mercoledì 23 novembre 2022
Che piaccia o meno a Mister Zuckerberg, non esiste Il Metaverso, ma tanti metaversi possibili
La sede di Meta a Menlo Park, in California

La sede di Meta a Menlo Park, in California - Ansa

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Ci sono le ricostruzioni dell’antica Roma che diventano aule scolastiche dove “vivere gli eventi in prima persona”, come dentro una “macchina del tempo”. Si potrà apprendere attraverso “esperienze immersive” e, nel Metaverso, “i chirurghi potranno fare tutta la pratica necessaria prima di eseguire un intervento”. La narrazione della nuova Internet messa a punto da Meta nel cambio d’identità che ha tolto Facebook dalle imbarazzanti questioni legate a privacy e manipolazioni politiche, sceglie la parte più nobile del racconto, quella legata a istruzione, scuola, medicina. Ma mi tocca evidenziare un difetto narrativo che sembra voler indurre una percezione purificante: intanto avrei scelto l’articolo indeterminativo, perché, che piaccia o meno a Mister Zuckerberg non esiste Il Metaverso, ma tanti metaversi possibili, messi a punto da chiunque abbia una sua precisa idea di mondo da portare nella realtà virtuale.

Siamo ancora distanti dalla terza Internet, Web3 se preferite, e non solo perché arriva dopo la versione 2.0 dominata dalle piattaforme sociali, ma perché sarà capace di portarci nella terza dimensione, rendendo estremamente ibrido il nostro vivere, con esperienze digitali che tenderanno a replicare spazi, avatar, professioni, eventi, mostre in una dualità potenzialmente infinita dove intelligenza umana e artificiale proveranno a dialogare per costruire un mondo migliore di quello squisitamente analogico.

Ora, non faccio fatica a credere che questo tipo di racconto possa non piacere a chi, dopo aver colonizzato l’amicizia, vuole trasformare in un’immensa televisione a pagamento questo straordinario artificio tridimensionale che si sta profilando all’orizzonte. Ma scrivere codice è una cosa, scrivere pubblicità è un’altra, caro Mark, e sarebbe stato intellettualmente più onesto leggere che quello di Meta è uno dei metaversi, e a una prima occhiata, neanche quello più bello. Altri metaversi stanno su altre piattaforme, sono quelle dedicate ai videogame e ad altre tribù digitali che lì dentro costruiscono la propria isola di socialità.

Già, ricordo un tempo in cui la parola social stava davanti alla parola network, prima che qualcuno li trasformasse in Social Media da vendere alle concessionarie pubblicitarie. Dentro i metaversi qualcuno sta provando a scrivere una internet migliore di quella che abbiamo avuto fino a qui, facciamo che usiamo da subito le parole più corrette per scrivere insieme questa nuova storia, anche dentro le pubblicità di chi proverà a venderci questo nuovo mondo ibrido in cui giocoforza ci troveremo ad abitare.

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