mercoledì 7 aprile 2021
"Il fattore umano" è il vademecum presentato oggi alla sala stampa della Camera dei deputati da Carlo Mochi Sismondi, Fabrizio Barca, Alessandro Fusacchia e Denise Di Dio
Un momento della conferenza stampa di presentazione del vademecum

Un momento della conferenza stampa di presentazione del vademecum - Camera dei deputati

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Concorsi pubblici veloci e trasparenti. Con l'emergenza sanitaria e l'arrivo dei fondi europei legati al Pnrr- Piano nazionale di ripresa e resilienza, la Pubblica amministrazione è chiamata a dare una prova di efficacia ed efficienza. È questo il senso di Il fattore umano, il vademecum per assumere presto e bene nelle pubbliche amministrazioni, presentato oggi alla sala stampa della Camera dei deputati da Carlo Mochi Sismondi (Fpa), Fabrizio Barca (Forum Disuguaglianze e Diversità) e Alessandro Fusacchia e Denise Di Dio (Movimenta). Si tratta del risultato di un’indagine accurata tra alcune delle migliori esperienze nazionali, resoconto sulle difficoltà e i problemi riscontrati. Il vademecum - che stila un cronoprogramma per cui bastano 105 giorni per assumere nella Pa (dalla pubblicazione del bando all'assunzione) - prende il titolo dalla convinzione che la centralità delle persone sia il fondamento del processo di selezione, al netto di automatismi e algoritmi. Pochi giorni dopo l’approvazione del dl 44/2021, con i suoi articoli “sblocca concorsi”, senz’altro utili per far ripartire la macchina, questo rapporto ci dice che si può assumere presto e bene sempre, sia nello stato di emergenza che quando questo sarà finito, e che si può farlo senza rinunciare appunto al “fattore umano” ossia dalla autonoma e responsabile discrezionalità di selezionatori qualificati, esercitata all’interno di un rapporto di conoscenza tra persone.

La necessità di un rinnovamento è fuori discussione, del resto i numeri lasciano poco spazio all’interpretazione: le amministrazioni italiane hanno infatti perso 260mila impiegati a tempo pieno dal 2008 al 2018 e almeno altri 150mila negli ultimi due anni. L’età media in tutta l’amministrazione pubblica è di oltre 50 anni, nei ministeri è di 54,1 anni. Nei ministeri solo l’1% degli impiegati ha meno di 30 anni e poco più nelle Regioni e negli enti locali. Il 58% degli impiegati pubblici non ha una formazione universitaria e oltre il 20% possiede solo il diploma di terza media. La formazione è estremamente carente e si attesta su 1,17 giornate di formazione di media che scendono a 0,85 giorni per le donne e a 0,51 giorni per gli impiegati ministeriali.

La novità mostrata dal vademecum è che questo rinnovamento si può realizzare con bandi veloci ed efficaci. Lo mostrano i casi presi in esame nell’indagine presentata. Questi offrono un’istantanea nitida sull’attuale processo concorsuale a livello nazionale, tra esempi virtuosi e storture, in un alternarsi di chiaro-scuri che ben rappresenta la realtà. Dall’esperienza dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna alla Città metropolitana di Bologna e il suo Piano di fabbisogno di personale, dal bando del ministero dell'Economia e delle Finanze per 400 funzionari a quello del Comune di Milano per 11 dirigenti. Oltre ai 2.800 tecnici per gli enti locali del Sud per la gestione dei prossimi fondi europei.





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