Daniela Ducato è la nuova presidente della Fondazione Territorio Italia, ente che sviluppa sul territorio nazionale progetti e iniziative di sensibilizzazione sui temi sempre più attuali, sotto i colpi del climate change, della sostenibilità ambientale e digitale, ma anche dell’inclusione, della parità di genere e dell’empowerment femminile che sono strettamente collegati in quella che si definisce sostenibilità sociale. «Campionessa mondiale di innovazione, orgoglio della nostra Italia migliore»: con queste parole all’imprenditrice sarda è stata conferita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’alta onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Cavaliere). Perché «Daniela Ducato ha offerto testimonianza, con la sua attività di trasformazione degli scarti in innovativi materiali edilizi, di come l’impegno imprenditoriale possa essere d’ausilio alla causa della tutela ambientale». Imprenditrice multiforme, ha sempre cercato nuove vie e forme di sviluppo sostenibile, coniugando la ricerca dell’innovazione con l’ambiente e la natura alla cui tutela è attentissima. La sua azienda produce biomateriali derivanti da eccedenze e scarti di lavorazioni di ogni tipo, dalla calce al sughero. Tutte idee innovative che nel 2016 l’hanno portata tra le dieci eccellenze nel campo delle biotecnologie al Forum mondiale dell’Economia di Nuova Delhi. La sua Edizero Architecture for Peace con sede a Guspini in Sardegna ha ideato un sistema di trasformazione degli scarti della lana di pecora in isolanti termici per l’edilizia e in secondo momento in cordoli ad effetto spugne assorbenti per petrolio ed elementi inquinanti (spesso olii e creme abbronzanti) che si trovano sulla superficie del mare. «Sono una persona pragmatica – spiega – e ho accettato la presidenza della Fondazione proprio perché ci siamo posti obiettivi concreti che intendiamo raggiungere già quest’anno. Alcuni dei progetti che svilupperemo hanno a che fare con il miglioramento, attraverso una gestione responsabile e sostenibile, di territori che hanno al loro interno beni culturali o che sono essi stessi propagatori di arte e di bellezza, nell’ottica di quella che oggi si definisce green conservation». Ci si è resi conto da tempo che i beni culturali compresi paesaggi, natura spontanea e giardini, necessitano di una manutenzione e gestione che non siano inquinanti e non vadano a deturpare risorse ad esempio inquinando aria o falde acquifere. «Salute e bellezza sono inscindibili: questo è da sempre il mio mantra e con la Fondazione andremo a dare il nostro contributo attraverso queste modalità di gestione certificata in alcune aree del nostro territorio» continua Ducato.
«Il settore in cui opero, quello dell’edilizia – spiega l’imprenditrice – è il più inquinante del pia- neta, quello che utilizza più petrolio, ed è il petrolio la prima causa di guerra. Noi invece produciamo Architettura di Pace: prodotti che non contengono guerra, che non contengono una sola goccia di petrolio e fatti solo di materie prime eccedenti non coltivate, ovvero, scarti, sottolavorazioni derivati dall’agricoltura, pastorizia e dal boschivo». Tra i prodotti Edizero, le pitture Edilatte, le prime al mondo con zero acqua, con un risparmio di volumi e di imballaggi del 90%, ed ottenute da sottolavorazioni minerali 100% di materia seconda. Nessun sfruttamento di cave, zero acqua, zero petrolio. Per realizzare i colori si riciclano eccedenze agricole, scarti delle falegnamerie, dei frantoi e delle aziende vinicole che producono Barbera, Chianti e ovviamente Cannonau. Prodotti garantiti dalla certificazione etica ambientale ANAB (Associazione nazionale architettura bioecologica) rilasciata dall’ente certificatore ICEA. Quando è stata nominata presidente della Fondazione Daniela Ducato aveva portato alcuni doni ai soci tra i quale il pane 'moddizzosu' di Gonnosfanadiga avvolto in una sfoglia di lana carasau 100% lana di pecora. Uno speciale packaging termico di Edilana, che evita gli sprechi di cibo e in questo caso mantiene il pane fresco e termo-isolato prevenendo muffe e perdita di sapore. «La multidiversità è alla base dell’innovazione – spiega l’imprenditrice –. Il mio compito è guardare quello che esiste già e connettere insieme pezzi staccati tra loro e farli dialogare, poi però il proseguo lo fanno i team di ricerca e le aziende capaci di fare evolvere prodotti esistenti o inventarne di nuovissimi rigorosamente carbon free, senza produrre scarti. Gli smaltimenti complicati possono causare problemi ambientali e diventare così business della malavita organizzata. Non generare rifiuti aiuta anche a generare più legalità».
La Fondazione Territorio Italiano è una creazione del giovane imprenditore Felice Saladini ed è stata creata nel settembre del 2020. Ha come obiettivo di contribuire al rilancio di un’Italia ancora troppo divisa nei territori ma unita nella volontà di sviluppo. Adotta un metodo che si esplicita su due livelli. Il primo livello è quello del cambiamento culturale e di ispirazione di nuove visioni, il secondo livello è quello dove azioni e progetti concreti contribuiscono allo sviluppo del cambiamento culturale. «Immaginiamo – spiega il fondatore – di essere in cammino, di vedere il cambiamento che ci proietta nel futuro e, nel frattempo, seminare progetti e iniziative che diano concretezza, già nel presente, al futuro che ci aspetta. Poi, a un certo punto, immaginiamo di girarci e vedere che i singoli progetti hanno tracciato una linea e costruito il sentiero che stiamo, in realtà, già percorrendo».