata di un anno. Il Progetto Appennino è supportato da una rete consolidata di partner di alto profilo: Fondazione Symbola, Legambiente, Uncem, Alleanza Mobilità Dolce, Club Alpino Italiano (Cai), Fondazione Cima, Open Fiber, Tiscali, Federbim, Federforeste e Pefc Italia. I progetti, dunque, non rimarranno sulla carta, non saranno solo oggetto di studio, ma prenderanno respiro, cominceranno a diventare operativi proprio sul territorio appenninico, anche grazie alla creazione di reti di collaborazione con le comunità locali e una trentina di aziende già attive. È un modo per dare impulso a sistemi economici che faticano ad esprimersi, a causa dello spopolamento dei borghi e della cronica mancanza di risorse finanziarie.

«ReStartApp è il fulcro della prima edizione del Progetto Appennino, che mette a sistema, amplia, approfondisce e radica sempre più sui territori appenninici di tutta la Penisola – spiega Alessandro Garrone, presidente di Fondazione Edoardo Garrone – il nostro impegno per mettere i giovani al centro del rilancio della montagna, grazie alle loro iniziative imprenditoriali». Grazie a questa iniziativa, precisa Angelo Davide Galeati, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno «possiamo cambiare le sorti del nostro territorio, dando una svolta decisiva anche all’economia e alla coesione sociale delle zone più marginali e in difficoltà, anche a causa delle note vicende sismiche che hanno fortemente provato il nostro Appennino: è una ripartenza». Il Campus è, di fatto, una scuola di imprenditori del presente, che imparano a gestire e condurre un’azienda dentro un contesto sociale, ambientale ed economico preciso, costituito da piccoli centri abitati circondati da boschi, foreste, pascoli e montagne, spesso dagli alti picchi. «La forza del Progetto Appennino della Fondazione Garrone è di proporre la montagna come luogo di produzione di beni e servizi e non solo di consumo e di fruizione – sottolinea il segretario generale della Fondazione Symbola, Fabio Renzi – promuovendo e accompagnando la nascita di nuove imprese giovanili. Un’azione ancora più significativa e importante perché interessa l’area del cratere colpito dal sisma 2016 dove finalmente è stata sbloccata la ricostruzione. Il grande laboratorio dell’Appennino Centrale sarà il banco di prova delle politiche per la montagna italiana chiamata a misurarsi con le sfide climatica, pandemica ed economica. L’Italia ha le energie per vincere queste sfide e iniziative come ReStartApp sono la migliore risposta per costruire insieme (come afferma il Manifesto di Assisi) un’economia e una società più a misura d’uomo e per questo più capace di guardare al futuro, anche delle montagne». «La transizione ecologica che dovrà traghettare il Paese fuori da questa pandemia parte anche dalle terre alte e dalle sfide green che i giovani della next generation sceglieranno di sperimentare in questi luoghi – afferma Stefano Ciafani, presidente di Legambiente –. Per questo pensiamo sia fondamentale tornare con Fondazione Garrone proprio in quella parte di Appennino colpita dal sisma del 2016, per accompagnare tanti giovani che vogliono fare impresa o supportare in questo momento di fragilità la generatività di quelle presenti».

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